Antonella Clerici salvata dal giovane santo Carlo Acutis: il racconto da brividi - Arabonormannaunesco.it
Anche Antonella Clerici ha confessato di essere devota a Carlo Acutis, il quindicenne beatificato da papa Francesco nel 2020.
Tantissime persone dicono di essere state miracolate da Carlo Acutis, e ancora di più si affidano con preghiere alla sua protezione. Fra queste c’è anche la presentatrice RAI Antonella Clerici, che secondo il settimanale Diva e Donna sentirebbe di essere stata salvata proprio dal giovane beato. Ma chi è Carlo Acutis e perché la sua storia sta toccando tanti fedeli?
Carlo Acutis è un ragazzo morto a Monza nell’ottobre 2006. Apparentemente un giovane come tanti, appassionato di informatica, di viaggi e di sport. Dopo la sua precoce morte, avvenuta per leucemia, il giovane italiano è stato però oggetto di venerazione da parte di molti credenti. Da più parti, infatti, sono venuti fuori racconti relativi a grazie avvenute con la sua intercessione e miracoli operati dal suo spirito.
E oggi Carlo è venerato come beato dalla Chiesa cattolica. In vita Carlo ha sempre vissuto con profondo coinvolgimento la propria fede e dimostrato un rapporto mistico con il mistero dell’eucaristia e la Madonna. Così, accanto a un’esistenza normale, da semplice fedele, fatta di frequentazione alla parrocchia e volontariato, Acutis ha cominciato anche a divulgare il suo pensiero attraverso un blog.
In questo blog parlava di speranza, fede e amore nei confronti della religione. Le sue parole hanno avuto una eco gigantesca. In poco tempo hanno raggiunto e confortato diverse persone nel mondo. E dopo la sua morte si sono susseguiti gli atti di devozione nei suoi confronti, spesso accompagnati da notizie di miracoli.
Antonella Clerici protetta dal beato Carlo Acutis durante l’operazione
Di recente Antonella Clerici si è sottoposta a un intervento chirurgico. La conduttrice è stata infatti operata d’urgenza alle ovaie in seguito a quello che doveva essere un semplice e regolare controllo per una cisti. L’intervento eseguito tramite laparoscopia, secondo le notizie disponibili, è andato molto bene.
Dopo l’operazione, Antonella ha subito pubblicato una foto su Instagram. Nell’immagine appare sorridente e serena. E nella didascalia associata all’immagine la Clerici ha rassicurato i suoi fan sulle proprie condizioni: sta bene. Ora, ovviamente, è in convalescenza a casa. E, per rassicurare i follower, continua a parlare della sua quotidianità.
La Clerici è sempre stata molto credente, anche se ha sempre coltivato la propria fede lontano dai riflettori. Dopo l’esperienza dell’operazione, però, qualcosa è cambiato. E con un post inatteso ha chiesto a tutti i suoi follower di partecipare a una preghiera rivolta al beato Carlo Acutis. Per Antonella Clerici il quindicenne morto per una leucemia fulminante è un oggetto di profonda fede. “Tra non molto questo giovane ragazzo sarà proclamato santo. Ho sempre avuto fede in lui, un giorno vi racconterò. Per chi crede, una preghiera“, ha scritto la Clerici sotto una foto di Carlo.
