Cosa dice la Bibbia sugli Ultimi Tempi?

 














Che cosa accadrà secondo le profezie degli ultimi tempi?

La Bibbia ha molto da dire riguardo agli ultimi tempi. Quasi ogni libro della Bibbia contiene delle profezie riguardanti gli ultimi tempi. Prendere tutte queste profezie e organizzarle può essere difficile. Ecco un brevissimo riassunto di che cosa la Bibbia afferma che accadrà negli ultimi tempi:

Cristo porterà via dalla terra tutti i credenti nati di nuovo che fanno parte della Chiesa (i santi del Nuovo Testamento) mediante un avvenimento conosciuto come il rapimento (1 Tessalonicesi 4:13-18; 1 Corinzi 15:51ss). Questi credenti saranno ricompensati al tribunale di Cristo per le buone opere e per il servizio compiuti durante il tempo trascorso sulla terra o perderanno la ricompensa, ma non la vita eterna, per mancanza di servizio e ubbidienza (1 Corinzi 3:11-15; 2 Corinzi 5:10).

L’anticristo (la bestia) andrà al potere e firmerà un trattato di pace (un patto) con Israele per sette anni (Daniele 9:27). Questo periodo di tempo di sette anni è conosciuto come la tribolazione, durante la quale ci saranno terribili guerre, carestie, pestilenze e calamità naturali. Dio riverserà la Sua ira sul peccato, sul male e sulla malvagità. La tribolazione prevede i quattro cavalieri dell’Apocalisse, i sette sigilli, le trombe e le coppe del giudizio.

Verso la metà dei 7 anni, l’anticristo infrangerà il patto di pace con Israele e gli farà guerra. L’anticristo attuerà l’abominio della desolazione e porrà un’immagine di se stesso da essere adorata nel tempio (Daniele 9:27; 2 Tessalonicesi 2:3-10). La seconda metà della tribolazione è conosciuta come la grande tribolazione e il tempo di angoscia per Giacobbe.

Alla fine della tribolazione di sette anni, l’anticristo sferrerà un attacco finale a Gerusalemme, che culminerà nella battaglia di Harmaghedon. Gesù Cristo ritornerà, distruggerà l’anticristo e i suoi eserciti, gettandoli nello stagno di fuoco (Apocalisse 19:11-21). Poi Cristo legherà Satana nell’abisso per 1.000 anni e governerà il Suo regno terreno per questi 1.000 anni (Apocalisse 20:1-6).

Alla fine di questi 1.000 anni, Satana verrà liberato, sconfitto di nuovo e, poi, gettato nello stagno di fuoco (Apocalisse 20:7-10). Poi Cristo giudicherà tutti i non credenti (Apocalisse 20:10-15) al tribunale del grande trono bianco, gettandoli tutti nello stagno di fuoco. Successivamente, Cristo inaugurerà i nuovi cieli, la nuova terra e la nuova Gerusalemme: la dimora eterna dei credenti. Non ci saranno più peccato, dolore o morte (Apocalisse 21-22).

Che cosa sono i segni degli ultimi tempi?

Matteo 24:5-8 ci dà alcuni indizi importanti affinché possiamo discernere l’approssimarsi degli ultimi tempi: “Poiché molti verranno nel mio nome, dicendo: ‘Io sono il Cristo’. E ne sedurranno molti. Voi udrete parlare di guerre e di rumori di guerre; guardate di non turbarvi, infatti bisogna che questo avvenga, ma non sarà ancora la fine. Perché insorgerà nazione contro nazione e regno contro regno; ci saranno carestie e terremoti in vari luoghi; ma tutto questo non sarà che principio di dolori”. Un aumento di falsi messia, un aumento di guerre, un aumento di carestie, calamità e disastri naturale: questi elementi sono i “segni” degli ultimi tempi. Persino in questo passo, però, ci viene dato un avvertimento. Non dobbiamo lasciarci ingannare (Matteo 24:4), perché questi avvenimenti sono solo il principio dei dolori (Matteo 24:8): la fine deve ancora venire (Matteo 24:6).

Molti interpreti vedono in ogni terremoto, in ogni insurrezione politica e in ogni attacco a Israele un segno sicuro che gli ultimi tempi si stiano avvicinando rapidamente. Sebbene questi eventi siano dei segni che gli ultimi tempi si stanno avvicinando, essi non indicano necessariamente che siano giunti gli ultimi tempi. L’apostolo Paolo avvertì che gli ultimi tempi avrebbero portato un notevole incremento di falsi insegnamenti: “Ma lo Spirito dice esplicitamente che nei tempi futuri alcuni apostateranno dalla fede, dando retta a spiriti seduttori e a dottrine di demòni” (1 Timoteo 4:1). Gli ultimi tempi vengono descritti come “tempi difficili” a motivo del carattere sempre più malvagio dell’uomo e delle persone che attivamente “si oppongono alla verità” (2 Timoteo 3:1-9; cfr. anche 2 Tessalonicesi 2:3).

Altri segni possibili potrebbero comprendere la ricostruzione di un tempio giudaico a Gerusalemme, una crescente ostilità verso Israele e i passi verso un unico governo mondiale. Il segno più importante degli ultimi tempi, però, è la nazione d’Israele. Nel 1948, Israele fu riconosciuto per la prima volta come stato sovrano dal 70 d.C. Dio promise ad Abraamo che la sua discendenza avrebbe avuto Canaan “in possesso perenne” (Genesi 17:8), ed Ezechiele profetizzò una risurrezione fisica e spirituale d’Israele (Ezechiele 37). Alla luce delle profezie sugli ultimi tempi, il fatto che Israele sia una nazione nella sua stessa terra è importante a motivo dell’importanza d’Israele nell’escatologia (Daniele 10:14; 11:41; Apocalisse 11:8).

Tenendo a mente questi segni, possiamo avere saggezza e discernimento in relazione alle previsioni sugli ultimi tempi. Non dovremmo interpretare, però, alcuno di questi singoli avvenimenti come una chiara indicazione dell’arrivo imminente degli ultimi tempi. Dio ci ha dato abbastanza informazioni per essere pronti, ma non abbastanza per diventare arroganti.

Che cos'è il rapimento della chiesa?

Il termine "rapimento" non compare nella Bibbia. Il concetto di rapimento, però, è chiaramente insegnato nella Scrittura. Il rapimento della chiesa è l’avvenimento in cui Dio porterà tutti i credenti via dalla terra per far posto al Suo giusto giudizio, che si riverserà sulla terra durante il periodo della tribolazione. Il rapimento è descritto anzitutto in 1 Tessalonicesi 4:13-18 e 1 Corinzi 15:50-54. 1 Tessalonicesi 4:13-18 descrive il rapimento dicendo che Dio risusciterà tutti i credenti che sono morti, dando loro dei corpi glorificati e che, poi, si allontaneranno dalla terra con quei credenti che sono ancora in vita, ai quali sono stati dati anche dei corpi glorificati: "perché il Signore stesso, con un ordine, con voce d’arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre con il Signore" (1 Tessalonicesi 4:16-17).

1 Corinzi 15:50-54 si concentra sulla natura istantanea del rapimento e sui corpi glorificati che riceveremo: "Ecco, io vi dico un mistero: non tutti morremo, ma tutti saremo trasformati, in un momento, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba. Perché la tromba squillerà, e i morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo trasformati" (1 Corinzi 15:51-52). Il rapimento è l’avvenimento glorioso che tutti dovremmo stare bramando. Saremo finalmente liberati dal peccato. Staremo per sempre nella presenza di Dio. Si discute fin troppo sul significato e sulla portata del rapimento. Non è questa l’intenzione di Dio. Piuttosto, rispetto al rapimento, Dio vuole che ci incoraggiamo “gli uni gli altri con queste parole”.

Che cos'è tribolazione? Come facciamo a sapere che tribolazione durerà sette anni?

