Codice di Norimberga
Il Codice di Norimberga nasce dalle carte dei processi che si svolsero al termine della seconda guerra mondiale nell'omonima città tedesca, in particolare da quelle del cosiddetto "Processo ai dottori" contro i medici nazisti che avevano perpetrato torture e sperimentazioni disumane contro innocenti in numerosi campi di sterminio tra cui quelli di Auschwitz e Birkenau. Su di esso si basa il Comitato Etico, ovvero quell'organismo indipendente che si occupa di tutelare i diritti, la sicurezza e il benessere dei soggetti che partecipano ad una sperimentazione.
Il Codice traccia una linea di divisione tra sperimentazione lecita e tortura, e su sperimentazioni non regolate, prive di fondamenti etici.
Consiste di 10 punti:
- Il consenso volontario è assolutamente essenziale. Ciò significa che la persona interessata debba avere capacità legale di esprimere il consenso; che essa sia nella condizione di poter esercitare un libero potere decisionale senza che si intervenga con la forza, con la frode, con l'inganno, con minacce o esagerando con qualsiasi forma di vincolo o coercizione; che essa abbia sufficiente conoscenza e comprensione degli elementi coinvolti nello studio, tali da permettere una decisione consapevole e ragionata. Questo ultimo elemento fa si che prima che il soggetto decida affermativamente sia informato circa la natura, la durata, lo scopo della sperimentazione, nonché dei metodi con cui verrà condotta, qualsiasi disagio o pericolo potenziale ed i possibili effetti sulla salute che potrebbero derivare dal partecipare alla sperimentazione. Il dovere e la responsabilità di accertare la bontà del consenso rimane in capo alla persona che avvia o dirige la sperimentazione. Questo è un dovere personale ed una responsabilità che non possono essere delegate impunemente. (https://media.tghn.org/medialibrary/2011/04/BMJ_No_7070_Volume_313_The_Nuremberg_Code.pdf)
- L'esperimento dovrà essere tale da fornire risultati utili al bene della società; la natura dell'esperimento non dovrà essere né casuale, né senza scopo.
- Ci dovrà essere una pianificazione dell'esperimento sulla base degli esperimenti in fase preclinica in vivo, e sulla base della conoscenza approfondita della malattia
- L'esperimento dovrà essere condotto in modo tale da evitare ogni sofferenza o lesione fisica o mentale che non sia necessaria.
- Non si deve eseguire la sperimentazione se a priori si è a conoscenza che tale sperimentazione possa causare danni o morte.
- Il grado di rischio da correre non dovrà oltrepassare quello dei vantaggi, determinati dalla rilevanza umanitaria del problema che l'esperimento dovrebbe risolvere.
- Si dovrà fare una preparazione tale da evitare che il soggetto abbia lesioni, danni o morte.
- L'esperimento potrà essere condotto solo da persone scientificamente adeguate e qualificate, con il più alto grado di attenzione verso la sperimentazione e l'essere umano.
- Nel corso dell'esperimento il soggetto umano dovrà avere la libera facoltà di porre fine ad esso se ha raggiunto uno stato fisico o mentale per cui gli sembra impossibile continuarlo.
- Durante l'esperimento lo scienziato responsabile deve essere pronto a interromperlo in qualunque momento se indotto a credere che la continuazione dell'esperimento comporterebbe probabilmente lesioni, invalidità o morte per il soggetto umano.
Un pacifista è colui il quale si oppone alla violenza, specialmente alla guerra, per qualsiasi motivo. Un pacifista spesso si rifiuta di portare armi per ragioni di coscienza o convinzione religiosa.
Gesù è il "principe della pace" (Isaia 9:6) nel senso che Egli un giorno porterà pace vera e duratura sulla Terra. Il Suo messaggio in questo mondo fu decisamente un messaggio di non-violenza (Matteo 5:38-44). Ma la Bibbia afferma chiaramente che qualche volta la guerra è necessaria (si veda il Salmo 144:1). Inoltre, considerate alcune delle profezie bibliche su Gesù, sarebbe difficile chiamarLo pacifista. In Apocalisse 19:15, parlando di Gesù, leggiamo: "Dalla sua bocca usciva una spada acuta per colpire con essa le nazioni; egli governerà con uno scettro di ferro ed egli stesso pigerà il tino del vino della furente ira di Dio onnipotente." La costituzione del regno di Gesù necessiterà violenza, sotto forma di guerra contro le forze dell'Anticristo. La veste di Gesù sarà "intrisa di sangue" (Apocalisse 19:13).