Quesito Rev. Padre Ho 43 anni, cattolica, praticante e convinta che tutto quello che insegna la chiesa sia puro Vangelo. Ma……..pochi mesi fa x caso ho iniziato a leggere la Bibbia (Ed. S Paolo 1997) e sono rimasta a dir poco sconvolta da alcune diversità e contraddizioni che ho trovato in rapporto a quanto dice la religione cattolica. Ad esempio: le cito i 10 comandamenti, come e’ possibile che io in 40 anni di messe, catechismo e pellegrinaggi, non abbia mai sentito parlare di quello che dice realmente il 2° comandamento? E come me milioni di cattolici! Come ha fatto la chiesa ad abolirlo, stravolgendo cosi’ tutto cio’ su cui si basa la religione catt.?! Noi fedeli siamo sempre stati invitati,incoraggiati,quasi incitati a pregare e a rivolgere il nostro culto a Maria e ai vari santi che adornano le nostre chiese, lasciando cosi’ DIO quasi in secondo piano. Perche’ nessun religioso dice mai quello che c’e’ scritto sulla Bibbia e cioe’ che DIO e’ un DIO geloso, che la parola di Dio rimane per sempre, ed e’ quella che ci e’ stata annunciata con il Vangelo, quindi anche i 10 comandamenti originali. 1 lett.S. Pietro. Il Papa, nell’ultimo viaggio a Lourdes, ha parlato dei Santi che in cielo intercedono incessantemente per noi. Ora leggo nella 1 lett. a Timoteo 2;5 S Paolo dice: Unico e’ Dio unico anche il mediatore tra Dio e gli uomini; Gesu’Cristo. Sempre S Paolo nella lett. ai Romani:1;25 Scambiarono la verita’ di Dio con la menzogna e adorarono e prestarono culto alle creature invece che al Creatore. Ora mi permetto di chiederle: i santi non sono creature di Dio, seppur eccezionali per la loro vita e le loro opere? Persino S Pietro disse a Cornelio, che gli si era inginocchiato davanti: Alzati, anch’io sono uomo come te. E addirittura nell’Apocalisse Giovanni cadde ai piedi dell’angelo in segno di adorazione, ma egli disse: GUARDATI DAL FARLO, anch’io sono servo come te e come i tuoi fratelli. E’ DIO CHE DEVI ADORARE. Sec. Luca; GESU’ disse: Adorerai il Signore DIO tuo e a LUI SOLO rivolgerai la tua preghiera. S Paolo: esiste un solo Vangelo, quello di Cristo, ma alcuni di voi lo vogliono stravolgere …….. Nell’ultima pagina dell’apocalisse: A chi ascolta le parole profetiche di questo libro dichiaro: se qualcuno fara’ delle aggiunte o sottrarra’ qualcosa Dio fara’ giungere su di lui i flagelli descritti. A questo punto, io non riesco a capire ……forse nella lettura mi sono persa qualche passaggio fondamentale? Sicuramente c’è qualcosa che non va. Le sarei molto grata se volesse chiarirmi un pò le idee. Grazie. Risposta del sacerdote Carissima, 1. la tua mail sembra scritta da un evangelico fondamentalista. Ti definisci cattolica, e dici anche che sei praticante, ma dal modo di scrivere non mi pare, soprattutto quando ti scagli contro la Chiesa dicendo: “S Paolo: esiste un solo Vangelo, quello di Cristo, ma alcuni di voi lo vogliono stravolgere ……..” dai la netta impressione che nella Chiesa cattolica non ci sei più. 2. Non dico che tu sia evangelica, ma con gli evangelici è difficile, se non addirittura impossibile, ragionare, perché non ragionano. Vediamo se con te riesco. Parto da un esempio tratto dalla tua stessa mail: “Nell’ultima pagina dell’apocalisse: A chi ascolta le parole profetiche di questo libro dichiaro: se qualcuno fara’ delle aggiunte o sottrarra’ qualcosa Dio fara’ giungere su di lui i flagelli descritti”. Gli evangelici questo versetto ce l’hanno sempre in bocca e qui mostrano quanto grande sia la loro ignoranza, prendendo la sacra Scrittura come un unico libro, scritto da una sola persona, la quale al termine di tutto scrive le parole sopra