La tribolazione è un periodo di tempo futuro di 7 anni in cui Dio completerà la Sua disciplina d’Israele e porterà a compimento il Suo giudizio del mondo miscredente. La chiesa, composta da tutti coloro che hanno confidato nella persona e nell’opera del Signore Gesù per essere salvati dal castigo per il proprio peccato, non sarà presente durante la tribolazione. La chiesa verrà allontanata dalla terra nell’evento che conosciamo come il rapimento (1 Tessalonicesi 4:13-18; 1 Corinzi 15:51-53). La chiesa è stata salvata dall’ira ventura (1 Tessalonicesi 5:9). Da un capo all’altro della Scrittura, si fa riferimento alla tribolazione con altri nomi come:

1) il giorno del Signore (Isaia 2:12; 13:6, 9; Gioele 1:15, 2:1, 11, 31, 3:14; 1 Tessalonicesi 5:2);
2) angoscia o tribolazione (Deuteronomio 4:30; Sofonia 1:1);
3) grande tribolazione, che fa riferimento alla seconda metà più intense del periodo di 7 anni (Matteo 24:21);
4) tempo o giorno di angoscia (Daniele 12:1; Sofonia 1:15);
5) tempo di angoscia per Giacobbe (Geremia 30:7).

È necessario comprendere Daniele 9:24-27 per capire lo scopo e il periodo della tribolazione. Questo passo di Daniele parla di 70 settimane che "sono state fissate riguardo al tuo popolo". Il "popolo" di Daniele era quello ebraico, la nazione d’Israele, e quello di cui parla Daniele 9:24 è un periodo di tempo che Dio ha dato per "per far cessare la perversità, per mettere fine al peccato, per espiare l’iniquità e stabilire una giustizia eterna, per sigillare visione e profezia e per ungere il luogo santissimo". Dio dichiara che "settanta settimane" adempiranno tutte queste cose. È importante comprendere che quando sono menzionate le "settanta settimane", non si sta parlando di una settimana per come la conosciamo noi (di 7 giorni). Il termine ebraico (heptad) tradotto come settimana in Daniele 9:24-27 significa letteralmente "7", e 70 settimane significa letteralmente 70 sette (70 volte 7). Questo periodo di tempo di cui parla Dio consiste effettivamente in 70 volte sette anni, ovvero 490 anni, il che è confermato da un’altra parte del passo di Daniele. Ai versetti 25 e 26, Daniele dice che il Messia sarà soppresso dopo le “sette settimane” e le “sessantadue settimane " (69 settimane in totale), a cominciare dal decreto di ricostruire Gerusalemme. In altri termini, 69 volte sette anni (483 anni) dopo il decreto di ricostruire Gerusalemme sarà soppresso il Messia. Gli storici biblici confermano che trascorsero 483 anni dal tempo del decreto di ricostruire Gerusalemme fino al tempo in cui fui crocifisso Gesù. La maggior parte degli studiosi cristiani, a prescindere dalla loro posizione in merito all’escatologia (le cose o gli eventi futuri), interpreta come sopra le 70 settimane di Daniele.

Essendo trascorsi 483 anni dal decreto di ricostruire Gerusalemme fino alla soppressione del Messia, resta un sette (7 anni) da adempiersi nei termini di Daniele 9:24: "per far cessare la perversità, per mettere fine al peccato, per espiare l’iniquità e stabilire una giustizia eterna, per sigillare visione e profezia e per ungere il luogo santissimo". Questo periodo finale di 7 anni è conosciuto come il periodo della tribolazione: un tempo in cui Dio porterà a compimento il giudizio su Israele per il suo peccato.

Daniele 9:27 dà qualche altra notizia di rilievo sul periodo di 7 anni della tribolazione. Daniele 9:27 dice: "L’invasore stabilirà un patto con molti, per una settimana; in mezzo alla settimana farà cessare sacrificio e offerta; sulle ali delle abominazioni verrà un devastatore. Il devastatore commetterà le cose più abominevoli, finché la completa distruzione, che è decretata, non piombi sul devastatore". La persona di cui parla questo versetto è quella che Gesù definisce "l’abominazione della desolazione" (Matteo 24:15) ed è chiamata “la bestia” in Apocalisse 13. Daniele 9:27 dice che la bestia stabilirà un patto per una settimana (7 anni), ma, a metà di questa settimana (3 anni e mezzo dall’inizio della tribolazione), infrangerà il patto facendo cessare sacrificio e offerta. Apocalisse 13 spiega che la bestia metterà un’immagine di se stessa nel tempio ed esigerà dal mondo intero di essere adorata. Apocalisse 13:5 dice che questo durerà per 42 mesi, che equivalgono a 3 anni e mezzo. Poiché Daniele 9:27 dice che questo accadrà “in mezzo alla settimana” e Apocalisse 13:5 dice che la bestia farà questo per un periodo di 42 mesi, è facile vedere che la lunghezza totale di tempo è di 84 mesi, ovvero 7 anni. Vedi anche Daniele 7:25, dove "un tempo, dei tempi e la metà d’un tempo" (un tempo = 1 anno; dei tempi = 2 anni; la metà d’un tempo = 1 anno e mezzo per un totale di 3 anni e mezzo) fanno anche riferimento alla grande tribolazione, cioè l’ultima metà del periodo di 7 anni della tribolazione, quando sarà al potere "l’abominazione della desolazione" (la bestia).

Per ulteriori riferimenti alla tribolazione, vedi Apocalisse 11:2-3, che parla di 1.260 giorni e 42 mesi, e Daniele 12:11-12, che parla di 1.290 giorni e 1.335 giorni, i quali fanno tutti riferimento al momento centrale della tribolazione. I giorni aggiuntivi di Daniele 12 potrebbero includere il tempo alla fine per il giudizio delle nazioni (Matteo 25:31-46) e il tempo per l’instaurazione del regno millenario di Cristo (Apocalisse 20:4-6).

Quando accadrà il rapimento in relazione alla tribolazione?

Il tempo del rapimento in relazione alla tribolazione è uno degli argomenti più controversi nella chiesa di oggi. Le tre tesi principali sono quella pre-tribolazionista (il rapimento accadrà prima della tribolazione), mediotribolazionista (il rapimento accadrà al punto centrale della tribolazione) e post-tribolazionista (il rapimento accadrà alla fine della tribolazione). Una quarta tesi, conosciuta comunemente come “pre-ira”, è una lieve modifica della posizione mediotribolazionista.

Primo, è importante comprendere lo scopo della tribolazione. Secondo Daniele 9:27, c’è una settantesima “settimana” (di 7 anni) che deva ancora venire. L’intera profezia di Daniele delle settanta settimane (Daniele 9:20-27) parla della nazione d’Israele. È un periodo di tempo in cui Dio concentra la Sua attenzione principalmente su Israele. La settantesima settimana, la tribolazione, dev’essere anche un tempo in cui Dio si occupa specificamente di Israele. Sebbene questo non indichi necessariamente che la chiesa non possa anche essere presente, fa sorgere però la domanda perché la chiesa dovrebbe essere sulla terra durante quel periodo.

Il principale passo scritturale sul rapimento è 1 Tessalonicesi 4:13-18, in cui si afferma che tutti i credenti in vita, insieme a tutti quelli che sono morti, andranno incontro al Signore Gesù Cristo nell’aria e staranno con Lui per sempre. Nel rapimento, Dio toglierà il Suo popolo dalla terra. Qualche versetto dopo, in 5:9, Paolo dice: “Dio infatti non ci ha destinati a ira, ma ad ottenere salvezza per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo”. Il libro dell’Apocalisse, che tratta principalmente del periodo della tribolazione, è un messaggio profetico del modo in cui Dio riverserà la Sua ira sulla terra durante la tribolazione. Sembrerebbe incoerente che Dio prometta che i credenti non patiranno la Sua ira e che, poi, li lasci sulla terra durante la tribolazione. Il fatto che Dio prometta di liberare i cristiani dall’ira poco dopo aver promesso di togliere il Suo popolo dalla terra sembra legare questi due avvenimenti.

Un altro passo cruciale sui tempi del rapimento è Apocalisse 3:10, in cui Cristo promette di liberare i credenti “dall’ora della tentazione che sta per venire sul mondo intero”. Questo potrebbe significare due cose: che (1) Cristo proteggerà i credenti in mezzo alle prove o che (2) li libererà dalle prove. Sono entrambi significati validi del termine greco tradotto “da”. Tuttavia, è importante comprendere “da” cosa. Non è solo dalla prova, ma dall’“ora” della tentazione. Cristo promette di preservare i credenti dal periodo stesso che contiene le prove, ossia la tribolazione. Lo scopo della tribolazione, lo scopo del rapimento, il significato di 1 Tessalonicesi 5:9 e l’interpretazione di Apocalisse 3:10 danno tutti un chiaro sostegno alla posizione pre-tribolazionista. Se la Bibbia viene interpretata in modo letterale e coerente, la posizione pre-tribolazionista è l’interpretazione più biblicamente coerente.