Nell'interazione tra Gesù ed il centurione romano, Egli accolse le lodi del soldato, guarì il suo servo e lo elogiò per la sua fede (Matteo 8:5-13). Quello che Gesù non fece fu dire al centurione di lasciare le forze armate, per il semplice motivo che Gesù non predicava il pacifismo. Anche Giovanni Battista incontrò dei soldati, i quali gli chiesero: "E noi, che dobbiamo fare?" (Luca 3:14). Quella sarebbe stata l'opportunità per Giovanni, per dirgli di riporre le armi. Ma non lo fece. Piuttosto, Giovanni disse ai soldati: "Non fate estorsioni ad alcuno, non accusate falsamente alcuno e contentatevi della vostra paga."
I discepoli di Gesù possedevano delle armi, il che si scontra con l'idea che Gesù fosse un pacifista. Nella notte in cui Gesù fu tradito, disse persino ai Suoi seguaci di portarsi delle spade. Ne avevano due, che Gesù dichiarò sufficienti (Luca 22:37-39). Mentre Gesù veniva arrestato, Pietro estrasse la sua spada e ferì uno degli uomini presenti (Giovanni 18:10). Gesù guarì l'uomo (Luca 22:51) e comandò a Pietro di mettere da parte la sua arma (Giovanni 18:11). È importante notare che Gesù non condannò il fatto che Pietro avesse una spada, ma solo quel particolare uso improprio della medesima.
Il libro dell'Ecclesiaste presenta l'equilibrio della vita in una lista di attività contrastanti: "Per ogni cosa c'è la sua stagione c'è un tempo per ogni situazione sotto il cielo: […] un tempo per uccidere e un tempo per guarire, un tempo per demolire e un tempo per costruire, […] un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per la guerra e un tempo per la pace" (Ecclesiaste 3:1, 3, ed 8). Queste non sono le parole di un pacifista.
Gesù non sembrava pacifista quando diceva: "Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; non sono venuto a mettervi la pace, ma la spada. Perché io sono venuto a mettere disaccordo tra figlio e padre tra figlia e madre, tra nuora e suocera, e i nemici dell'uomo saranno quelli di casa sua" (Matteo 10:34-36). Nonostante Gesù non stia consigliando la guerra, sicuramente Egli accoglie il conflitto che si genera con l'incursione della verità.
Non ci viene mai comandato di essere pacifisti, nel senso comune del termine. Piuttosto, dobbiamo detestare il male ed attenerci fermamente al bene (Romani 12:9). Facendo ciò dobbiamo prendere posizione contro il male in questo mondo (il che richiede conflitto) e inseguire la giustizia (2 Timoteo 2:22). Gesù agì secondo questi dettami e non rifuggì mai al conflitto quando era parte del disegno sovrano del Padre. Gesù parlò apertamente contro i governatori religiosi e politici del Suo tempo perché non cercavano la giustizia di Dio (Luca 13:31-32; 19:45-47).
Quando si tratta di sconfiggere il male, Dio non è pacifista. L'Antico Testamento è pieno di esempi di come Dio abbia usato il Suo popolo in guerra per portare il giudizio sulle nazioni il cui peccato aveva raggiunto l'apice. Alcuni esempi si trovano in Genesi 15:16; Numeri 21:3; 31:1-7; 32:20-21; Deuteronomio 7:1-2; Giosuè 6:20-21; 8:1-8; 10:29-32; 11:7-20. Prima della battaglia di Gerico, Giosuè fu accolto da "il capo dell'esercito dell'Eterno" (Giosuè 5:14). Questo personaggio, che era molto probabilmente il Cristo pre-incarnato, si distingueva in quanto teneva "la sua spada sguainata" (versetto 13). Il Signore era pronto a lottare.
Possiamo stare certi che Dio giudica e fa guerra sempre con giustizia (Apocalisse 19:11). "Noi infatti conosciamo colui che ha detto: «A me appartiene la vendetta, io darò la retribuzione», dice il Signore. E altrove: «Il Signore giudicherà il suo popolo»" (Ebrei 10:30-31). Quello che impariamo da questi ed altri passaggi biblici è che dobbiamo solo far parte di conflitti armati quando ciò è giustificato. Per esempio, una guerra che abbia come intento l'opporsi all'aggressione, all'ingiustizia o al genocidio sarebbe giustificata, e crediamo che i seguaci di Gesù siano liberi di unirsi alle forze armate e partecipare a tale guerra.