citate. E dimenticano che la Bibbia è un insieme di libri, 73 per la precisione. E non sanno o non vogliono sapere che l’autore di quelle parole non le ha scritte per l’insieme dei libri, ma per l’Apocalisse. Chi ha scritto l’Apocalisse non ha mai pensato che il suo sarebbe stato l’ultimo dei libri che costituiscono il corpo della Bibbia della sacra Scrittura. Anzi, l’Apocalisse è stato scritta nel 95. Il Vangelo di Giovanni sarebbe stato scritto dopo, verso il termine della vita di san Giovanni che è morto vecchissimo. L’ordine dei libri del Nuovo Testamento non segue un criterio cronologico. Il Vangelo di Giovanni è stato messo dopo i sinottici, anche se è stato scritto dopo tutti (o quasi) gli altri scritti del Nuovo Testamento. 3. Vengo adesso alle domande specifiche che mi ha rivolto. Mi parli del secondo comandamento. Ho già risposto ampiamente nel nostro sito a domande come la tua. Ti rimando ad esempio alla riposta data il 3 settembre 2009. È vero che nel decalogo c’era questo comandamento, dato da Dio a motivo del pericolo dell’idolatria. Ma, passato questo pericolo, Dio stesso ordina di fare immagini, come quando ha detto a Mosé: “Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta; chiunque, dopo essere stato morso, lo guarderà resterà in vita” (Num 21,8). Nel Libro della Sapienza si dice chiaramente che la salvezza non veniva dal serpente, ma da colui che in esso era simboleggiato: “Infatti chi si volgeva a guardarlo era salvato non da quel che vedeva, ma solo da te, salvatore di tutti” (Sap 16,7). Ad esso si richiamerà Gesù (Gv 3,14-15). 4. Inoltre Dio ordina a Mosé di mettere immagini di cherubini (sono angeli), sulla Dimora (la tenda che contiene l’arca) (Es 36,8) e perfino sul velo che copre la Dimora (Es 36,35).? Anche Salomone fa mettere nella cella del tempio due cherubini di legno di ulivo (1 Re 6,23-28). Nella sua reggia vi sono immagini, come le statue di 12 buoi in metallo fuso (1 Re 7,23-26). Perché gli evangelici non spiegano queste cose? 5. Ma poi non dice san Paolo che Cristo è “l’immagine del Dio invisibile” (Col 1,15).
Dio stesso si è fatto vedere in Cristo. Più chiaro di così! Il Catechismo della Chiesa Cattolica scrive: “L’onore tributato alle sacre immagini è una venerazione rispettosa, non un’adorazione che conviene solo a Dio” (CCC 2132). 6. Circa il culto ai santi ho pubblicato una risposta il 7 agosto 2010. In sintesi vediamo che nella Bibbia è Dio stesso che tesse l’elogio dei santi (Sir 44). Se Dio li elogia, non possiamo farlo noi?: Nell’Apocalisse si legge che “i quattro esseri viventi e i ventiquattro vegliardi si prostrarono davanti all’Agnello, avendo ciascuno un’arpa e coppe d’oro colme di profumi, che sono le preghiere dei santi” (Apocalisse 7:8). Allora i santi in paradiso pregano e le loro preghiere sono presentate a Dio attraverso la mediazione dei “quattro esseri viventi e i ventiquattro vegliardi”, che non toglie nulla alla mediazione di Cristo.
Siracide 44
1 Facciamo dunque l'elogio degli uomini illustri,
dei nostri antenati per generazione.
2 Il Signore ha profuso in essi la gloria,
la sua grandezza è apparsa sin dall'inizio dei secoli.
3 Signori nei loro regni,
uomini rinomati per la loro potenza;
consiglieri per la loro intelligenza
e annunziatori nelle profezie.
4 Capi del popolo con le loro decisioni
e con l'intelligenza della sapienza popolare;
saggi discorsi erano nel loro insegnamento.
5 Inventori di melodie musicali
e compositori di canti poetici.
6 Uomini ricchi dotati di forza,
vissuti in pace nelle loro dimore.
7 Tutti costoro furono onorati dai contemporanei,
furono un vanto ai loro tempi.
