Orsi in Trentino, il problema sono loro o siamo noi? Ecco che cosa chiedono gli esperti.
Siamo sicuri che rinchiudere (se non abbattere) l’animale “problematico” sia la soluzione migliore? Per le associazioni animaliste occorre lavorare sull’educazione dei cittadini, insegnando a come comportarsi in caso di incontri ravvicinati con un orso e a rispettare i suoi spazi. “Ci vuole un nuovo patto per la convivenza uomo-orso”, sottolinea Massimo Vitturi, responsabile LAV dell’area Animali Selvatici.
Sono una minaccia per le persone, dice qualcuno. Nessuno li tocchi, la fauna selvatica va preservata, risponde un altro. Come ben sai, ogni volta che si verificano episodi di aggressione o si avvistano degli esemplari vicino ai centri abitati, la questione degli orsi in Trentino si ripropone e si aprono discussioni infinite sulla loro gestione.
Ora si va verso l'inverno, il che per gli orsi significa una sola cosa: letargo. Ma l'estate prossima dobbiamo aspettarci che si ripresentino gli stessi problemi (e le stesse polemiche) di quella appena passata? Possibile che in Trentino non si riesca a trovare un punto di equilibrio che porti a una convivenza pacifica tra uomo e orso, come accade per esempio in Abruzzo? Ne abbiamo parlato con Massimo Vitturi, Responsabile LAV area Animali Selvatici.
Qual è attualmente la situazione in Trentino?
Al momento ci sono tre orsi rinchiusi nel recinto del Casteller: DJ3, che è rinchiusa lì da nove anni, M57 e l'ormai arcinoto M49. Sono stati emessi poi degli ordini di cattura per due esemplari segnalati dai sindaci di Dimaro e di Andalo. Questi ultimi hanno definito gli orsi "confidenti", pur non avendo alcuna competenza in materia di etologia, per il solo fatto che gli animali sono stati avvistati ai margini dei centri urbani. Infine c'è JJ4, l'orsa che si era imbattuta in due uomini sul monte Peller lo scorso giugno. Inizialmente, era stata emessa un'ordinanza per abbatterla. L'abbiamo impugnata ed è stata trasformata in un ordine di cattura, che però è stato a sua volta impugnato dall'Enpa. Per cui l'orsa rimane radiocollarata ma libera, almeno per il momento.
Qui si inserisce il tema della gestione del problema da parte dell'amministrazione provinciale: che cosa non funziona secondo le associazioni animaliste?
Maurizio Fugatti (l'attuale presidente della Provincia autonoma di Trento, ndr) non fa altro che proseguire quello che avevano fatto le precedenti amministrazioni, in particolare quella di Ugo Rossi, che pure è di un altro colore politico. Ricordiamo tutti la questione di Daniza, uccisa nel 2014, o anche quella di KJ4, abbattuta a colpi di fucile dagli agenti del Corpo forestale nell'agosto del 2017, quando appunto il presidente della Provincia autonoma di Trento era Rossi.
Fugatti ha un approccio alquanto discutibile. Che senso ha fare un'ordinanza di cattura per due orsi che non sono stati identificati, solo perché sono stati visti aggirarsi vicino al paese? Allora si può catturare qualsiasi orso, anche se non sono i due ricercati, e decidere di classificarlo come "confidente" senza alcuna base scientifica ma solo sull'onda emotiva di un episodio? Non vuol dire nulla: tutti gli animali selvatici alla ricerca di cibo potrebbero avvicinarsi alle periferie dei paesi.
Un aggettivo che si sente spesso in riferimento a qualche esemplare di orso è "problematico". È impropria questa terminologia?
Gli orsi, come tutti gli altri animali selvatici, non sono mai problematici di per sé. Lo diventano nel momento in cui il loro comportamento va contro i nostri interessi. Per esempio, quando un plantigrado si rende conto che è più facile procurarsi il cibo andando nelle malghe, anziché scorrazzare per il bosco chilometri e chilometri consumando energie. Sono dunque gli uomini a decidere che sono problematici: gli orsi non fanno altro che comportarsi da orsi.
Quali sono dunque gli strumenti che si possono mettere in campo per far sì che non si ripetano episodi spiacevoli, sia per l'uomo sia per l'orso?
Come associazione animalista, noi proponiamo l'istituzione di una task force su questo specifico argomento. Il nodo centrale della questione è il seguente: non è mai stata fatta abbastanza educazione della cittadinanza, soprattutto degli abitanti locali. Ogni anno il Trentino viene visitato da milioni di turisti. Eppure gli episodi di falsi attacchi da parte di un orso sono avvenuti sempre con persone del luogo. Quindi con persone che conoscono a menadito il territorio e si avventurano in zone non battute solitamente dai turisti. Sono loro che vanno a invadere lo spazio dell'orso. Bisogna chiaramente insegnare come comportarsi in caso di incontro con l'animale. Occorre formare, informare ed educare.