Che cos'è la seconda venuta di Gesù Cristo?

La seconda venuta di Gesù Cristo è la speranza dei credenti che Dio ha il controllo di tutto ed è fedele alle promesse e alle profezie della Sua Parola. Nella Sua prima venuta, Gesù Cristo venne sulla terra come un bambino in una mangiatoia di Betlemme, proprio come era stato profetizzato. Gesù adempì molte profezie relative al Messia durante la Sua nascita, la Sua vita, il Suo ministero, la Sua morte e risurrezione. Tuttavia, ci sono alcune profezie riguardanti il Messia che Gesù non ha ancora adempiute. La seconda venuta di Cristo consisterà nel Suo ritorno per adempiere queste profezie restanti. Nella Sua prima venuta, Gesù fu il servo sofferente. Nella Sua seconda venuta, Gesù sarà il Re vittorioso. Nella Sua prima venuta, Gesù arrivò nelle circostanze più umili. Nella Sua seconda venuta, Gesù arriverà alla testa dei Suoi eserciti celesti.

I profeti dell’Antico Testamento non fecero queste distinzioni fra le due venute. Ciò si può vedere in Scritture come Isaia 7:14; 9:6-7 e Zaccaria 14:4. In conseguenza alle profezie che sembrano parlare di due individui, molti studiosi ebrei credevano che ci sarebbe stato sia un Messia sofferente sia un Messia vittorioso. Quello che non riuscirono a comprendere è che lo stesso Messia avrebbe ricoperto entrambi i ruoli. Gesù ricoprì il ruolo del re sofferente (Isaia 53) nella Sua prima venuta. Gesù ricoprirà il ruolo del liberatore d’Israele e di Re nella Sua seconda venuta. Zaccaria 12:10 e Apocalisse 1:7, descrivendo la seconda venuta, volgono lo sguardo indietro a Gesù che venne trafitto. Israele, e il mondo intero, farà cordoglio per non aver accettato il Messia quando venne la prima volta.

Dopo che Gesù ascese al cielo, gli angeli dichiararono agli apostoli: “Uomini di Galilea, perché state a guardare verso il cielo? Questo Gesù, che vi è stato tolto, ed è stato elevato in cielo, ritornerà nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo” (Atti 1:11). Zaccaria 14:4 identifica il luogo della seconda venuta come il monte degli Ulivi. In Matteo 24:30 è scritto: “Allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo; e allora tutte le tribù della terra faranno cordoglio e vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nuvole del cielo con gran potenza e gloria”. Tito 2:13 descrive la seconda venuta come un’“apparizione della gloria”.

Si parla in modo estremamente dettagliato della seconda venuta in Apocalisse 19:11-16: "Poi vidi il cielo aperto, ed ecco apparire un cavallo bianco. Colui che lo cavalcava si chiama Fedele e Veritiero; perché giudica e combatte con giustizia. I suoi occhi erano una fiamma di fuoco, sul suo capo vi erano molti diademi e portava scritto un nome che nessuno conosce fuorché lui. Era vestito di una veste tinta di sangue e il suo nome è la Parola di Dio. Gli eserciti che sono nel cielo lo seguivano sopra cavalli bianchi, ed erano vestiti di lino fino bianco e puro. Dalla bocca gli usciva una spada affilata per colpire le nazioni; ed egli le governerà con una verga di ferro, e pigerà il tino del vino dell’ira ardente del Dio onnipotente. E sulla veste e sulla coscia porta scritto questo nome: RE DEI RE E SIGNORE DEI SIGNORI".

Che cos'è il regno millenario? Esso dovrebbe essere inteso in senso letterale?

Il regno millenario è il nome dato al regno di 1.000 anni di Gesù Cristo sulla terra. Alcuni cercano di interpretare i 1.000 anni in modo allegorico. Alcuni intendono i 1.000 anni come un modo semplicemente simbolico per dire “un lungo periodo di tempo”. Questo sfocia nel fatto che alcuni non si aspettano un regno letterale e fisico di Gesù Cristo sulla terra. Tuttavia, sei volte in Apocalisse 20:2-7 si dice specificamente che il regno millenario ha una lunghezza di 1.000 anni. Se Dio avesse desiderato comunicare “un lungo periodo di tempo”, avrebbe potuto comodamente farlo senza menzionare esplicitamente e ripetutamente un’esatta cornice temporale.

La Bibbia ci dice che quando Cristo ritornerà sulla terra si stabilirà come Re a Gerusalemme, sedendo sul trono di Davide (Luca 1:32-33). I patti incondizionati richiedono un ritorno letterale e fisico di Cristo per stabilire il regno. Il patto abramitico promise una terra a Israele, una posterità, un governante e una benedizione spirituale (Genesi 12:1-3). Il patto palestinese promise a Israele un ritorno alla terra e un’occupazione del paese (Deuteronomio 30:1-10). Il patto davidico promise a Israele il perdono: il mezzo mediante cui la nazione avrebbe potuto essere benedetta (Geremia 31:31-34).

Alla seconda venuta, questi patti saranno adempiuti in quanto Israele sarà riunito dalle nazioni (Matteo 24:31), convertito (Zaccaria 12:10-14) e restituito alla terra sotto il governo del Messia, Gesù Cristo. La Bibbia parla delle condizioni durante il millennio come un ambiente perfetto a livello fisico e spirituale. Sarà un periodo di pace (Michea 4:2-4; Isaia 32:17-18); di gioia (Isaia 61:7, 10); di consolazione (Isaia 40:1-2); senza povertà (Amos 9:13-15) o malattia (Gioele 2:28-29). Inoltre, la Bibbia ci dice che solo i credenti entreranno nel regno millenario. Per questo motivo, sarà un periodo di completa giustizia (Matteo 25:37; Salmi 24:3-4), di ubbidienza (Geremia 31:33), di santità (Isaia 35:8), di verità (Isaia 65:16) e di pienezza dello Spirito Santo (Gioele 2:28-29). Cristo governerà come re (Isaia 9:3-7; 11:1-10), con Davide come reggente (Geremia 33:15, 17, 21; Amos 9:11). Governeranno anche i nobili e i governatori (Isaia 32:1; Matteo 19:28). Gerusalemme sarà il centro “politico” del mondo (Zaccaria 8:3).

Apocalisse 20:2-7 dà semplicemente il preciso periodo di tempo del regno millenario. Anche senza queste Scritture, ve ne sono innumerevoli altre che indicano un regno letterale del Messia sulla terra. L’adempimento di molti patti e promesse di Dio si fondano su un regno futuro, letterale e fisico. Non ci sono solide basi per respingere l’interpretazione letterale del regno millenario e della sua durata di 1.000 anni.

Chi sono i 144,000?

Il libro dell’Apocalisse ha sempre rappresentato una sfida per gli interpreti. Il libro infatti è pieno di forti immagini e di simbolismi che sono stati interpretati diversamente da varie persone in base ai propri preconcetti generali riguardanti il libro nel suo intero. Esistono quattro approcci interprativi principali al libro dell’Apocalisse: 1) L’approccio preterista (che ritiene che tutti o quasi tutti gli eventi dell’Apocalisse si sono giù verificati prima della fine del primo secolo); 2) L’approccio storicista (che ritiene che l’Apocalisse è una panoramica della storia della chiesa dai tempi apostolici ad oggi); 3) L’approccio idealista (che considera l’Apocalisse come una raffigurazione della lotta tra il bene ed il male); 4) L’approccio futurista (che considera l’Apocalisse come una profezia di tempi ancora futuri). Dei quattro approcci, solo l’approccio futurista interpreta l’Apocalisse usando il metodo storico-grammaticale che viene usato per il resto della Scrittura. L’approccio futurista calza anche meglio le affermazioni dell’Apocalisse stesso di esser un testo profetico (Apocalisse 1:3; 22:7, 10, 18, 19).