8 Di loro alcuni lasciarono un nome,
che ancora è ricordato con lode.
9 Di altri non sussiste memoria;
svanirono come se non fossero esistiti;
furono come se non fossero mai stati,
loro e i loro figli dopo di essi.
10 Invece questi furono uomini virtuosi,
i cui meriti non furono dimenticati.
11 Nella loro discendenza dimora
una preziosa eredità, i loro nipoti.
12 La loro discendenza resta fedele alle promesse
e i loro figli in grazia dei padri.
13 Per sempre ne rimarrà la discendenza
e la loro gloria non sarà offuscata.
14 I loro corpi furono sepolti in pace,
ma il loro nome vive per sempre.
15 I popoli parlano della loro sapienza,
l'assemblea ne proclama le lodi.
16 Enoch piacque al Signore e fu rapito,
esempio istruttivo per tutte le generazioni.
17 Noè fu trovato perfetto e giusto,
al tempo dell'ira fu riconciliazione;
per suo mezzo un resto sopravvisse sulla terra,
quando avvenne il diluvio.
18 Alleanze eterne furono stabilite con lui,
perché non fosse distrutto ogni vivente con il diluvio.
19 Abramo fu grande antenato di molti popoli,
nessuno ci fu simile a lui nella gloria.
20 Egli custodì la legge dell'Altissimo,
con lui entrò in alleanza.
Stabilì questa alleanza nella propria carne
e nella prova fu trovato fedele.
21 Per questo Dio gli promise con giuramento
di benedire i popoli nella sua discendenza,
di moltiplicarlo come la polvere della terra,
di innalzare la sua discendenza come gli astri
e di dar loro un'eredità da uno all'altro mare,
dal fiume fino all'estremità della terra.
22 Anche a Isacco fu fatta la stessa promessa
a causa di Abramo suo padre.
23 Dio fece posare sulla testa di Giacobbe
la benedizione di tutti gli uomini e l'alleanza;
lo confermò nelle sue benedizioni,
a lui diede il paese in eredità
e lo divise in varie parti,
assegnandole alle dodici tribù.
7. Senza dire che Elisabetta, colma di Spirito Santo, ha lodato la Madonna, dice: “Benedetta tu fra le donne”. Ebbene, se l’ha detto Elisabetta, non possiamo dirlo anche noi? 8. Lo stesso san Paolo, così profondo sostenitore della mediazione unica di Gesù, insiste nel chiedere che le preghiere dei fratelli cristiani, ancora viventi sulla terra, lo soccorrano presso il Signore (Romani 15:30). Segno evidente che le preghiere dei santi in cielo e l’intercessione dei giusti sulla terra non attenuano affatto la gloria di Cristo mediatore? Vedi che allora che la Chiesa non ha né inventato né stravolto nulla. Un pò più di umiltà, di attenzione, di approfondimento e anche di uso della ragione farebbe capire agli evangelici che sono in grave errore. Ti ringrazio per il quesito, ti ricordo al Signore e ti benedico.? Padre Angelo
Quesito
Caro Padre Angelo,
Seguo con interesse il suo blog che risponde alle domande che le vengono poste da tanti giovani.
Ne ho una anch’io.
La prof. di religione, parlando del bel racconto biblico di Mosè che riceve le tavole della legge, ha detto che non va letto come un fatto realmente accaduto.
Secondo la prof. si tratterebbe di una narrazione che ha lo scopo di insegnare che tutti gli uomini, fin da prima di Mosè, hanno sempre percepito una legge interiore: onora Dio, i genitori e gli anziani, non rubare, non uccidere, ecc.
Che cosa dice la Chiesa in proposito?
Grazie.
Luigi.
Risposta del sacerdote
Caro Luigi,
1. è vero che i comandamenti, prima di essere scritti su tavole di pietra, erano stati scritti da Dio nel cuore dell’uomo.
