Il pentecostalismo è una setta creata da Satana
Matteo 7: 21-23
Non chiunque mi dice: "Signore, Signore", entrerà nel regno dei cieli; ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: "Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato nel tuo nome, e nel tuo nome scacciato demoni e fatte nel tuo nome molte opere potenti?". E allora dichiarerò loro: "Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi tutti operatori di iniquità".
Matteo 24:24
Perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, e faranno grandi segni e miracoli tanto da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti.
LA PENTECOSTE
La “Pentecoste” è significativa sia nell’Antico che nel Nuovo testamento. La Pentecoste è in realtà il nome greco di una festività conosciuta nell’Antico Testamento come la Festa delle Settimane (Levitico 23:15; Deuteronomio 16:9). La parola greca significa "cinquanta" e si riferisce ai cinquanta giorni passati dall’offerta della Pesach. La Festa delle Settimane celebrava la fine della mietitura del grano. Più interessante, tuttavia, è il suo uso in Gioele e in Atti. Guardando indietro alla profezia di Gioele (Gioele 2:8-32) e avanti alla promessa dello Spirito Santo nelle ultime parole di Cristo sulla Terra prima della Sua ascesa in Cielo (Atti 1:8), la Pentecoste segnala l’inizio dell’età della chiesa.
L’unico riferimento biblico agli eventi effettivi della Pentecoste è Atti 2:1-3. La Pentecoste richiama alla mente l’Ultima Cena; in entrambi i casi i discepoli sono riuniti in una casa per un evento importante. Nell’Ultima Cena i discepoli sono testimoni della fine del ministero terreno del Messia, quando Egli chiede loro di ricordarLo dopo la Sua morte, fino al Suo ritorno. Alla Pentecoste i discepoli sono testimoni della nascita della chiesa neotestamentaria, con la venuta dello Spirito Santo per dimorare in tutti i credenti. Così la scena che vede i discepoli in una stanza durante la Pentecoste collega l’inizio dell’opera dello Spirito Santo nella chiesa con la conclusione del ministero terreno di Cristo nella stanza al piano superiore prima della crocifissione.
La descrizione del fuoco e del vento menzionata nel racconto della Pentecoste risuona attraverso tutto l’Antico e il Nuovo testamento. Il vento della Pentecoste era "impetuoso". I riferimenti scritturali al potere del vento (sempre considerato sotto il controllo di Dio) abbondano. Esodo 10:13, Salmo 18:42 e Isaia 11:15 nell’Antico testamento e Matteo 14:23-32 nel Nuovo Testamento sono solo alcuni esempi. Più significativo del vento come potere è il vento come vita nell’Antico Testamento (Giobbe 12:10) e come spirito nel Nuovo (Giovanni 3:8). Così come il primo Adamo ricevette il soffio della vita fisica (Genesis 2:7), allo stesso modo il secondo Adamo, Gesù, porta il soffio della vita spirituale. L’idea della vita spirituale generata dallo Spirito Santo è certamente implicita nel vento della Pentecoste.
Nell’Antico Testamento spesso il fuoco è associato alla presenza di Dio (Esodo 3:2; 13:21-22; 24:17; Isaia 10:17) e alla Sua santità (Salmo 97:3; Malachia 3:2). Allo stesso modo nel Nuovo Testamento il fuoco viene associato alla presenza di Dio (Ebrei 12:29) e alla purificazione che Egli porta nella vita umana (Apocalisse 3:18). La presenza e la santità di Dio sono implicite nelle lingue di fuoco della Pentecoste. Infatti, il fuoco viene identificato con Cristo Stesso (Apocalisse 1:14;19:12); quest’associazione naturalmente è alla base del dono dello Spirito Santo nella Pentecoste, il Quale avrebbe insegnato ai discepoli le cose di Cristo (Giovanni 16:14).
Un altro aspetto del Giorno della Pentecoste è il miracoloso "parlare in lingue", che permise a persone appartenenti a diversi gruppi linguistici di capire il messaggio degli apostoli, a cui si aggiunge la predicazione audace e incisiva di Pietro al pubblico ebraico. L’effetto del sermone fu potente, in quanto gli ascoltatori furono "compunti nel cuore" (Atti 2:37) e istruiti da Pietro a "pentirsi" e "battezzarsi" (Atti 2:38). La narrazione si conclude con tremila anime aggiunte alla comunità cristiana, dove condividevano lo spezzare il pane, le preghiere, i segni e prodigi apostolici e una comunità appena formata in cui i bisogni di ognuno venivano sopperiti.