La risposta alla domanda riguardante l’identità dei 144.000 dipende dunque da quale approccio interpretativo viene dato al libro dell’Apocalisse. Tutti gli altri approcci, fatta eccezione di quello futurista, ritengono che il numero 144.000 sia un numero simbolico, e che rappresenta la totalità della chiesa (il numero 144.000 rappresenta simbolicamente la totalità – ossia il numero completo della chiesa). Eppure, se prendiamo letteralmente Apocalisse 7:4 “E udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila segnati di tutte le tribù dei figli d'Israele” nulla nel testo sembra giustificare altra interpretazione che si tratti di un numero letterale di Giudei – 12.000 presti da ognuna delle tribù dei “figli d’Israele”. Non esistono nel Nuovo Testamento brani chiari che indicano che Israele sia stato sostituito dalla chiesa.

Questi Giudei sono “sigillati”, il che significa che hanno una protezione speciale da parte di Dio sia da tutti i giudizi divini, sia dall’operato dell’Anticristo, in modo da poter adempiere la loro missione durante il periodo della tribolazione (si veda Apocalisse 6:17, dove si vede che sarà difficile resistere alla sua ira). Il periodo della tribolazione è un periodo futuro di sette anni nel quale Dio attuerà un giudizio divino contro coloro che Lo rifiutano e nel quale completerà il suo piano di salvezza per la nazione di Israele. Ciò è in armonia con la rivelazione che Dio ha dato a Daniele (Daniele 9:24-27). I 144.000 Giudei saranno una sorta di “primi frutti” (Apocalisse 14:4) di un Israele riscattato secondo le profezie (Zaccaria 12:10; Romani 11:25-27), la cui missione è di evangelizzare il mondo dopo il rapimento e proclamare il vangelo durante il periodo della tribolazione. Come risultato del loro ministero, una “folla immensa che nessuno poteva contare, proveniente da tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue” (Apocalisse 7:9) verrà alla fede in Cristo.

Molta confusione sul numero dei 144.000 deriva dalla falsa dottrina dei Testimoni di Geova. I Testimoni di Geova affermano che 144.000 è il numero limite delle persone che regneranno con Cristo in cielo e che passeranno l’eternità con Dio. Secondo i Testimoni di Geova, i 144.000 hanno quello che viene chiamata la speranza celeste. Coloro che non sono tra i 144.000 godranno invece ciò che loro chiamano la speranza terrena, ossia un paradiso in terra, sotto il regno di Cristo e dei 144.000. L’insegnamento dei Testimoni di Geova stabilisce una società di classe dopo la morte, con una classe regnante (i 144.000) e una classe governata. La Bibbia non insegna la dottrina della “doppia classe”. E’ vero che, secondo Apocalisse 20:4 ci saranno persone che regneranno durante il millennio con Cristo, ma queste persone saranno composte sia dalla chiesa (credenti in Gesù Cristo), dai santi dell’Antico Testamento (credenti che sono morti prima della prima venuta di Cristo) e dai santi della tribolazione (persone che accetteranno Cristo durante la tribolazione). Inoltre la Bibbia non pone un limite numerico a questo gruppo di persone. Infine, il millennio è diverso dallo stato eterno, che verrà inaugurato alla fine del millennio. In quel tempo, Dio dimorerà con noi nella Nuova Gerusalemme. Egli sarà nostro Dio e noi saremo Suo popolo (Apocalisse 21:3). L’eredità che ci è stata promessa in Cristo è che è stata sigillata dallo Spirito Santo (Efesini 1:13-14) diventerà allora nostra, e noi saremo co-eredi con Cristo (Romani 8:17).

Che cos'è la abominazione della desolazione?

La frase “abominazione della desolazione” si riferisce a Matteo 24:15 “Quando dunque avrete veduta l'abominazione della desolazione, della quale ha parlato il profeta Daniele, posta in luogo santo (chi legge pongavi mente)”. Questo testo è in riferimento a Daniele 9:27: “Egli stabilirà un saldo patto con molti, durante una settimana; e in mezzo alla settimana farà cessare sacrifizio e oblazione; e sulle ali delle abominazioni verrà un devastatore; e questo, finché la completa distruzione, che è decretata, non piombi sul devastatore”. Nel 167 a.C. un regnante Greco che si chiamava Antioco Epifane costruì un altare a Zeus sull’altare degli olocausti nel tempio Giudaico a Gerusalemme. Egli sacrificò anche un maiale sull’altare del Tempio a Gerusalemme. Questo evento è conosciuto come l'abominazione della desolazione.

In Matteo 24:15, Gesù stava parlando circa 200 anni dopo l'abominazione della desolazione appena descritta. Quindi è chiaro che Gesù stava profetizzando intorno ad un tempo futuro nel quale sarebbe avvenuta un’altra abominazione della desolazione in un tempio Giudaico a Gerusalemme. La maggior parte degli interpreti della profezia biblica crede che Gesù si stava riferendo all’Anticristo che avrebbe fatto una cosa molto simile a quella fatta da Epifane. Ciò è confermato dal fatto che una parte di quanto Daniele ha profetizzato in Daniele 9:27 non si è mai verificato nel 167 a.C. con Antioco Epifane. Egli infatti non confermò un patto con Israele per sette anni. Sarà l’Anticristo che, alla fine dei tempi, stabilirà un patto con Israele per sette anni e poi lo infrangerà con un atto simile all'abominazione della desolazione che avrà luogo nel tempio Giudaico a Gerusalemme.

Di qualsiasi cosa si tratti, l'abominazione della desolazione renderà chiaro che la persona che la compie è l’Anticristo. Apocalisse 13:14 lo descrive nel creare una sorta di immagine che tutti saranno obbligati ad adorare. Trasformare il tempio di Dio in un luogo di adorazione per l’Anticristo sarà realmente un’abominazione. Coloro che sono vivi e che rimangono durante la tribolazione dovranno vegliare e riconoscere questo evento come l’inizio dei tre anni e mezzo che rappresentano il periodo peggiore della tribolazione prima del ritorno del Signore Gesù. “Vegliate dunque, pregando in ogni tempo, affinché siate in grado di scampare a tutte queste cose che stanno per accadere, e di comparire dinanzi al Figliuol dell'uomo” (Luca 21:36).

Chi è l'anticristo?

Viene fatta molta speculazione sull’identità dell’anticristo. Alcuni dicono che corrisponda a Vladimir Putin, Mahmoud Ahmadinejad e Papa Benedetto XVI. Negli Stati Uniti si dice che potrebbe essere il Presidente Bill Clinton, George W. Bush o Barack Obama. Ma chi è quindi l’anticristo? Chi sarà in grado di riconoscerlo?

La Bibbia non spiega da dove verrà. Molti studiosi ipotizzano che verrà da una confederazione di dieci nazioni o da una rinascita dell’impero Romano, (Daniele 7:24-25, Apocalisse 17:7). Altri credono che potrebbe essere un Giudeo che dichiarerà di essere il Messia. Ma queste sono sole ipotesi, in quanto la Bibbia non fornisce dettagli sul luogo dal quale verrà o di quale nazionalità sarà. Un giorno, l’anticristo si rivelerà. In seconda Tessalonicesi 2:3-4 vi è scritto come lo riconosceremo: “ Nessuno vi inganni in alcun modo; poiché quel giorno non verrà se prima non sia venuta l’apostasia e non sia stato manifestato l’uomo del peccato, il figlio della perdizione, l’avversario, colui che s’innalza sopra tutto ciò che è chiamato Dio od oggetto di culto; fino al punto da porsi a sedere nel tempio di Dio, mostrando sé stesso e proclamandosi Dio”. Probabilmente coloro che vedranno l’anticristo saranno molto sorpresi della sua identità. L’anticristo potrebbe già essere nato. Martin Lutero era convinto che l’anticristo fosse il papa della sua epoca. Nel 1940 molti credevano che Hitler fosse l’anticristo.