Ogni uomo li poteva riconoscere.
Ma ai tempi di Mosè (e non solo a quei tempi) il cuore dell’uomo si era molto indurito e proprio per questo non riusciva più a leggere i dettami della coscienza.
Per questo S. Agostino dice: “Affinché gli uomini non potessero lagnarsi che la legge era incompleta, Dio ha scritto sulle tavole della legge ciò che essi non leggevano nei loro cuori. Certamente questi precetti vi erano scritti, ma non volevano leggerli. Dio li mise sotto i loro occhi perché fossero costretti a vederli nella loro coscienza: la voce di Dio, avvicinandosi in qualche modo agli uomini esteriormente, li costrinse a rientrare nel loro intimo” (In Psalm., 57, 1).
2. Fatta questa premessa, non c’è ombra di dubbio che siano stati dati da Dio stesso.
Il testo sacro dice: “Quando il Signore ebbe finito di parlare con Mosè sul monte Sinai, gli diede le due tavole della Testimonianza, tavole di pietra, scritte dal dito di Dio” (Es 31,18).
Col dito di Dio, e cioè scritti in modo soprannaturale e dati da Dio stesso.
Altri precetti sono dati da Mosè, ma questi – come viene sottolineato -vengono da Dio stesso.
3. Il Catechismo della Chiesa Cattolica ripetutamente dice che sono dati da Dio.
Lo afferma quando dice che li conosciamo per divina rivelazione: “I dieci comandamenti appartengono alla Rivelazione di Dio.
Al tempo stesso… mettono in luce i doveri essenziali e, quindi, indirettamente, i diritti fondamentali inerenti alla natura della persona umana.
Il decalogo contiene un’espressione privilegiata della legge naturale” (CCC 2070).
E “Quantunque accessibili alla sola ragione, i precetti del Decalogo sono stati rivelati. Per giungere ad una conoscenza completa e certa delle esigenze della legge naturale, l’umanità peccatrice aveva bisogno di questa rivelazione: Una completa esposizione dei comandamenti del Decalogo si rese necessaria nella condizione di peccato, perché la luce della ragione si era ottenebrata e la volontà si era sviata.
Noi conosciamo i comandamenti di Dio attraverso la Rivelazione divina che ci è proposta nella Chiesa, e per mezzo della voce della coscienza morale” (CCC 2071).
4. Il Catechismo della Chiesa Cattolica dice ancora in maniera assertiva: “Le « dieci parole » sono pronunciate da Dio durante una teofania (Il Signore vi ha parlato faccia a faccia sul monte dal fuoco: Dt 5,4)” (CCC 2059).
Questa teofania (manifestazione di Dio) è avvenuta nel modo in cui l’Esodo la descrive: “Il terzo giorno, sul far del mattino, vi furono tuoni e lampi, una nube densa sul monte e un suono fortissimo di corno: tutto il popolo che era nell’accampamento fu scosso da tremore. Allora Mosè fece uscire il popolo dall’accampamento incontro a Dio. Essi stettero in piedi alle falde del monte. Il monte Sinai era tutto fumante, perché su di esso era sceso il Signore nel fuoco, e ne saliva il fumo come il fumo di una fornace: tutto il monte tremava molto. Il suono del corno diventava sempre più intenso: Mosè parlava e Dio gli rispondeva con una voce. Il Signore scese dunque sul monte Sinai, sulla vetta del monte, e il Signore chiamò Mosè sulla vetta del monte. Mosè salì. 21Il Signore disse a Mosè: «Scendi, scongiura il popolo di non irrompere verso il Signore per vedere, altrimenti ne cadrà una moltitudine! Anche i sacerdoti, che si avvicinano al Signore, si santifichino, altrimenti il Signore si avventerà contro di loro!». Mosè disse al Signore: «Il popolo non può salire al monte Sinai, perché tu stesso ci hai avvertito dicendo: «Delimita il monte e dichiaralo sacro»». Il Signore gli disse: «Va’, scendi, poi salirai tu e Aronne con te. Ma i sacerdoti e il popolo non si precipitino per salire verso il Signore, altrimenti egli si avventerà contro di loro!». Mosè scese verso il popolo e parlò loro” (Es 19,16-25)
5. Il capitolo 20 dell’Esodo comincia così: “Dio pronunciò tutte queste parole: «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile….” (Es 20,1-2).