Dobbiamo inoltre cominciare a parlare senza remore della sicurezza di chi lavora nei boschi ed è più esposto al rischio di incontrare un orso, fornendo spray al peperoncino. Non quello da borsetta che si trova in commercio, ma quello che si usa in Alaska per evitare gli scontri con i grizzly: è una specie di piccolo estintore portatile, diciamo così, che ha un getto che arriva a 10-20 metri di distanza. Al momento in Italia il suo utilizzo è vietato, ma si potrebbe prevedere una sorta di "porto d'armi" che autorizzi le persone che operano in certi ambienti a dotarsi di strumenti che possono prevenire uno scontro fisico.
Rinchiudere gli orsi, o perfino abbatterli, non rappresenta dunque una soluzione…
Ovviamente no. Lavoriamo piuttosto sulla riproduzione delle femmine con programmi di sterilizzazione ad hoc, se il problema è il sovrappopolamento degli orsi in Trentino.
In questo modo non si ammette implicitamente il fallimento del progetto Life Ursus?
Non possiamo parlare di fallimento, perché in fondo si è rivelato efficace. In effetti, c'è un nucleo ormai stabile nelle Alpi centrali. Il progetto ha però dei punti critici. Il principale riguarda l'espansione della popolazione di orsi. L'idea originaria di Life Ursus era quello di creare una continuità territoriale tra arco alpino e area balcanica. Questo non è avvenuto perché le femmine tendono a essere sedentarie e a rimanere in Trentino. E se non si spostano le orse, anche i maschi non hanno motivo di allontanarsi. L'altro punto critico è la scarsa variabilità genetica, perché tutti gli orsi presenti provengono da quel nucleo che dalla Slovenia fu trasferito in Trentino tra il 1999 e il 2002.
Passare la palla al Ministero dell'Ambiente potrebbe dare una svolta in positivo alla gestione degli orsi sul territorio trentino?
Questa è un'altra nostra proposta di miglioramento per il futuro. Dobbiamo superare il PACOBACE (Piano d'Azione interregionale per la conservazione dell'Orso bruno sulle Alpi centro-orientali, ndr), da cui derivano le azioni che gli amministratori locali mettono in atto. Bisogna passare a un nuovo patto per la convivenza uomo-orso, basato su un ribaltamento della prospettiva: quando andiamo in quei territori, siamo noi umani che entriamo a casa loro, e non il contrario. Di questo dovrebbe occuparsene un ente terzo, come appunto il Ministero dell'Ambiente, che non è coinvolto direttamente ed "emotivamente", ma soprattutto non è tenuto sotto scacco della comunità locale, visto che ovviamente ci sono degli interessi politici.
Gian Antonio Stella e il dramma di 2 giovani uccisi nei boschi della Val di Sole: per l'orsa con cuccioli una caccia spietata per l'assassino (ancora a piede libero) no
La comunicazione sulla vicenda orsi da parte della Provincia in questa fase è devastante e sta creando danni sia tra quelli che ora sono terrorizzati per un Trentino descritto come sotto assedio degli orsi sia per quelli che non capiscono come nel 2023 le uniche soluzioni che si stanno attuando siano le due usate alla fine dell'800, cattura e abbattimento. Il sentiment del Paese è tutto nel post di Taffo: ''Facciamo anche funerali per animali, ma quello per lOrsa Jj4, a costo di rimetterci, ci sembra abbastanza inutile e cattivo''
TRENTO. Sono tantissimi i post e le reazioni sulla vicenda orsi. Il danno d'immagine per il territorio è duplice perché se da un lato il presidente della Provincia ha comunicato sia nelle conferenze stampa pubbliche che nelle sue apparizioni televisive come se il Trentino fosse in uno stato di guerra, accerchiato da orsi in ogni dove (cosa assolutamente non vera perché gli esemplari presenti sono poco più di un centinaio e sparsi su areali in buona parte irraggiungibili e in quota e le aggressioni dall'inizio del progetto restano 8), dall'altro c'è chi non riesce a capire come degli esseri umani, nel 2023, mentre ormai si vola nello spazio, si è dotati tutti di tecnologie fantascientifiche, siamo tracciati in tempo reale, profilati, scannerizzati, non si sia fatto niente per mettere in atto strategie di convivenza tra questi animali e i residenti delle aree e si reagisca come si reagiva a fine '800 con abbattimenti e catture. L'ondata di sdegno a livello nazionale e internazionale è enorme e basta accendere qualsiasi programma televisivo per rendersene conto.