Ma, al giorno d’oggi, possiamo affermare che tutte queste ipotesi erano false. Dovremmo mettere da parte le nostre ipotesi e speculazioni per concentrarci invece su ciò che la Bibbia ci dice a riguardo. Nell’Apocalisse, nel capitolo 13, ai versetti dal 5 all’8 vi è scritto: “ E le fu data una bocca che proferiva parole arroganti e bestemmie. E le fu dato potere di agire per quarantadue mesi. Essa aprì la bocca per bestemmiare contro Dio, per bestemmiare il Suo nome, il Suo tabernacolo e quelli che abitano nel cielo. Le fu pure dato di far guerra ai santi e di vincerli, di avere autorità sopra ogni tribù, popolo, lingua, nazione. L’adoreranno tutti gli abitanti della terra i cui nomi non sono scritti fin dalla creazione del mondo nel libro della vita dell’Agnello che è stato immolato.”

Che cos'è l'Apocalisse?

La parola “apocalisse” viene dal termine greco apocalupsis e significa “rivelare, svelare o togliere la copertura”. Il libro dell’Apocalisse è chiamato “Apocalisse di Giovanni” perché è il libro dove Dio rivela gli eventi della fine dei tempi all’apostolo Giovanni. Inoltre, la parola greca per “apocalisse” è la prima parola nel testo Greco del libro dell’Apocalisse. La frase “letteratura apocalittica” è usata per descrivere i simboli, le immagini e i numeri di eventi futuri. Al di fuori dell’Apocalisse, esempi di letteratura apocalittica nella Bibbia si trovano in Daniele capitoli 7-12, Isaia capitoli 24-27, Ezechiele capitoli 37-41 e Zaccaria capitoli 9-12.

Perché la letteratura apocalittica è stata scritta con questi simboli ed immagini? I libri apocalittici sono stato scritti un tempo nel quale era più prudente camuffare il messaggio con immagini e simbolismi piuttosto che comunicarlo con parole chiare. Inoltre, i simbolismi creavano un elemento di mistero sui dettagli riguardanti i luoghi e i tempi. Lo scopo di questi simbolismi non era tuttavia di creare confusione, ma di istruire ed incoraggiare i seguaci di Dio in tempi difficili.

Al di là del significato specifico biblico, il termine “apocalisse” è spesso usato per parlare della fine dei tempi in generale, o in modo particolare degli ultimissimi tempi. Gli eventi della fine dei tempi, come il ritorno di Cristo e la battaglia di Harmaghedon, sono spesso chiamati Apocalisse. L’Apocalisse sarà la rivelazione finale di Dio, della Sua ira, della Sua giustizia, e infine del Suo amore. Gesù Cristo è l’”apocalisse” supremo di Dio, perché Egli ci ha rivelato Dio (Giovanni 14:9; Ebrei 1:2).

Che cos'è la battaglia di Armagheddon?

La parola Harmaghedon viene da una parola ebraica Har-Magedone che significa “Monte Meghiddo”. Questa parola è diventata sinonimo della battaglia futura nella quale Dio interverrà per distruggere le armate dell’Anticristo secondo le profezie bibliche (Apocalisse 16:16; 20:1-3, 7-10). Ci saranno molte persone coinvolte nella battaglia di Harmaghedon quando le nazioni si incontreranno per combattere contro Cristo.

L’esatta località della valle di Harmaghedon è incerta perché non esiste una montagna dal nome Meghiddo. Tuttavia, dato che “Har” può anche significare collina, il luogo più probabile è la campagna collinosa che circonda la valle di Meghiddo, a circa cento chilometri al nord di Gerusalemme. In quella regione sono state combattute più di duecento battaglie. La valle di Meghiddo e la vicina valle di Esdraelon saranno il punto focale della battaglia di Armagheddon, che pervaderà tutta la lunghezza di Israele fino al sud alla città Edomita di Botzra (Isaia 63:1). La valle di Harmaghedon è stata famosa per due grandi vittorie nella storia di Israele: 1) la vittoria di Barac sui Cananei (Giudici 4:15) e 2) la vittoria di Gedeone sui Madianiti (Giudici 7). Harmaghedon è stato anche il luogo di due grande tragedie: 1) la morte di Saul e dei suoi figli (1 Samuele 31:8) e 2) la morte del re Giosia (2 Re 23:29-302 Cronache 35:22).

A causa di questa storia, la valle di Harmaghedon è diventata il simbolo del conflitto finale tra Dio e le forze del male. La parola Harmaghedon si trova soltanto in Apocalisse 16:16, “Ed essi li radunarono nel luogo che si chiama in ebraico Harmaghedon.” Questo brano parla dei re che sono fedeli all’Anticristo e che si radunano per l’assalto finale contro Israele. Ad Harmaghedon sarà versato “il calice del vino del furor dell'ira sua (di Dio)” (Apocalise 16:19), e l’Anticristo e i suoi seguaci saranno sconfitti. Harmaghedon è diventato un termine generale che viene usato per parlare della fine del mondo, e non solo per descrivere la battaglia della valle di Meghiddo.

Cos'è il giorno del Signore?

L’espressione “il giorno del Signore” riguardano un periodo nel quale avvengono una serie di fatti particolari descritti in Isaia 7:18-25. Essi avverranno alla fine della storia. Solitamente la parola “giorno” comprende il periodo che racchiude tutti questi eventi. Durante quei tempi avverranno eventi nei quali vi sarà un intervento, diretto o indiretto, da parte di Dio inerenti alla realizzazione del Suo Piano.

La maggior parte delle persone associa al “giorno del Signore” un giorno speciale o un periodo di tempo in cui la volontà di Dio e lo scopo per il Suo mondo e per tutta la specie umana saranno realizzati. Per coloro che ritengono che sia non solo un giorno, ma un periodo, immaginano che sarà un tempo in cui Cristo regnerà aspettando l’eternità. Altri credono che sarà un evento istantaneo in cui Cristo ritornerà per redimere i credenti e gettare nell’eterna con dannazione i non credenti.

L’espressione “il giorno del Signore” è usata 19 volte nell’Antico Testamento, (Isaia 2:12; 13:6. 9; Ezechiele 13:5, 30:3; Gioele 1:15; 2:1, 11, 31; 3:14; Amos 5:1820; Obdia 15; Sofonia 1:7, 14; Zaccaria 14:1; Malachia 4:5) e quattro volte nel Nuovo Testamento, (Atti 2: 20; 2 Tessalonicesi 2:2; 2 Pietro 3:10) Inoltre si allude a questo giorno anche in altri libri, come in Apocalisse 6:17; 16:14.

Nei brani dell’Antico Testamento viene sottolineato l’aspetto dell’imminenza, di vicinanza temporale e aspettazione: “ Urlate, poiché il Giorno del Signore è vicino!”, Isaia 13:6. “Poiché il giorno è vicino, il Signore è vicino”, Ezechiele 30:3. “Tremino tutti gli abitanti del paese, perché il giorno del Signore viene, è vicino”, Gioele 2:1. “ C’è una folla, una moltitudine, nella valle del Giudizio! Perché il giorno del Signore è vicino, nella valle del Giudizio.” Gioele 3:14. “Tacete davanti al Signore, Dio, poiché il giorno del Signore è vicino”; Sofonia 1: 7. Difatti nell’Antico Testamento si parla di profezie vicine e future. Alcuni passi dell’Antico Testamento parlano di profezie che si sono già avverate, (Isaia 13:6-22; Ezechiele 30:2-19; Gioele 1:15, 3:14; Amos 5:18-20; Sofonia 1:14-18), mentre altri passi si riferiscono a eventi futuri, ( Gioele 2:30-32; Malachia 4:1-5).

Nel Nuovo Testamento viene chiamato il giorno dell’ira o il grande giorno dell’Iddio Altissimo, (Apocalisse 16:4) e si riferisce ad avvenimenti futuri quando l’ira di Dio si riverserà sul popolo d’Israele che non ha creduto, (Isaia 22; Geremia 30:1-17; Gioele 1-2; Amos 5; Sofonia 1) e sul mondo che non ha creduto, ( Ezechiele 38-39; Zaccaria 14). Le Scritture proclamano che il giorno sarà rapido, come un ladro nella notte, ( Sofonia 1:14-15; 2 Tessalonicesi 2:2). Perciò i credenti devono tenersi pronti per il ritorno di Cristo, che potrebbe avvenire in qualsiasi momento.