Segue l’esposizione del decalogo
6. Questo dunque è l’insegnamento della Chiesa e questo è quanto ci dice la Sacra Scrittura.
Per converso bisognerebbe chiedere alla tua prof di religione quali sono le prove che porta per dire che non sono stati dati direttamente da Dio.
Come potrai appurare non ne ha neanche una.
Mentre la Sacra Scrittura mette Dio al centro di questa sua auto comunicazione o rivelazione.
La nostra fede, come del resto quella del popolo d’Israele, è basata sulla rivelazione di Dio.
Se la neghi, cessi di essere credente.
“Così il Signore parlava con Mosè faccia a faccia, come un uomo parla con un altro” (Es 33,11).
Non si tratta dunque di un modo di esprimersi di Mosè.
Ti saluto, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo
Quesito
Caro Padre Angelo,
avrei un quesito da porle intorno alla venerazione dei santi.
Io sono un cattolico che ha rapporti con il mondo protestante ed una cosa che mi divide da loro è la venerazione dei santi.
Leggendo wikipedia trovo alla voce Venerazione le seguenti frasi:
“La venerazione è una forma di omaggio religioso verso una divinità, oppure verso una persona (defunta o, più raramente, vivente) o verso un oggetto sacro (ad esempio una reliquia). Filologicamente, venerare deriva dal verbo latino venerari, che significa offrire reverenza e rispetto.
[…..]
Nel Cristianesimo tradizionale (Cattolicesimo e Cristianesimo ortodosso in particolare), la venerazione dei santi è l’onore reso a coloro che, dopo una vita secondo la volontà divina, sarebbero giunti in paradiso, e attraverso loro onorare Dio che li fece e nella cui immagine essi furono fatti.
Nella teologia cattolica e in quella ortodossa, la venerazione è un tipo di onore distinto dall’adorazione, che è dovuta solo a Dio.
[…..] “
Il mio quesito è molto semplice: le motivazioni bibliche che giustificano la venerazione dei santi, si trovano soltanto nei libri deuterocanonici? Nel qual caso mi è precluso qualunque tipo di discussione con gli amici protestanti, in quanto loro non accettano questi libri come parola di Dio.
Se esistono riferimenti biblici che giustificano la venerazione dei santi in libri non deuterocanonici, mi saprebbe dire dove?
Il mio dubbio non ovviamente relativo al venerare in quanto portare “rispetto”, “reverenza” verso i santi, ma il pregarli, ovvero chiedere direttamente a loro (e non a Dio Padre o Gesù Cristo) un aiuto, una preghiera, di intercedere presso Dio per me.
Mi scusi per la lungaggine, La ringrazio per la risposta, e prego per Lei.
Alessandro B.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. ti riporto una pagina del magistero della Chiesa, scritta circa 450 anni fa, e che conserva la sua freschezza e attualità.
È una pagina del Catechismo Romano, più comunemente noto come il catechismo del Concilio di Trento.
Indirettamente risponde alle obiezioni dei protestanti.
Eccola.
2. “Non si oppone al culto dovuto unicamente a Dio la venerazione verso gli angeli e i santi, e neppure il culto prestato alle reliquie che la Chiesa ha sempre riconosciuto come legittimo. Dal fatto che il re vieta a chiunque di presentarsi abusivamente come sovrano ed esige solo per sé onori regali non consegue che sia vietato rendere omaggio ai magistrati del regno.