Oggi sul Corriere della Sera si può leggere un articolo di Gian Antonio Stella dal titolo ''Orsi, cacciatori e diverse attenzioni'' e racconta i due pesi e due misure che si stanno applicando a due tragedie avvenute entrambe tra i boschi trentini: da un lato quella che ha visto spegnersi la vita del 26enne Andrea Papi, il runner ucciso da un'orsa che aveva con sé tre cuccioli; dall'altro il 24enne Massimiliano Lucietti freddato con un colpo di fucile alla nuca mentre era a caccia nei boschi di Celledizzo l'autunno scorso (a meno di 30 chilometri di distanza da quelli di Caldes) da un assassino ancora in libertà visto che non è ancora stato trovato e non si sa chi possa essere stato.
''Che fine ha fatto l’assassino della Val di Sole? - si chiede Stella - Incubo finito: l’hanno catturato proprio ieri, direte voi sotto il diluvio di telegiornali, giornali radio, agenzie, commenti radiofonici, post, interventi pensosi o demenziali sui social. Non è esatto. Quello che è stata catturata, ridotta in cattività e imprigionata vita natural durante (a meno che l’aspirante Giustiziere Maurizio Fugatti, il leghista presidente della provincia autonoma di Trento, non ce la faccia a farla abbattere) è l’orsa «Jj4», rea d’avere ucciso il runner Andrea Papi nel quale si era imbattuta mentre girava per i boschi con i suoi tre cuccioli. Ma quella è un’assassina incolpevole. Una creatura innocente che San Francesco, pur condividendo come è ovvio l’idea di renderla inoffensiva, non potrebbe che benedire. L’assassino che a novembre ammazzò con un colpo alla nuca tra i boschi della stessa Val di Sole, a pochi chilometri di distanza, il giovane cacciatore Massimiliano Lucietti, invece, è ancora libero. E certo non è stato braccato in questi mesi con la stessa tenacia e lo stesso accanimento da cacciatore di taglie nei confronti dell’orsa. Unico plantigrado dai tempi lontani accusato in Italia d’aver ucciso un uomo''.
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Quindi la domanda retorica, perché la risposta è scontata visti i numeri che parlano chiarissimo, se ad andare nel bosco si debba avere più paura di incontrare l'uomo o le fiere. ''L’ultimo rapporto, per la stagione 2022-23 dice che i morti (cacciatori e non cacciatori uccisi «per errore») sono stati 22, i feriti 57. E pone una domanda: vi sembrano pochi?''. Perfetta, poi, come sempre, la comunicazione di Taffo, l'agenzia funebre ormai nota su scala nazionale proprio per le sue capacità comunicative: ''Facciamo anche funerali per animali, ma quello per lOrsa Jj4, a costo di rimetterci, ci sembra abbastanza inutile e cattivo''.
Uccisione Jj4, l'Ordine dei Veterinari del Trentino contro Fugatti: ''Sollecitiamo i colleghi a non eseguire l'eutanasia. L'orsa è catturata e custodita''
Importante presa di posizione votata all'unanimità dai veterinari del Trentino: ''Si precisa a tutela e garanzia delle figure professionali della categoria dei medici veterinari della provincia, e contrariamente a quanto lasciato intendere in occasione della conferenza dal presidente Fugatti, che non vi è stato alcun confronto né il presente Ordine né con altri professionisti veterinari delegati in materia, e pertanto non può esserci stata alcuna condivisione sul parere espresso dal governatore''
TRENTO. ''Si sollecitano i colleghi professionisti veterinari addetti a vario titolo, e iscritti presso l’Ordine della provincia di Trento, di non assumere alcuna iniziativa che possa provocare la morte del soggetto per eutanasia, se non in precedenza concordata con il presente Ordine''. Questo è il testo ufficiale dell'Ordine dei veterinari del Trentino che, di fatto, si pone in netto contrasto con la politica di abbattimento dell'orsa Jj4 decisa dal presidente Fugatti.
Una presa di posizione importante che viene motivata in vari punti e che è preceduta da una smentita di quanto affermato dallo stesso presidente della Provincia in conferenza stampa. Il presidente, infatti, ha detto che le operazioni di cattura sono state assistite da due veterinari e poi si è parlato di eutanasia dell'animale. Nel dettaglio il dirigente generale della protezione civile del Trentino De Col nella conferenza stampa pubblica di ieri ha detto: ''L'eutanasia è la cosa che si utilizza anche per gli animali di affezione. Parlo riportando quello che mi dicono i nostri veterinari, quindi sarebbe più opportuno che rispondesse su questo un veterinario. Ma nel confronto fatto nelle ultime ore, l'eutanasia è lo strumento utilizzato per tutti gli animali di affezione quando arrivano al limite della loro vita. Tendenzialmente questo è lo strumento che abbiamo individuato con il veterinario a supporto per dare anche meno sofferenza''.
