Perché gli Ebrei non riconoscono Gesù come Messia?



Prefazione:

Il Muro del Pianto, noto anche come Muro Occidentale, è una sezione alta 57 metri dell'antico muro di cinta costruito da Erode il Grande come muro di contenimento del complesso del Monte del Tempio. Il Muro del Pianto si trova sulla parte occidentale del Monte del Tempio, nell'antica città di Gerusalemme. Erode il Grande costruì gli strati più antichi del muro tra il 20 e il 19 a.C., durante l'edificazione del secondo tempio ebraico. Il muro si estende per 487 metri, ma le case costruite a ridosso dello stesso celano molta della sua lunghezza. Oggi, la parte esposta del Muro del Pianto si trova di fronte ad una grande piazza nel Quartiere Ebraico, ed è stata meta di pellegrinaggi e preghiere per gli Ebrei sin dal XVI secolo. Bisognerebbe notare che gli Ebrei di solito non usano il termine Muro del Pianto, e preferiscono il termine Muro Occidentale, o Ha-Kotel ("il Muro").


Sotto il livello della strada sono presenti almeno diciassette strati del Muro del Pianto, ma le massicce pietre inferiori (ashlar) della parte visibile del muro risalgono ai tempi di Erode. Tali pietre calcaree colossali, pesanti ciascuna da una a otto tonnellate, furono create con precisione magistrale, perché si incastrassero perfettamente senza bisogno di calce. Alcune delle giunture, però, si sono erose, e gli Ebrei ortodossi inseriscono foglietti con preghiere scritte tra gli interstizi delle rocce inferiori. Ogni giorno, molti Ebrei si riuniscono presso il muro per pregare, cantare e muoversi ondeggiando davanti a esso. Recitano giornalmente preghiere dello Shabbat, e celebrano Bar e Bat Mitzvah.

Il Muro del Pianto prende il suo nome dal termine tradizionale arabo con il quale viene chiamato il muro, El-Mabka ("il Luogo del Pianto"), a causa del dolore espresso dagli Ebrei per la perdita del loro tempio. Gli Ebrei smisero di usare il termine Muro del Pianto dopo la Guerra dei Sei Giorni nel 1967. Quando Gerusalemme tornò sotto la sovranità di Israele, gli Ebrei presero la decisione ufficiale che il Muro Occidentale avrebbe dovuto essere un luogo di celebrazione generale, anziché di pianto.

Ogni anno, in occasione del Tisha B'Av ad agosto, gli Ebrei fanno un digiuno per commemorare la distruzione di entrambi i loro templi; durante questa celebrazione, i fedeli recitano Lamentazioni ed altri lamenti funebri. Il primo tempio, il Tempio di Salomone, fu costruito durante il suo regno, dal 970 al 930 a.C., e fu distrutto da Nabucodonosor e dai Babilonesi nel 586 a.C. Il tempio fu ricostruito nel 516 a.C., con una espansione significativa nel 19 a.C., per volere di Erode. I Romani, sotto il comando di Tito, distrussero il Tempio di Erode nel 70 d.C., per reprimere la rivolta ebraica che continuava da quattro anni.

La distruzione del Tempio di Erode nel 70 d.C. per mano di Tito era stata predetta da Gesù in Matteo 24:1–2 e Luca 23:28–31. La Bibbia predisse anche il reinsediamento degli Ebrei nella loro terra nativa (Ezechiele 36:24, 33–35). La nazione di Israele fu ristabilita il 15 maggio del 1948, per decisione delle Nazioni Unite.

Nonostante il popolo ebraico abbia riacquistato la sua sovranità geografica e politica, esso deve ancora ricostruire la sua relazione pattuale con Dio, in quanto ha respinto il suo Messia, Gesù Cristo. Come conseguenza del rifiuto del Messia da parte di Israele, Dio ha interrotto la Sua opera con la nazione fisica di Israele. Alla fine, Israele verrà ristabilita, e Dio realizzerà tutte le promesse fatte loro. Oggi Dio sta operando per mezzo della Chiesa, della quale fa parte chiunque (Ebrei e Gentili) sia inabitato dallo Spirito Santo (Romani 1:16; 2:28–29). Nell'era del Nuovo Patto in Gesù Cristo, coloro i quali ricevono il perdono e la salvezza per mezzo del sacrificio espiatorio di Gesù diventano figli di Dio, e dunque sono chiamati "progenie d'Abrahamo" (Galati 3:26–29).

GLI EBREI SONO SLVATI DA DIO?

Gesù disse: "Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me" (Giovanni 14:6). Il "nessuno" al quale Si riferisce, include ebrei e gentili. Gli ebrei sono il popolo scelto da Dio, ma ciò non gli garantisce automaticamente la salvezza. Piuttosto, coloro i quali vengono salvati, lo sono in quanto credono in Gesù Cristo come loro vero Messia. Ci sono molti ebrei messianici, che hanno accettato Yeshua (la parola ebraica per "Gesù") come loro Messia.