In 1 Samuele 15:2-3, Dio comandò a Saul e agli israeliti: "Così parla il Signore degli eserciti: "Io ricordo ciò che Amalec fece a Israele quando gli si oppose nel viaggio mentre saliva dall'Egitto. Ora va', sconfiggi Amalec, vota allo sterminio tutto ciò che gli appartiene; non lo risparmiare, ma uccidi uomini e donne, bambini e lattanti, buoi e pecore, cammelli e asini" (NR2006). Quando stavano invadendo la terra promessa, Dio ordinò agli israeliti qualcosa di simile (Deuteronomio 2:34; 3:6; 20:16-18). Perché Dio avrebbe portato gli israeliti a sterminare un intero gruppo di persone, incluse le donne e i bambini?
Si tratta di una problematica complessa. Non comprendiamo pienamente il motivo per cui Dio avrebbe comandato una cosa simile, ma abbiamo fiducia nel fatto che Dio sia giusto e riconosciamo che siamo incapaci di comprendere del tutto un Dio sovrano, infinito ed eterno. Quando prendiamo in considerazione problematiche difficili come questa, dobbiamo ricordare che le vie di Dio sono più alte delle nostre vie e i Suoi pensieri sono più alti dei nostri pensieri (Isaia 55:9; Romani 11:33-36). Dobbiamo essere disposti a credere in Dio ed avere fede in Lui persino quando non capiamo le Sue vie.
A differenza nostra, Dio conosce il futuro. Dio conosceva le conseguenze che si sarebbero presentate se Israele non avesse completamente sradicato gli amalechiti. Se Israele non avesse portato a compimento gli ordini di Dio, gli amalechiti sarebbero ritornati in futuro, causando problemi agli israeliti. Saul sostenne di aver ucciso tutti eccetto il re amalechita Agag (1 Samuele 15:20). Ovviamente, Saul stava mentendo: appena un paio di secoli dopo, c'era un numero sufficiente di amalechiti per catturare David e le famiglie dei suoi uomini (1 Samuele 30:1-2). Dopo che David e i suoi uomini attaccarono gli amalechiti e salvarono le loro famiglie, 400 amalechiti fuggirono. Se Saul avesse obbedito all'incarico di Dio, questo non sarebbe mai accaduto. Diverse centinaia di anni dopo, un discendente di Agag, Haman, provò a sterminare l'intero popolo ebraico (si faccia riferimento al libro di Ester). Di conseguenza, l'obbedienza parziale di Saul per poco non causò la distruzione di Israele. Dio sapeva che ciò sarebbe accaduto e, in previsione di ciò, ordinò lo sterminio degli amalechiti.
Riguardo i cananei, Dio comandò: "Ma delle città di questi popoli che l'Eterno, il tuo DIO, ti dà in eredità, non lascerai niente che respiri in vita; ma li voterai a completo sterminio, e cioè: gli Hittei, gli Amorei, i Cananei, i Perezei, gli Hivvei e i Gebusei, come l'Eterno, il tuo DIO, ti ha comandato, affinché essi non vi insegnino a imitare tutte le abominazioni che fanno per i loro dèi, e voi non pecchiate contro l'Eterno, il vostro DIO." (Deuteronomio 20:16-18). Gli israeliti fallirono anche in quella missione, ed avvenne esattamente quello che Dio aveva predetto (Giudici 2:1-3; 1 Re 11:5; 14:24; 2 Re 16:3-4). Dio non ordinò lo sterminio di quei popoli per crudeltà, bensì per impedire un male maggiore nel futuro.
Probabilmente, la parte più difficile da capire in questi ordini divini è il fatto che Dio ordinò la morte anche di bambini e neonati. Perché Dio ordinò la morte di bambini innocenti? (1) I bambini non sono innocenti (Salmo 51:5; 58:3). (2) Quei bambini sarebbero stati allevati da adoratori di religioni e pratiche malvagie. (3) Terminando le loro vite in tenera età, Dio gli permise di entrare in Cielo. Crediamo fortemente che tutti i bambini, alla loro morte, vengano accettati in Cielo per grazia e misericordia di Dio (2 Samuele 12:22-23; Marco 10:14-15; Matteo 18:2-4).
Ripetiamo: questa risposta non affronta completamente tutte le problematiche. Dovremmo focalizzare la nostra attenzione sull'avere fede in Dio anche quando non comprendiamo le Sue vie. Dobbiamo altresì ricordare che Dio guarda alle cose da una prospettiva eterna e che le Sue vie sono più alte delle nostre. Dio è giusto, retto, santo, amorevole, misericordioso e pieno di grazia. Il modo in cui i Suoi attributi operano insieme può essere per noi un mistero, ma ciò non Gli preclude di essere Chi la Bibbia proclama che sia.
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