''In data odierna - scrivono dall'Ordine dei Veterinari della Provincia di Trento- si è riunito d’urgenza l’Ordine dei Veterinari della provincia di Trento dopo aver preso atto della conferenza stampa, visionabile sulla pagina ufficiale on line tenuta dal presidente della PAT Maurizio Fugatti in merito alla cattura dell’orsa Jj4. Si precisa a tutela e garanzia delle figure professionali della categoria dei medici veterinari della provincia, e contrariamente a quanto lasciato intendere in occasione della conferenza dal presidente Fugatti, che non vi è stato alcun confronto né il presente Ordine né con altri professionisti veterinari delegati in materia, e pertanto non può esserci stata alcuna condivisione sul parere espresso dal governatore''.
L'Ordine prosegue, quindi, spiegando che ''a tutela e nel rispetto del Codice Deontologico'' sollecitano i veterinari iscritti all'ordine a vario titolo a non dare seguito a iniziative che possano provocare l'eutanasia dell'orsa. Ciò alla luce di questi elementi che loro stesso sottolineano: ''Lo stato di salute dell’esemplare Jj4 non giustifica l’intervento eutanasico nell’urgenza, così come prospettato in conferenza, ma richiede una analisi complessiva della gestione dei plantigradi presenti sul territorio provinciale. Non si rilevano al momento pericoli verso la popolazione in quanto Jj4 risulta catturata e custodita. L’orso risulta specie protetta tutelata con legge dello Stato. Alcune associazioni private si sono offerte di pagare l’eventuale costo di trasporto in altri spazi, anche al di fuori del territorio nazionale, senza alcun aggravio di spese pubbliche''.
Tutto ciò non è frutto del singolo presidente dell'Ordine dei Veterinari del Trentino ma dell'intero Ordine che ha deliberato su quanto esposto con ''voto favorevole all’unanimità''. ''Il presente documento concludono - è a tutela e garanzia professionale di tutti i veterinari della Provincia e vincola gli stessi al suo rispetto''.
La Lav: “L’Ispra ha dato l’ok al trasferimento all’estero di Jj4, la sua uccisione è un’opzione sempre meno percorribile”
Secondo la Lav la tragedia di Caldes deve rappresentare un punto di svolta da cui ripartire per avviare un progetto educativo-informativo rivolto a tutti i cittadini: “Eppure Fugatti, sordo e cieco a ogni proposta di buon senso, ha deciso una vendetta personale contro gli orsi che peraltro non garantirà la sicurezza dei trentini”
TRENTO. Per la Lav arriva una prima
vittoria nella battaglia per
salvare gli orsi trentini dall’abbattimento. Nei giorni scorsi infatti l’associazione animalista aveva
presentato alla Provincia delle soluzioni per il
trasferimento all’estero degli orsi considerati problematici: Jj4, Mj5 e M49. Si tratta di
Gnadenhof für Bären, in Germania, e di
Al Ma'wa for Nature and Wildlife, in Giordania, realizzato da Princess Alia Foundation e da Four Paws.
Stando a quanto riporta la Lav nel
parere fornito dall’Ispra si leggerebbe che
i due rifugi indicati dalla Lav sarebbero un’opzione che il Tar potrà prendere in considerazione per formulare il giudizio che sarà rilasciato nel corso dell’udienza collegiale di sospensiva confermata per il prossimo 11 maggio. “Ora – con buona pace del presidente Fugatti, commentano dalla Lav –
la condanna a morte di JJ4 è un’opzione per lui sempre meno percorribile”.
“Nei prossimi giorni – prosegue
Massimo Vitturi, responsabile nazionale Lav Animali Selvatici –
depositeremo tutta la documentazione tecnica necessaria ad attestare anche i
requisiti di sicurezza delle due strutture così che il Tar possa assumere la sua decisione nella massima serenità anche alla luce dell’apertura arrivata dal ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin a soluzioni alternative alle uccisioni”.
Secondo l’associazione la tragedia accaduta a Caldes deve rappresentare
un punto di svolta da cui ripartire per avviare un progetto educativo-informativo rivolto a tutti i cittadini trentini. “Eppure Fugatti, sordo e cieco a ogni proposta di buon senso fino a oggi, ha deciso una
vendetta personale contro gli orsi che peraltro non garantirà la sicurezza dei cittadini”.
Da qui l’appello rivolto al presidente ella Repubblica,
Sergio Mattarella, e alla presidente del Consiglio,
Giorgia Meloni, affinché venga garantita la tutela dei plantigradi. “Fugatti – conclude Vitturi – deve essere richiamato al suo ruolo che non è quello di sceriffo mentre
la gestione degli orsi deve tornare allo Stato per essere affidata a una squadra di esperti con il mandato di implementare su tutto l’arco alpino un serio progetto di convivenza basato sulle migliori pratiche sviluppate in tutto il mondo nelle aree di presenza degli orsi di informazione e prevenzione”.