Ricorre talvolta nella Bibbia l’espressione «adorare», con riferimento agli angeli, ma è chiaro che essa ha un significato ben diverso dal culto di adorazione dovuto a Dio solo. E se talvolta gli angeli hanno rifiutato la venerazione umana, ciò va inteso nel senso che essi hanno voluto con questo gesto ricusare l’ossequio che è dovuto al solo vero Dio.
Viceversa lo Spirito Santo, che pure comanda: Al Re dei secoli corruttibile, invisibile e unico Dio, onore e gloria nei secoli dei secoli (1 Tm 1,17), prescrive di rendere onore ai genitori e agli anziani (cfr. Es 20,12; Dt 5,16; Lv 19,32).
E del resto nella Bibbia noi vediamo santi patriarchi, fedeli assertori del culto dell’unico vero Dio, adorare i sovrani, ossia inchinarsi in atto di omaggio o di supplica dinanzi a loro (cfr. Gn 23,7-12; 42,6; 1 Sam 24,9).
Se questo onore si può rendere ai re, per mezzo dei quali Dio governa il mondo, a maggior ragione esso sarà dovuto agli angeli, ministri di Dio nel governo della Chiesa e di tutta la creazione, che per dignità superano ogni creatura e che con il loro intervento apportano ogni giorno insigni benefici alle anime e alla vita degli uomini.
Essi sono inoltre legati a noi da immensa carità e, secondo l’espressa testimonianza della Scrittura, effondono continuamente dinanzi a Dio le loro preghiere per le nazioni cui sono preposti e per gli uomini dei quali sono custodi, offrendo le nostre lacrime e suppliche a Dio (cfr. Rm 10,13).
Nel Vangelo Gesù ha comminato terribili minacce per chi scandalizza i bambini, perché i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli (Mt 18,10). Noi li invochiamo appunto perché essi sono sempre al cospetto di Dio, lieti di assumere dinanzi al trono del Signore il patrocinio della salvezza di chi è loro affidato.
Del resto, la Bibbia ha esempi assai significativi di invocazione agli angeli. Giacobbe chiede all’angelo, col quale ha lottato, che lo benedica; lo costringe anzi a farlo, dichiarando che non lo lascerà libero se non dopo averne avuto la benedizione (cfr. Gn 32,24); altrove invoca ancora una benedizione dall’angelo invisibile: L’angelo che mi ha liberato da ogni male, benedica questi giovinetti! (Gn 48,16).
Se ne deduce in modo evidente che l’onore attribuito agli angeli e ai santi, le invocazioni loro rivolte, la venerazione per le reliquie, non solo non diminuiscono la gloria di Dio, ma l’accrescono, accendendo nei nostri cuori la speranza del cielo e lo spirito di una santa imitazione delle loro virtù. L’autorità dei Padri e dei concili ha del resto sempre confermato questa dottrina della Chiesa, splendidamente esposta da san Girolamo (cfr. Contra Vigilantium) e da san Giovanni Damasceno.
Una conferma si trova inoltre nella costante tradizione che la Chiesa ha ricevuto dagli Apostoli, tradizione appoggiata alla chiara testimonianza della Scrittura che celebra apertamente le glorie dei santi. Vediamo infatti che nella Bibbia e Dio stesso a tessere l’elogio di alcuni santi (cfr. Sir 44).
Come dunque potremmo rifiutarlo noi?
Tanto più che i santi sono costituiti presso il trono di Dio nostri intercessori e molti dei benefici che Dio elargisce all’uomo sono dovuti alla Potenza della loro intercessione. Se infatti vi è gioia in cielo per un pecore convertito (Lc 15,7), è chiaro che i santi del cielo si adoperano le loro preghiere per la conversione dei peccatori.