Oltre che un tempo di giudizio, sarà anche un tempo di salvezza, in cui avverrà la profezia secondo cui “ tutto Israele sarà salvato”, ( Romani 11:26). Poiché saranno perdonati e riporterà il Suo popolo nella terra promessa ad Abramo, (Isaia 10:27; Geremia 30:19-31, 40; Michea 4; Zaccaria 13). Inoltre nel giorno del Signore “l’alterigia sarà umiliata e l’orgoglio di ognuno sarà abbassato; il Signore solo sarà esaltato in quel giorno”, Isaia 2:17. La totale realizzazione delle profezie sul giorno del Signore avverranno alla fine della storia, quando Dio con il Suo immenso potere, punirà i malvagi e adempirà tutte le Sue promesse.

Qual è la differenza tra il Rapimento e la Seconda Venuta?


Il rapimento e la seconda venuta di Cristo sono due eventi che spesso vengono confusi tra di loro. A volte è difficile determinare se un brano biblico si riferisce al rapimento o alla seconda venuta. Tuttavia, nello studio delle profezie bibliche della fine dei tempi è molto importante distinguere i due eventi.

Il rapimento è il momento in cui Gesù Cristo tornerà per rapire la chiesa (tutti i credenti in Cristo) dalla terra. Il rapimento è descritto in 1 Tessalonicesi 4:13-18 e in 1 Corinzi 15:50-54. I credenti che sono morti risusciteranno con i loro copri e, insieme ai credenti ancora in vita, incontreranno tutti il Signore nell’aria. Tutto ciò accadrà in un momento, nel batter di un occhio. La seconda venuta invece è quando Gesù tornerà a sconfiggere l’Anticristo, a distruggere il male e a stabilire il suo regno di mille anni. La seconda venuta viene descritta in Apocalisse 19:11-16.

Ecco le differenze importanti tra il rapimento e la seconda venuta:

1) Al rapimento i credenti incontreranno il Signore nell’aria (1 Tessalonicesi 4:17). Alla seconda venuta i credenti ritorneranno con il Signore in terra (Apocalisse 19:14).

2) La seconda venuta è dopo la grande e terribile tribolazione (Apocalisse capitoli 6-19). Il rapimento avviene prima della tribolazione (1 Tessalonicesi 5:9; Apocalisse 3:10).

3) Il rapimento è quando i credenti verranno tolti dalla terra come gesto di liberazione (1 Tessalonicesi 4:3-17; 5:9). Alla seconda venuta i non credenti verranno rimossi come atto di giudizio (Matteo 24:40-41).

4) Il rapimento sarà segreto e istantaneo (1 Corinzi 15:50-54). La seconda venuta sarà visibile a tutti (Apocalisse 1:7; Matteo 24:29-30).

5) La seconda venuta di Cristo non succederà prima di altri eventi alla fine dei tempi (2 Tessalonicesi 2:4; Matteo 24:15-30; Apocalisse capitoli 6-18). Il rapimento sarà immediato; potrebbe avvenire in qualsiasi momento (Tito 2:12; 1 Tessalonicesi 4:13-18; 1 Corinzi 15:50-54).

Perché è importante tenere distinti il rapimento e la seconda venuta?

1) Se il rapimento e la seconda venuta fossero lo stesso evento, i credenti dovrebbero passare attraverso la tribolazione (1 Tessalonicesi 5:9; Apocalisse 3:10).

2) Se il rapimento e la seconda venuta fossero lo stesso evento, il ritorno di Cristo non è imminente in quanto ci sono molte cose che devono succedere prima (Matteo 24:4-30).

3) Nel descrivere il periodo della tribolazione, Apocalisse capitoli 6-19 non menziona la chiesa. Durante la tribolazione – chiamata anche “il tempo di distretta di Giacobbe” (Geremia 30:7) – Dio volgerà nuovamente la sua attenzione principale a Israele (Romani 11:17-31).

Il rapimento e la seconda venuta sono eventi simili ma distinti. Entrambe riguardano il ritorno di Gesù. Entrambe sono eventi della fine dei tempi. Tuttavia è molto importante riconoscere le differenze. Riassumendo, il rapimento è il ritorno di Cristo sulle nuvole per rapire tutti i credenti dalla terra prima del tempo dell’ira di Dio. La seconda venuta è il ritorno di Cristo in terra per mettere fine alla tribolazione e sconfiggere l’Anticristo e il suo impero mondiale malvagio.

In che modo dobbiamo vivere alla luce del ritorno di Cristo?


Noi crediamo che il ritorno di Cristo sia imminente, ossia che il Suo ritorno potrebbe avvenire in qualunque momento. Insieme all’apostolo Paolo aspettiamo “la beata speranza e l'apparizione della gloria del nostro grande Iddio e Salvatore, Cristo Gesù” (Tito 2:13). Sapendo che il Signore potrebbe tornare oggi, alcuni sono tentati di non fare più nulla e semplicemente incrociare le braccia in attesa.

C’è tuttavia una grande differenza tra non sapere che Gesù potrebbe tornare oggi e saperlo. Gesù ha detto: “Ma quant'è a quel giorno ed a quell'ora nessuno li sa” (Matteo 24:36). Il tempo della sua venuta è qualcosa che Dio non ha rivelato a nessuno, e quindi, fino al momento in cui Lui ci chiama a Sé, dobbiamo continuare a servirlo. Nella parabola di Gesù dei dieci talenti, il re istruisce i suoi servitori a “lavorare fin quando torno” (Luca 19:13).

Il ritorno di Cristo è sempre rappresentato nella Scrittura come una forte motivazione all’azione, e mai come motivo di tirare i remi in barca. In 1 Corinzi 15:58, Paolo riassume il suo insegnamento sul rapimento dicendo: “siate abbondanti sempre nell’opera del Signore”. In 1 Tessalonicesi 5:6, Paolo conclude una lezione sulla venuta di Cristo dicendo: “non dormiamo dunque come gli altri; ma vegliamo e siamo sobrî”. Tirare i remi in barca non è un comportamento che Gesù prevede per noi. Invece, dobbiamo lavorare fin quanto possiamo. “La notte viene in cui nessuno può lavorare” (Giovanni 9:4).

Gli apostoli hanno vissuto e prestato il loro servizio spinti dall’idea che Gesù poteva tornare nel corso della loro vita. Che cosa sarebbe successo se invece si fossero fermati da tutta la loro opera per aspettare? Essi avrebbero disobbedito al comandamento di Gesù di “andare in tutto il mondo a predicare il vangelo ad ogni creatura” (Marco 16:15) e il vangelo non sarebbe giunto in tutto il mondo. Gli apostoli hanno ben capito che il ritorno imminente di Gesù significava che loro dovevano darsi da fare nell’opera di Dio. Essi vissero la vita in modo pieno, come se ogni giorno dovesse essere l’ultimo. Così anche noi, dobbiamo considerare ogni giorno come un dono da usare per glorificare Dio.


Chi sono i quattro cavalieri dell'Apocalisse?


I quattro cavalieri dell’Apocalisse sono descritti in Apocalisse 6:1-8: "1 Poi vidi quando l'Agnello aperse il primo dei sette sigilli, e udii uno dei quattro esseri viventi, che diceva come con voce di tuono: «Vieni e vedi». 2 E io vidi, ed ecco un cavallo bianco. E colui che lo cavalcava aveva un arco e gli fu data una corona, ed egli uscì fuori come vincitore e per vincere. 3 Quando egli aperse il secondo sigillo, udii il secondo essere vivente che diceva: «Vieni e vedi». 4 Allora uscì fuori un altro cavallo rosso; e a colui che lo cavalcava fu dato di togliere la pace dalla terra, affinché gli uomini si uccidessero gli uni gli altri, e gli fu data una grande spada. 5 Quando egli aperse il terzo sigillo udii il terzo essere vivente che diceva: «Vieni e vedi». E io vidi, ed ecco un cavallo nero; e colui che lo cavalcava aveva una bilancia in mano. 6 E udii una voce in mezzo ai quattro esseri viventi che diceva: «Un chenice di frumento per un denaro e tre chenici d'orzo per un denaro, e non danneggiare né l'olio né il vino». 7 Quando egli aperse il quarto sigillo, udii la voce del quarto essere vivente che diceva: «Vieni e vedi». 8 E io vidi, ed ecco un cavallo giallastro; e colui che lo cavalcava aveva nome la Morte, e dietro ad essa veniva l'Ades. E fu loro data potestà sulla quarta parte della terra, per uccidere con la spada, con la fame, con la morte e mediante le fiere della terra". I quattro cavalieri sono descrizioni simboliche di diversi eventi che succederanno alla fine dei tempi. Il primo cavaliere dell’Apocalisse è menzionato in Apocalisse 6:2: “E vidi, ed ecco un cavallo bianco; e colui che lo cavalcava aveva un arco; e gli fu data una corona, ed egli uscì fuori da vincitore, e per vincere.” Il primo cavaliere si riferisce all’Anticristo al quale sarà data autorità di conquistare tutti coloro che si oppongono a lui. L’Anticristo è l’imitatore falso del vero Cristo, che ritornerà a sua volta su un cavallo bianco (Apocalisse 19:11-16).