LA STORIA DELL'ORSA JJ4
JJ4 è un’orsa di 15 anni: fino a giugno 2020 non fa mai “parlare di sé". Poi l’incontro con due cacciatori che escono dal sentiero segnato per addentrarsi nel bosco verso il loro appostamento.
JJ4 se li trova davanti all’improvviso, dietro un dosso, mentre è accompagnata dai suoi cuccioli: dallo “scontro” i due cacciatori ne escono con alcune ferite non gravi, ma tanto basta al Presidente della Provincia di Trento, Fugatti, per emettere un’ordinanza di abbattimento dell’orsa, che non tiene minimamente in considerazione le particolari condizioni che hanno causato lo scontro.
Ci siamo opposti immediatamente a questa decisione, impugnando l’ordinanza al TAR di Trento, che, accogliendo il nostro ricorso, ha sospeso la “condanna a morte” per JJ4.
Ma il Presidente Fugatti non si è arreso, e ha emesso una nuova ordinanza che dispone la cattura dell’orsa e la reclusione nel recinto del Casteller.
Abbiamo impugnato anche questa nuova ordinanza che è poi stata annulla dal TAR di Trento e quindi l’orsa JJ4 può continuare a scorrazzare libera nei suoi boschi in compagnia dei suoi cuccioli.
Noi vogliamo che JJ4 resti libera per poter accudire e far crescere i suoi cuccioli.
Non vogliamo che corra il rischio di finire come Daniza, uccisa dal maldestro intervento del veterinario che doveva sedarla.
In Trentino gli orsi vengono catturati e imprigionati solo perché si comportano da orsi.
AIUTACI A LIBERARLI
Vittoria: l'orsa JJ4 resta libera! TAR Trento accoglie ricorso LAV
Con sentenza pubblicata oggi, il TAR di Trento ha definitivamente cancellato l’ordinanza della Provincia di Trento che disponeva la cattura dell’orsa JJ4. Il TAR ritiene non esista alcuna urgenza che giustifichi la cattura dell’orsa
L’orsa, che a giugno scorso si era scontrata con due cacciatori usciti dal sentiero che l’avevano sorpresa in compagnia dei suoi cuccioli, era stata dapprima condannata a morte dal presidente della provincia Fugatti. Grazie al nostro immediato intervento al TAR di Trento, la sua vita fu salvata e l’ordinanza di uccisione venne sospesa e sostituita da Fugatti con una nuova ordinanza di cattura che oggi è stata annullata.
Siamo felicissimi per questo risultato, ora chiediamo che la Provincia di Trento si astenga da ulteriori attività per provvedere alla sua cattura ma piuttosto spenda le sue risorse per mettere in atto tutte le necessarie attività di prevenzione necessarie ad una corretta convivenza con gli orsi.
La vicenda giudiziaria di JJ4 dimostra chiaramente che in Trentino manca completamente una cultura per la convivenza con gli orsi, tema centrale del convegno “Convivere con gli orsi in Trentino”
Il Convegno si terrà sabato 17 aprile, in diretta streaming sulla piattaforma Zoom (dalle ore 15).
"Qual è la storia della creazione biblica?"
Gli elementi essenziali della storia della creazione si trovano in Genesi 1 e 2, seguiti dal racconto del Giardino dell’Eden nel capitolo 3. Genesi 1 ha inizio prima dell’esistenza di ogni cosa, eccetto Dio Stesso. Stando così le cose, non esiste niente di simile alla "preistoria". Sin dall’inizio, è presente la rivelazione che Dio dà di Se stesso e della Sua volontà per l’umanità. In questo inizio Dio creò l’universo e tutto ciò in esso contenuto in sei giorni di 24 ore ciascuno. La creazione include tutti i corpi celesti (incluse le stelle e i pianeti), e ogni cosa sulla Terra. Sebbene la natura trina di Dio non sia esplicita nel resoconto della Genesi, Dio ci rivela un "noi" all’interno della Sua divinità (Genesi 1:26). Lo Spirito è attivo nella creazione (Genesi 1:2), così come lo è Cristo (Giovanni 1:1-3; Colossesi 1:15-17).