Tuttavia, non c'è dubbio che gli ebrei siano ancora il popolo scelto da Dio. "Poiché tu sei un popolo consacrato all'Eterno, il tuo DIO; l'Eterno, il tuo DIO ti ha scelto per essere il suo tesoro particolare fra tutti i popoli che sono sulla faccia della terra. L'Eterno non ha riposto i suo amore su di voi né vi ha scelto, perché eravate piú numerosi di alcun altro popolo; eravate infatti il piú piccolo di tutti i popoli; ma perché l'Eterno vi ama e perché ha voluto mantenere il giuramento fatto ai vostri padri […]" (Deuteronomio 7:6-8).

Tra tutte le nazioni e le genti sulla Terra, esattamente perché Dio "scelse" gli ebrei? John Gill, nel suo libro Exposition of the Entire Bible, dice che gli ebrei furono "scelti per un tipo speciale di servizio e adorazione, per ottenere privilegi e benefici speciali, sia civili che religiosi; tuttavia non furono scelti per misericordia speciale… o gloria eterna." Gli ebrei furono scelti per fungere da benedizione per tutte le nazioni della Terra (Genesi 12). Gli ebrei furono scelti per essere una luce per i gentili. Dunque, tutti gli ebrei sono "salvi" semplicemente per essere tali?

Secondo molti studiosi rabbinici moderni, il concetto cristiano della salvezza dal peccato non ha eguali nel Giudaismo. Il Giudaismo non crede che l'uomo, per natura, sia malvagio o peccatore, e dunque pensa che l'uomo non abbia bisogno di essere "salvato" da una dannazione eterna. Anzi, la maggior parte degli ebrei di oggi non crede in un luogo di punizione eterna, e neppure nell'inferno nel senso letterale del termine. La radice della parola ebraica per "peccato" è chayt, che significa letteralmente "mancare il bersaglio." È un termine comunemente usato nel tiro con l'arco, quando qualcuno "manca il bersaglio" e non fa centro. Quando un ebreo manca il bersaglio ed occasionalmente cade nel peccato, ovvero viene meno nel rispettare le leggi di Dio, si crede che possa ottenere il perdono con la preghiera, il pentimento, e compiendo opere buone.

Il libro del Levitico, il terzo libro della Torah, fornisce chiaramente le indicazioni per il perdono: "Poiché la vita della carne è nel sangue. Per questo vi ho ordinato di porlo sull'altare per fare l'espiazione per le vostre vite, perché è il sangue che fa l'espiazione per la vita" (Levitico 17:11). Il sacrificio del tempio era sempre il pezzo forte dell'espiazione degli ebrei. Una volta all'anno, nel Giorno dell'Espiazione (Yom Kippur), il sommo sacerdote levita entrava nel Sancta Sanctorum del tempio e spargeva il sangue del sacrificio sul propiziatorio. Con quell'azione annuale, veniva fatta espiazione per i peccati di tutta Israele. Tuttavia, il Tempio Santo fu distrutto nel 70 d.C., e per quasi 2000 anni gli ebrei sono rimasti senza un tempio, un sacrificio ed un mezzo per ottenere l'espiazione.

Il Brit Chadasha (il Nuovo Patto o Nuovo Testamento) ci insegna che il Messia ebreo, Gesù Cristo, venne "alle pecore perdute della casa d'Israele" (Matteo 15:24) immediatamente prima della distruzione del tempio ebraico a Gerusalemme. "Ma Cristo, essendo venuto come sommo sacerdote dei beni futuri, attraverso un tabernacolo piú grande e piú perfetto non fatto da mano d'uomo, cioè non di questa creazione, entrò una volta per sempre nel santuario, non con sangue di capri e di vitelli, ma col proprio sangue, avendo acquistato una redenzione eterna. Infatti, se il sangue dei tori e dei capri e la cenere di una giovenca aspersi sopra i contaminati li santifica, purificandoli nella carne, quanto piú il sangue di Cristo, che mediante lo Spirito eterno offerse se stesso puro di ogni colpa a Dio, purificherà la vostra coscienza dalle opere morte per servire il Dio vivente" (Ebrei 9:11-14).

Il Nuovo Testamento insegna che tutti noi, ebrei e gentili, abbiamo "mancato il bersaglio"(Romani 3:23). Tutti noi ci troviamo a vivere le conseguenze del peccato, ed il "salario del peccato è la morte" (Romani 6:23). Abbiamo tutti bisogno di salvezza dal nostro peccato; abbiamo tutti bisogno di un Salvatore. Il Nuovo Testamento insegna che Gesù il Messia è "la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre" se non per mezzo di Lui (Giovanni 14:6) E, cosa più importante, "in nessun altro vi è la salvezza, poiché non c'è alcun altro nome sotto il cielo che sia dato agli uomini, per mezzo del quale dobbiamo essere salvati" (Atti 4:12).