Il secondo cavaliere dell’Apocalisse appare in Apocalisse 6:4: “E uscì fuori un altro cavallo, rosso; e a colui che lo cavalcava fu dato di toglier la pace dalla terra affinché gli uomini si uccidessero gli uni gli altri, e gli fu data una grande spada.” Il secondo cavaliere si riferisce alla guerra terribile che si scatenerà alla fine dei tempi. Il terzo cavaliere è descritto in Apocalisse 6:5-6: “E quando ebbe aperto il terzo suggello, io udii la terza creatura vivente che diceva: Vieni. Ed io vidi, ed ecco un cavallo nero; e colui che lo cavalcava aveva una bilancia in mano. E udii come una voce in mezzo alle quattro creature viventi che diceva: Una chènice di frumento per un denaro e tre chènici d'orzo per un denaro; e non danneggiare né l'olio né il vino.” Il terzo cavaliere dell’Apocalisse si riferisce ad una grande carestia che probabilmente sarà conseguente alle guerre del secondo cavaliere.

Il quarto cavaliere è menzionato in Apocalisse 6:8: “E io vidi, ed ecco un cavallo giallastro; e colui che lo cavalcava avea nome la Morte; e gli teneva dietro l'Ades. E fu loro data potestà sopra la quarta parte della terra di uccidere con la spada, con la fame, con la mortalità e con le fiere della terra.” Il quarto cavaliere dell’Apocalisse simboleggia la morte e la devastazione. Sembra essere una combinazione dei cavalieri precedenti. Il quarto cavaliere dell’Apocalisse porterà altre guerre e terribili carestie insieme a grandi piaghe e malattie. Ciò che stupisce di più, o meglio che terrorizza di più, è che i quattro cavalieri dell’Apocalisse sono solo i precursori di giudizi ancora peggiori che verranno più avanti nella tribolazione (Apocalisse capitoli 8-9 e 16).




Cos'è il marchio della bestia, (666)?


In Apocalisse 13:15-18 troviamo il brano più lungo riguardo alla bestia. Altri riferimenti ad essa si trovano in Apocalisse 14:9, 11, 15:2, 16:2, 19:20 e 20:4. Questo marchio contraddistingue i seguaci dell’Anticristo e del falso profeta. Il falso profeta, (la seconda bestia), è colui che impone il marchio. Il marchio non è un tesserino da portare, ma un simbolo impresso sulla fronte o sulla mano.

I recenti studi scientifici e medici sui microchip impiantati nei corpi, hanno aumentato l’interesse per il marchio di cui si parla in Apocalisse 13. E’ dunque possibile che la tecnologia che vediamo oggi possa essere lo stadio iniziale del metodo che userà la bestia per applicare il suo marchio. Il marchio sarà dato solo a coloro che loderanno l’Anticristo. Avere un microchip medico nella mano o sulla fronte non corrisponde al marchio della bestia. Difatti esso sarà un simbolo di identificazione richiesto dall’Anticristo per comprare o vendere.

Molti studiosi dell’Apocalisse sono in disaccordo circa la natura del marchio. Alcuni, invece del microchip, ipotizzano una carta d’identità particolare, o un codice a barra tatuato sottopelle, oppure un semplice marchio che dimostri che quell’uomo è fedele all’Anticristo. Tutte queste opinioni son possibili, ma sono solo ipotesi, tutte egualmente valide. Ad ogni modo non dovremmo perdere tempo in questo genere di ipotesi.

Anche il significato del numero 666 è un mistero. Alcuni hanno immaginato che potesse esserci una qualche connessione con il giorno 6 Giugno 2006, 6/6/06. In realtà nel capitolo 13 dell’Apocalisse il numero 666 corrisponde ad un uomo, non ad una data. In Apocalisse 13: 18 vi è scritto: “Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza, calcoli il numero della bestia, perché è un numero d’uomo; e il suo numero è seicentosessantasei.” In qualche modo il numero 666 rappresenterà l’identità dell’Anticristo. Per diversi secoli alcuni studiosi hanno identificato delle persone specifiche con questo numero, ma le loro ipotesi non hanno portato a nulla. Non a caso nell’Apocalisse vi è scritto che è necessaria la sapienza per comprendere il numero 666. Quando l’Anticristo si rivelerà, (2 Tessalonicesi 2:3-4), sarà chiaro ed anche il numero 666 rappresenterà la sua identità in maniera inequivocabile.

Come posso comprendere il libro dell'Apocalisse?


La chiave per comprendere la Bibbia, soprattutto il libro dell’Apocalisse, è di conoscere l’ermeneutica. L’ermeneutica è lo studio che fornisce gli strumenti per interpretare i testi antichi. E’ quindi anche la scienza che può permettere di interpretare e comprendere la Bibbia. Con l’ermeneutica, se non è esplicitato dal testo che si sta utilizzando un lessico metaforico, possiamo comprendere il senso del brano. Non dobbiamo cercare un altro significato se il brano letto testualmente è già chiaro nel suo messaggio. Per di più non è nostro compito attribuire al brano nuovi significati, quando l’autore, sotto la guida dello Spirito Santo, è stato molto chiaro nell’esplicitare il messaggio.

Un esempio è dato dall’Apocalisse al capitolo 20. Molti hanno interpretato la durata dei mille anni. Ma, in realtà, non è detto che vada interpretato. Forse non significa altro se non che un periodo reale di mille anni.

Un esempio può essere trovato in Apocalisse 1:19. Nel primo capitolo, è Gesù risorto che parla direttamente a Giovanni. Cristo dice a Giovanni di scrivere “le cose che devono avvenire tra breve, e che Egli ha fatto conoscere mandando il Suo angelo al Suo servo Giovanni”. Le cose che Giovanni ha già viste sono nel primo capitolo. Le cose che Giovanni vede, (poiché stanno avvenendo nel suo tempo), sono nei capitoli 2 e 3, (le lettere alle chiese). Le cose che avverranno, (nel futuro), si trovano nei capitoli 4 e 22.

Parlando in generale, i capitoli 4-18 dell’Apocalisse riguardano il giudizio di Dio sugli uomini della terra. Questi giudizi non riguardano le chiese, ( 1 Tessalonicesi 5:2,9). Difatti le chiese saranno state rapite prima che Dio avrà iniziato il suo giudizio, (1 Tessalonicesi 4:13-18, 1 Corinzi 15:51-52). I capitoli 4-18 descrivono un “tempo di angoscia di Giacobbe”, angoscia per Israele, ( Geremia 30:7; Daniele 9:12, 12:1). Sarà un periodo in cui Dio giudicherà i non credenti per la loro ribellione contro di Lui.

Il capitolo 19 descrive il ritorno di Cristo assieme alla chiesa, la sposa di Cristo. Sconfigge la bestia ed i falsi profeti e li getta nel lago del fuoco. Nel capitolo 20, Cristo lega Satana e lo getta nell’abisso. Poi Cristo regnerà per mille anni sulla Terra. Alla fine dei mille anni, Satana è sciolto e guiderà una ribellione contro Dio. Satana sarà sconfitto e gettato nel lago del fuoco. Vi è poi il Giudizio Finale, il giudizio per tutti i non credenti, i quali saranno gettati nel lago del fuoco.

I capitoli 21 e 22 parlano dell’eternità. In questi capitoli Dio ci dice come sarà l’eternità con Lui. Il libro dell’Apocalisse è comprensibile. Dio non ce l’avrebbe dato se fosse stato un libro completamente incomprensibile o se fosse stato solo un libro misterioso. La chiave per interpretarla è dunque leggerla il più letteralmente possibile, vi è scritto cosa significa e intende esattamente cosa vi è scritto.