Durante i sei giorni della creazione, Dio formò l’universo e la Terra (primo giorno), il cielo e l’atmosfera (secondo giorno), la terraferma e le piante (terzo giorno), le stelle e i corpi celesti, inclusi il sole e la luna (quarto giorno), i volatili e le creature acquatiche (quinto giorno), tutti gli animali e l’uomo (sesto giorno). L’umanità è speciale, al di sopra di tutte le altre creature, perché porta in sé l’immagine di Dio e la responsabilità di prendersi cura della Terra e di amministrarla. Tutta la creazione, nella sua varietà e nella sua straordinaria bellezza, fu completata in sei giorni. Questi sei giorni di 24 ore furono consecutivi. Dio annunciò che la Sua creazione era molto buona. Genesi 2 vede il completamento dell’opera di Dio e dà un resoconto dettagliato della creazione dell’uomo.
Il settimo giorno viene caratterizzato dal riposo di Dio. Non perché Dio fosse stanco, bensì perché aveva terminato il Suo atto creativo. Con questo atto Dio stabilisce un modello in base al quale dedichiamo un giorno ogni sette al riposo e, allo stesso tempo, stabilisce il numero di giorni nella settimana usati fino ad oggi. Osservare il Sabato sarà un tratto distintivo del popolo scelto di Dio (Esodo 20:8-11).
Genesi poi si sofferma sulla creazione dell’uomo. Questo passaggio non è un secondo resoconto della creazione e tantomeno contraddice Genesi 1. Il resoconto semplicemente si discosta da una narrazione lineare degli eventi e sposta l’attenzione del lettore sull’opera di Dio che riguarda l’uomo. Dio formò l’uomo dalla polvere della Terra che aveva precedentemente creato. Dopo aver formato l’uomo, Dio "soffiò" la vita in lui. Il fatto che Dio decise di formare l’uomo in questo modo mostra la Sua grande attenzione in questo processo. Successivamente, Dio mise il primo uomo, Adamo, in un luogo speciale, il Giardino dell’Eden. L’Eden era bellissimo e lussureggiante. Adamo aveva quasi tutto ciò di cui aveva bisogno, inclusi cibo (Genesi 1:29) e lavoro produttivo. Tuttavia, Dio non aveva finito con l’uomo.
Egli aiutò Adamo a rendersi conto del suo bisogno di compagnia, facendogli passare in rassegna tutte le altre creature a cui doveva dare un nome. Adamo capì che aveva bisogno di una compagna. Dio fece addormentare Adamo e formò Eva con la stessa cura con cui aveva formato Adamo. Eva fu creata dalla costola di Adamo. Quando Adamo la vide, capì che era speciale. Era la sua controparte, il suo complemento, e carne della sua carne. Dio creò sia Adamo che Eva a Sua immagine (Genesi 1:27). Questo passaggio stabilisce la famiglia come componente fondamentale della società (Genesi 1:24; Matteo 19:5-6.) Essendo un’istituzione comandata da Dio, l’unico matrimonio accettabile è quello tra un uomo e una donna. Adamo ed Eva furono creati in uno stato di innocenza (Genesi 1:25) e non avevano commesso alcun peccato. Gioivano della comunione con Dio nell’Eden. Una semplice regola faceva parte integrante della loro relazione: ad Adamo ed Eva era proibito mangiare da un albero e solo da un albero nell’intero Giardino (Genesi 1:17).
Ad un certo punto, Eva fu tentata dal serpente a mangiare il frutto di questo specifico albero, cosa che fece. Adamo ed Eva peccarono contro Dio e persero la loro innocenza (Genesi 2:8-12). Il peccato portò delle conseguenze. Dio maledisse il serpente affinché strisciasse per sempre sul suolo e fosse odiato dagli uomini. Dio maledisse Eva facendole provare dolore nel parto e avere conflitti con il proprio marito, e maledì Adamo affinché lavorasse con fatica e sforzo (Genesi 3:14-19). Parte delle conseguenze del loro peccato fu anche l’espulsione dal Giardino (Genesi 3:22-24.) Ma insieme alle conseguenze c’è anche un messaggio di speranza. La prima menzione all’avvento del Messia si trova in Genesi 3:15. Egli sarebbe venuto per schiacciare il Serpente (Satana), ma non prima che Satana Lo avesse ferito sulla croce. Persino nel mezzo del peccato e delle sue terribili conseguenze, Dio mostra di essere un Dio di grazia, misericordia e amore.
Prenderci cura del nostro pianeta.
1
La Bibbia ci dice che quando finì di creare i cieli e la terra “Dio vide tutto ciò che aveva fatto, ed ecco, era molto buono”.1 Poi Dio incaricò l’umanità di prendersi cura della sua creazione e gestire le sue risorse, non come proprietari, ma come amministratori. “L’Eterno Dio prese dunque l’uomo e lo pose nel giardino dell’Eden perché lo lavorasse e lo custodisse”.