Per gli ebrei, Gesù il Messia è giunto come Sommo Sacerdote e, per mezzo del Suo sacrificio per il peccato, offerto una volta per tutte, assicura l'espiazione completa a tutte le genti. In quanto "non c'è distinzione" tra gli ebrei e i gentili (Romani 10:12). Sì, gli ebrei sono il popolo scelto da Dio, e tra di loro venne il Messia ebreo a benedire tutte le nazioni della Terra. Ed è solo per mezzo di Gesù che gli ebrei possono trovare l'espiazione ed il perdono completo di Dio.

Mentre gli ebrei devono venire individualmente a Cristo per la salvezza, Dio non ha ancora finito con Israele come nazione. La Bibbia ci dice che, alla fine dei tempi, Israele infine riconoscerà Gesù come suo Messia (Zaccaria 12:10). Geremia 33:8, Ezechiele 11:17, e la Lettera ai Romani 11:26 predicono che, alla fine dei tempi, Israele verrà rigenerata, ristabilita e riunita nella sua terra. Questo raggruppamento ebbe luogo nel 1948, quando Israele fu riconosciuta come nazione sovrana dagli Stati Uniti. Chiaramente, Dio non ha finito con il popolo ebraico.

GESÙ È IL SOMMO SACERDOTE

Sommo Sacerdote è solo uno dei molti titoli attribuiti a Gesù: Messia, Salvatore, Figlio di Dio, Figlio d’Uomo, Amico dei Peccatori, ecc... Ognuno di questi titoli si focalizza su un aspetto particolare di Chi Egli sia e di cosa significhi per noi. Nell’epistola agli Ebrei, Gesù viene chiamato Sommo Sacerdote (Ebrei 2:17; 4:14). La parola "sacerdote" denota più di un significato di primaria importanza. Prima di tutto significa colui che agisce da mediatore nelle cerimonie religiose. In secondo luogo, significa colui che è santo, o appartato dagli altri per poter attuare tali cerimonie.

Troviamo questa parola per la prima volta nella Bibbia in Genesi 14. Abramo, l’amico di Dio, andò in battaglia per salvare suo nipote Lot, che era stato catturato dall’esercito di Elam. Al suo ritorno, Melchisedec, Re di Salem e sacerdote del Dio Altissimo, gli venne incontro. Quest’uomo, il cui nome significa “re di giustizia,” benedì Abramo e il Dio Altissimo che gli aveva concesso la vittoria. In cambio della benedizione Abramo diede una decima (il 10 percento) del bottino di guerra a Melchisedec. Con questo gesto Abramo riconobbe la posizione elevata di Melchisedec quale sacerdote di Dio.

Anni dopo, il pronipote di Abramo, Levi, fu scelto da Dio per divenire il padre della tribù sacerdotale. Quando fu emessa la legge sul Monte Sinai, i leviti vennero distinti come servi del Tabernacolo; la famiglia di Aronne diventò nello specifico quella sacerdotale. I sacerdoti erano responsabili di intercedere presso Dio per il popolo, offrendo i molti sacrifici richiesti dalla legge. Tra i sacerdoti, uno veniva selezionato come Sommo Sacerdote ed egli entrava nel Luogo Santissimo una volta all’anno, nel Giorno dell’Espiazione, per applicare il sangue del sacrificio sull’Arca dell’Alleanza (Ebrei 9:7) . Per mezzo di questi sacrifici giornalieri e annuali i peccati del popolo venivano temporaneamente coperti fino all’arrivo del Messia, il Quale li avrebbe rimossi del tutto.

Quando Gesù viene chiamato il nostro Sommo Sacerdote, è in riferimento ad entrambi questi tipi di sacerdozio. Come Melchisedec, Egli è stato ordinato sacerdote indipendentemente dalla legge data sul Monte Sinai (Ebrei 5:6). Come i sacerdoti leviti, Gesù ha offerto un sacrificio per soddisfare la legge di Dio quando ha dato Se Stesso per i nostri peccati (Ebrei 7:26-27). A differenza dei sacerdoti leviti che dovevano continuamente offrire dei sacrifici, Gesù ha dovuto offrire il Suo sacrificio solo una volta, ottenendo la redenzione eterna per tutti coloro che vengono a Dio per mezzo di Lui (Ebrei 9:12).

Un altro aspetto importante del sacerdozio di Gesù è che ogni sacerdote viene scelto tra gli uomini. Gesù, nonostante sia Dio in eterno, divenne uomo per passare attraverso la morte e servire come nostro Sommo Sacerdote (Ebrei 2:9). Come uomo, era soggetto a tutte le stesse debolezze e alle tentazioni che abbiamo noi, affinché potesse identificarSi con noi nelle nostre lotte (Ebrei 4:15). Gesù è più grande di ogni altro sacerdote, tanto da essere definito il nostro "Gran Sommo Sacerdote" in Ebrei 4:14, e ciò ci dà il coraggio di accostarci “al trono della grazia, affinché otteniamo misericordia e troviamo grazia per ricevere aiuto al tempo opportuno” (Ebrei 4:16).



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