Cos'è l'ermeneutica biblica?


L'ermeneutica biblica è lo studio dei principi e dei metodi di interpretazione del testo della Bibbia. Il secondo libro di Timoteo 2:15 ordina ai credenti di impegnarsi nell'ermeneutica: "Studiati di presentare te stesso approvato davanti a Dio, operaio che […] esponga rettamente la parola della verità." Lo scopo dell'ermeneutica biblica è quello di aiutarci a capire come poter interpretare, comprendere ed applicare la Bibbia in modo adeguato.

La legge più importante dell'ermeneutica biblica è che la Bibbia dovrebbe essere interpretata letteralmente. Dobbiamo capire la Bibbia nel Suo significato normale o semplice, a meno che il passaggio sia inteso chiaramente in senso simbolico o se vengono usate figure retoriche. La Bibbia significa quel che significa e vuol dire quello che dice. Per esempio, quando in Marco 8:19, Gesù sostiene di aver dato da mangiare a "cinquemila", la legge dell'ermeneutica prevede che dobbiamo intendere cinquemila in senso letterale: c'era una folla di cinquemila persone affamate alle quali un Salvatore capace di compiere miracoli offrì pane e pesce. Ogni tentativo di "spiritualizzare" il numero, o negare un miracolo letterale è fare ingiustizia al testo ed ignorare la funzione della lingua, ovvero quella di comunicare. Alcuni interpreti fanno l'errore di provare a leggere tra le righe della Scrittura, per ottenere significati esoterici che non sono davvero nel testo, come se ogni passaggio avesse una verità spirituale nascosta da cercare o decifrare. L'ermeneutica biblica ci permette di rimanere fedeli al significato inteso dalla Scrittura e ci impedisce di allegorizzare versetti della Bibbia che dovrebbero essere intesi letteralmente.

Una seconda legge cruciale dell'ermeneutica biblica è che i passaggi devono essere interpretati storicamente, in senso grammaticale e contestualmente. Interpretare un passaggio storicamente significa che dobbiamo cercare di capire la cultura, lo sfondo storico e la situazione che portarono al testo. Per esempio, per poter comprendere appieno la fuga di Giona in Giona 1:1–3, dovremmo ricercare la storia degli assiri relazionata ad Israele. Interpretare un passaggio grammaticalmente comporta che una persona segua le regole della grammatica e riconosca le sfumature della lingua ebraica o greca. Per esempio, quando Paolo scrive "del grande Dio e Salvatore nostro, Gesú Cristo" in Tito 2:13, le regole della grammatica mostrano che Dio e Salvatore sono termini paralleli e sono entrambi in apposizione a Gesù Cristo. In altre parole, Paolo chiama chiaramente Gesù "grande Dio." Interpretare un passaggio in senso contestuale significa considerare il contesto di un versetto o di un passaggio quando proviamo a determinarne il significato. Il contesto include i versetti immediatamente precedenti e successivi, il capitolo, il libro, e, in senso più ampio, l'intera Bibbia. Per esempio, molte affermazioni enigmatiche nel libro dell'Ecclesiaste sono state scritte dalla prospettiva terrestre "sotto il sole" (Ecclesiaste 1:3). Difatti, l'espressione sotto il sole viene ripetuta circa 30 volte nel libro, stabilendo il contesto per tutto quello che è "vanità" in questo mondo.

Una terza legge dell'ermeneutica biblica è che la Scrittura è sempre la miglior interprete della Scrittura. Per questa ragione, paragoniamo sempre la Scrittura a Se Stessa quando proviamo a determinare il significato di un passaggio. Per esempio, quando Isaia condannò il desiderio di Giuda di cercare l'aiuto dell'Egitto e il suo affidarsi ad una forte cavalleria (Isaia 31:1), egli era motivato, in parte, dal comando esplicito di Dio che la Sua gente non andasse in Egitto per cercare cavalli (Deuteronomio 17:16).

Alcune persone evitano di studiare l'ermeneutica biblica perché credono incorrettamente che essa limiti la loro abilità di apprendere nuove verità dalla Parola di Dio, o che soffochi la luce della Scrittura fornita dallo Spirito Santo. Ma i loro timori sono infondati. L'ermeneutica biblica è tutta una questione di come scoprire l'interpretazione corretta del testo ispirato. Lo scopo dell'ermeneutica biblica è quello di proteggerci dall'applicare in modo scorretto la Scrittura o permettere al pregiudizio di influenzare la nostra comprensione della verità. La Parola di Dio è verità (Giovanni 17:17). Vogliamo vedere la verità, conoscere la verità, e vivere la verità al meglio che possiamo, ed ecco perché l'ermeneutica biblica è vitale.

 
 

Chi o cos'è la meretrice di Babilonia / il mistero di Babilonia?

Parte della visione di Giovanni nell'Apocalisse include una descrizione simbolica di un'entità nota come "Mistero di Babilonia" o "La meretrice di Babilonia." Apocalisse 17:1–2 descrive la visione: "Poi uno dei sette angeli che avevano le sette coppe venne e mi disse: «Vieni, io ti mostrerò il giudizio della grande meretrice, che siede sopra molte acque, con la quale hanno fornicato i re della terra, e gli abitanti della terra sono stati inebriati col vino della sua fornicazione»." Apocalisse 17:5 fornisce il suo nome: "Sulla sua fronte era scritto un nome: «Mistero, Babilonia la grande, la madre delle meretrici e delle abominazioni della terra»."

Secondo l'Apocalisse 17:3, la meretrice della visione siede su una bestia scarlatta con sette teste e dieci corna e "piena di nomi di bestemmia." La bestia in questo versetto è la stessa bestia nell'Apocalisse 13:1 (la descrizione è esattamente la stessa), una bestia simbolica dell'Anticristo, l'uomo senza legge (cfr. 2 Tessalonicesi 2:3–4; Daniele 9:27). Dunque, la meretrice di Babilonia, chiunque o qualunque cosa essa sia, è strettamente legata all'Anticristo della fine dei tempi.

Il fatto che ci si riferisca alla meretrice di Babilonia come "mistero" significa che non possiamo essere completamente certi della sua identità. Il passaggio, tuttavia, ci fornisce alcuni indizi. Apocalisse 17:9 dice: "Qui sta la mente che ha sapienza: le sette teste sono sette monti, sui quali la donna siede." Alcuni commentatori associano questo passaggio alla Chiesa Cattolica Romana perché nei tempi antichi la città di Roma era nota come la "città dei sette colli." Tuttavia, il versetto 10 continua a spiegare che i sette colli rappresentano sette re o regni, dei quali: cinque sono caduti, uno è attualmente in vita e uno verrà. Dunque, la "meretrice di Babilonia" non può riferirsi solo a Roma. Piuttosto, è connessa con sette imperi mondiali differenti (uno dei quali nel futuro).

Apocalisse 17:15 collega la meretrice a "popoli, moltitudini, nazioni e lingue." La meretrice di Babilonia avrà grande influenza mondiale. Allo stesso modo eserciterà un dominio sul mondo in quanto è "la donna che hai visto è la grande città che regna sui re della terra" (Apocalisse 17:18). Tuttavia, in un certo momento, i re che governano sotto l'Anticristo si scaglieranno contro di lei con odio e la distruggeranno (Apocalisse 17:16).

Il mistero della meretrice di Babilonia può essere risolto? Sì, almeno parzialmente. La meretrice di Babilonia è un sistema mondiale malvagio, controllato dall'Anticristo, durante la Tribolazione. I re della Terra commetteranno "adulterio" con lei, e gli abitanti della Terra saranno "intossicati" dal loro adulterio. Spesso, nella Scrittura, l'adulterio viene usato come metafora per l'idolatria e l'infedeltà spirituale (Per esempio Esodo 34:16; Ezechiele 6:9). Sembra che la meretrice di Babilonia sia il culmine di tutti i falsi sistemi religiosi nel corso della storia. Il fatto che sia "ebbra del sangue dei santi" (Apocalisse 17:6) mostra il suo odio per la religione vera e divina, e la sua orribile morte mostra l'odio di Dio per la religione falsa e sacrilega (versetti 16–17).


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