2
Gran parte del mondo è ancora bella e funziona, ma altre parti si sono molto deteriorate. Le forze della natura l’hanno usurata, ma anche noi esseri umani abbiamo fatto la nostra parte. Alcuni degli ecosistemi terrestri si stanno rovinando, specie animali e vegetali si stanno estinguendo e le risorse si stanno esaurendo.
Poiché l’umanità ha ricevuto da Dio la responsabilità di prendersi cura della sua creazione, ne siamo responsabili anche noi e ne paghiamo le conseguenze. L’inquinamento dell’aria e dell’acqua hanno ridotto la qualità della vita per milioni di persone ponendo una minaccia seria alle popolazioni delle zone costiere più basse; il disboscamento sta creando nuovi deserti; l’abuso delle terre e delle risorse acquifere causa gravi carestie, provoca l’esodo di migliaia di persone e in alcune zone scatena guerre; grandi estensioni di mari, fiumi e laghi stanno diventando zone morte, prive di vita.
La nostra casa comune è in pericolo e ognuno di noi è responsabile di fare la sua parte per “lavorare e custodire” il pianeta che è affidato alle nostre cure.
Lavorando insieme e con l’aiuto di Dio possiamo fare di meglio. Possiamo fare la nostra parte per essere fedeli all’incarico divino di custodire il nostro mondo. —Keith Phillips
Motivi per prendercene cura:
La Bibbia ci dà tre motivi principali per cui dovremmo prenderci cura dell’ambiente. Primo, Dio stesso dice che la sua creazione è molto buona. Il mondo materiale è importante per Dio; lo preserva in continuazione. Senza di Lui cadrebbe nel caos. “Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui”.
3
Se trascuriamo l’ambiente, se ne abusiamo e lo roviniamo, non facciamo che danneggiare qualcosa di prezioso per Dio.
Il secondo motivo, ancora più importante, per cui dovremmo prenderci cura dell’ambiente è che in Genesi 1,28 e 2,15 Dio ha ordinato specificamente all’umanità di farlo. Ci ha detto di prenderci cura della creazione viva e di quella non viva. Dobbiamo lavorare per gestire e tenere in ordine la creazione da buoni amministratori, senza abusarne per i nostri fini egoistici. Prendendoci cura della terra in modo corretto le rendiamo possibile essere fertile e svolgere il suo ruolo voluto di dare gloria a Dio. Questo fa parte del nostro giusto culto a Dio.
Il terzo motivo è che un giorno il cosmo sarà rinnovato e ricreato con “nuovi cieli e nuova terra”, come prospettano sia l’Antico che il Nuovo Testamento.
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Questo porterà la pienezza di vita che Dio voleva e progettava per la sua creazione: un luogo dove gli esseri umani saranno veramente a casa, dove Dio abiterà con il suo popolo e sia questo che l’intera creazione lo adoreranno e gli renderanno gloria.
Il modo in ci trattiamo l’ambiente, quindi, dovrebbe essere un’anteprima — un’esercitazione, se volete — di quello che faremo nella nuova creazione. La speranza sicura di una futura creazione rinnovata non è una buona scusa per rinunciare a prendersi cura di questa. Anzi, è l’opposto: c’è ogni incentivo a incoraggiare e a usare la bontà e la produttività innate di questo mondo materiale per fare ciò che piace a Dio qui e adesso. Come si dice che Lutero abbia commentato: “Se sapessi che Gesù tornerà domani, pianterei lo stesso un albero oggi”.
L’esistenza stessa dell’universo è un risultato dell’attività creativa di Dio. E la sua destinazione finale, riscattata dal sacrificio di Gesù sulla croce, è l’essere rinnovata insieme a tutti i credenti a eterna gloria di Dio. —Bob White
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Buona amministrazione
Avendoli creati a sua immagine, Dio diede agli uomini e alle donne un posto privilegiato tra tutte le creature e comandò loro di gestire la Terra.
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Tale compito significa prendersi cura della Terra, non abusarne. Dobbiamo gestire in modo intelligente le risorse che Dio ci ha dato, operando con diligenza per preservarle e proteggerle. Vediamo questo nell’Antico Testamento, dove Dio comandò che i campi e i vigneti venissero seminati e mietuti per sei anni, e poi lasciati a maggese per il settimo anno per rifornire il terreno di sostanze nutrienti, sia per dare riposo alla terra che per assicurare una provvigione continua per il Suo popolo nel futuro.