Qualcuno ha affermato che questa intercessione dei santi è perfettamente inutile, dal momento che Dio non ha bisogno di intercessori e di intermediari per recare sollievo ai bisogni dell’uomo. Ma già sant’Agostino ha risposto in modo valido a questa obiezione, osservando che spesso Dio non concede la sua grazia se non appunto per l’intervento efficace di un mediatore che supplica (cfr. In Exodum, 149); e la risposta del dottore di Ippona ha la sua conferma biblica negli esempi così significativi di Abimelek e degli amici di Giobbe, ai quali Dio perdonò le loro colpe solo in seguito alle suppliche e alle preghiere di Abramo e di Giobbe stesso (cfr. Gn 20; Gb 17).
Né se ne può dedurre che il ricorso al patrocinio dei santi sia determinato, in ultima istanza, dalla povertà e debolezza della nostra fede. Il Vangelo dice infatti che il centurione, di cui pure il Salvatore lodò la grandezza della fede, inviò a Gesù gli anziani dei giudei a implorare la guarigione del figlio ammalato (cfr. Mt 8,10; Lc 7,9).
Certo è dottrina di fede che uno solo è il nostro Mediatore, il signore Gesù Cristo, il quale ci ha riconciliati col Padre mediante il suo sangue (cfr. Rm 5,10) e, compiuta la nostra redenzione, è entrato nel santuario del cielo dove non cessa un istante di intercedere per noi (cfr. Eb 9,12), Ma questa dottrina fondamentale del cristianesimo non è affatto contraria al culto e all’invocazione dei santi. Tanto è vero che lo stesso san Paolo, così profondo sostenitore della mediazione unica di Gesù, insiste nel chiedere che le preghiere dei fratelli cristiani, ancora viventi sulla terra, lo soccorrano presso il Signore (cfr. Rm 15,30). Segno evidente che le preghiere dei santi in cielo e l’intercessione dei giusti sulla terra non attenuano affatto la gloria di Cristo mediatore.
D’altronde l’intervento di Dio, che manifesta il suo gradimento con i prodigi operati presso i sepolcri dei santi, è una conferma che a Lui non dispiace la preghiera affidata al patrocinio dei nostri fratelli pervenuti alla beatitudine divina. Miracoli di ogni genere si sono operati, e si operano continuamente, per l’intercessione dei santi. Sant’Ambrogio e sant’Agostino scrivono di esserne stati essi stessi testimoni. Ancora viventi, i santi hanno spesso avuto da Dio il dono di compiere miracoli sulla terra; come non pensare dunque che Dio continui a gradire le loro preghiere e l’offerta dei loro meriti in nostro favore? La Bibbia stessa ricorda il fatto di quel cadavere che, deposto per caso nel sepolcro di Eliseo, al contatto con le ossa del Profeta riebbe immediatamente la vita (cfr. 2 Re 13,21). E questa una dimostrazione perentoria” (Catechismo Romano § 303).
3. Il Catechismo della Chiesa Cattolica ne parla in maniera abbastanza sobria al n. 956, rimandando alla dottrina del Concilio Vaticano II, esposta nella Costituzione dogmatica Lumen gentium 49.
La suffraga con la testimonianza della fede di due santi, convinti di andare di là per aiutare ancor di più quelli che lasciavano di qua.
La prima è di San Domenico: “Non piangete. Io vi sarò più utile dopo la mia morte e vi aiuterò più efficacemente di quando ero in vita”.
La seconda è di Santa Teresa di Gesù Bambino: “Passerò il mio cielo a fare del bene sulla terra”.
4. Mi auguro che il nostro fratello protestante spalanchi gli occhi e si accorga di un mondo, quello celeste, che continua ad amare quelli che sono rimasti sulla terra.
Sarebbe triste se, andando in paradiso, non si potesse più amare quelli che abbiamo lasciato sulla terra.
Ti saluto cordialmente, assicuro per te e per il tuo amico una preghiera indirizzata a tutti i santi e vi benedico.
Padre Angelo
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