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Oltre al nostro ruolo di custodi dobbiamo apprezzare la funzionalità e la bellezza dell’ambiente. Nella Sua incredibile grazia e potenza, Dio ha fornito questo pianeta di tutto ciò che è necessario per nutrire, vestire e ospitare i miliardi di persone che ci hanno vissuto sin dai tempi del Giardino dell’Eden. Tutte le risorse che Dio ha provveduto per i nostri bisogni sono rinnovabili ed Egli continua a provvedere il sole e la pioggia necessari per sostenere e reintegrare tali risorse. Come se ciò non bastasse, Dio ha anche decorato il pianeta con colori stupendi e panorami meravigliosi per affascinare il nostro senso estetico ed entusiasmare nostre anime riempiendole di meraviglia. Esistono innumerevoli varietà di fiori, uccelli esotici e altre manifestazioni della Sua grazia per noi.
Allo stesso tempo, la Terra sulla quale abitiamo non è un pianeta eterno né era destinato a esserlo. […] Dio creerà "nuovi cieli e una nuova terra".
8 […]
Dobbiamo esserne dei buoni custodi fintanto che durerà, ovvero finché servirà al disegno e allo scopo sovrano di Dio. —
9
All’Eterno appartiene la terra
Perché dobbiamo preoccuparci dell’ambiente? Non soltanto per i pericoli che affrontiamo a causa dell’inquinamento, dei cambiamenti climatici o di altri problemi ambientali, anche se sono gravi. Sappiamo che Dio ha creato il mondo e che questo appartiene a Lui e non a noi. Perciò noi siamo soltanto custodi o amministratori della creazione divina e non dobbiamo abusarne né trascurarla. La Bibbia dice: “All’Eterno appartiene la terra e tutto ciò che è in essa, il mondo e i suoi abitanti”.
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Quando non riusciamo a vedere il mondo come una creazione di Dio, finiamo per abusarne. Subentrano egoismo e avidità e noi finiamo per non preoccuparci dell’ambiente né dei problemi che creiamo per le generazioni future. […]
Spero che non smettiate di preoccuparvi per questi problemi, perché sono importanti; ma non perdete di vista una cosa ancora più importante: il vostro rapporto con Dio. Cristo viene al primo posto nella vostra vita? Cercate di seguirlo ogni giorno? —
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Amministratori responsabili
Come sarebbe un’attenzione ambientale sinceramente cristiana e scrupolosamente biblica? Da come la vediamo noi, dovrebbe iniziare con una confessione di fede basata su un versetto biblico […] “All’Eterno appartiene la terra e tutto ciò che è in essa, il mondo e i suoi abitanti”.
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I cristiani, tra tutti, capiscono che non siamo proprietari del mondo in cui viviamo. La terra, come la vigna nella parabola di Gesù,
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ci è stata consegnata in affidamento fiduciario dal suo Creatore e Proprietario. Dio ci ha incaricato di curare il suo giardino. Gli siamo debitori di un interesse positivo sul suo investimento.
In Genesi 1,28 Dio ha dato all’uomo “dominio” o “controllo” sulla creazione. Ciò però non significa che l’uomo sia libero di saccheggiare le risorse della terra o abusarne. Al contrario, il “dominio” comporta una responsabilità. È il mandato di prendersi cura del mondo di Dio come Lui si prende cura di noi.
Tra le altre cose, questo significa dover trovare dei modi per rimettere nella natura almeno tanto quanto ne prendiamo. Come qualsiasi buon agricoltore sa, un campo fertile diventa una distesa polverosa, se il contadino non trova il modo di salvaguardare e reintegrare il terreno. Allo stesso modo, l’industria può essere utile quando supplisce alle esigenze umane basilari; ma deve anche agire responsabilmente e nel processo fare il possibile per conservare le risorse naturali. Quella è una buona gestione delle proprietà del Maestro. […]
Ogni cristiano ha a responsabilità di prendersi buona cura del mondo naturale. Dobbiamo farlo non solo per l’ambiente in sé, ma anche come modo di servire l’umanità. I nostri rapporti con l’ambiente dovrebbero mirare al miglioramento della vita umana e alla riduzione delle sofferenze di uomini, donne e bambini che sono stati creati a immagine di Dio.
La perizia tecnico-veterinaria forense scagiona JJ4 come riporta l' avv Loprete ..." non e' stata lei ad aggredire Andrea Papi , ma un esemplare maschio , e con una dinamica molto diversa da un attacco ..."
Adesso liberi subito quella povera mamma a cui ha ingiustamente spezzato il cuore , e che addirittura voleva giustiziare senza prove certe , e si vada nascondere Maurizio Fugatti , abbia vergogna !!!
Romani 8:19
Poiché la creazione aspetta con impazienza la manifestazione dei figli di Dio;
Romani 8:20
perché la creazione è stata sottoposta alla vanità, non di sua propria volontà, ma a motivo di colui che ve l'ha sottoposta,
Romani 8:21
nella speranza che anche la creazione stessa sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella gloriosa libertà dei figli di Dio.
Romani 8:22
Sappiamo infatti che fino a ora tutta la creazione geme ed è in travaglio;
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