1- NASCONO COL MOVIMENTO CARISMATICO
Il movimento carismatico è un movimento di rinnovamento cristiano interconfessionale ed è una delle forze più popolari e in crescita più rapida nel mondo cristiano di oggi. Le origini del movimento risalgono al) 1906, all’Azusa Street Mission di Los Angeles, in California, un Revival sponsorizzato dai metodisti. Fu lì che alcune persone affermarono di essere state “battezzate dallo Spirito Santo” così come viene riportato in Atti capitolo 2, durante la celebrazione della Pentecoste. In quell’evento, i credenti cominciarono a parlare in lingue e a operare miracoli di guarigione, risvegliando un fervore spirituale nelle persone. Le persone che frequentavano quegli incontri diffusero il loro entusiasmo in tutti gli Stati Uniti, e così cominciò il movimento Pentecostale/Carismatico.
All’inizio degli anni ’70 il movimento si diffuse in Europa e durante gli anni ’80 si espanse, con un crescente numero di nuove denominazioni emerse dallo stesso. Non è insolito vedere la sua influenza in molte altre denominazioni come battisti, episcopali, luterani e in chiese non-confessionali.
Il movimento prende il nome dalla parola greca charis, traslitterazione dal greco per “grazia,” e mata, che è la parola greca che significa “doni.” Charismata, allora, significa “doni di grazia.” Enfatizza la manifestazione dei doni dello Spirito Santo come segno della Sua presenza. Questi doni sono anche conosciuti come “carismi,” o doni spirituali che si presuppone diano a un individuo influenza o autorità su un grande numero di persone. I doni prominenti tra questi “carismi” sono: parlare in lingue e profetizzare. I carismatici sostengono che le manifestazioni dello Spirito Santo date ai membri della chiesa del primo secolo possono ancora essere sperimentate e praticate oggi.
Il movimento carismatico è maggiormente conosciuto per la sua accettazione del parlare in lingue (anche conosciuto come glosolalia), della guarigione divina e delle profezie come prove dello Spirito Santo. La maggior parte degli incontri sono caratterizzati dalla preghiera e da canti appassionati, danze, gridare “nello spirito,” oltre che alzare mani e braccia in preghiera. Inoltre, ungere i malati con olio è spesso parte della funzione religiosa. Queste sono le ragioni primarie della crescita del movimento e della sua popolarità. Anche se crescita e popolarità sono senza dubbio desiderabili, non possono essere usate come prova di verità.
Il movimento carismatico è scritturale?
Possiamo rispondere meglio alla domanda in questo modo: sappiamo che sin dalla creazione dell’umanità il progetto insidioso di Satana è stato quello di stendere un velo tra i figli di Dio e la Parola infallibile di Dio. Cominciò nel Giardino dell’Eden con il serpente che chiese ad Eva “Ha DIO veramente detto…?” (Genesi 3:1), facendo quindi sorgere il dubbio sull’autorità e sull’autenticità di quel che aveva detto Dio. Sin da quel giorno, egli continua ad attaccare l’infallibilità e l’autosufficienza della Bibbia. Senza dubbio, sappiamo che Satana ha intensificato il ritmo di questa strategia (1 Pietro 5:8).
Oggi, siamo testimoni di una crescente minaccia di attività demoniaca nel regno del miracoloso. Quando Satana non riesce a toglierci la Bibbia, lavora duro per allontanarci da essa. Lo fa semplicemente focalizzando l’attenzione dei cristiani verso dichiarazioni di esperienze sovrannaturali da parte di uomini e donne. Di conseguenza, coloro i quali cercano di provare quelle esperienze non hanno né il tempo né l’interesse di cercare la verità di Dio nelle Scritture.
È innegabile che Dio faccia miracoli. Tuttavia, la verità di fondo è questa: il Corpo di Cristo non ha bisogno di nuovi apostoli, né di nuovi guaritori nella fede, né di operatori di miracoli a modo loro. Ciò di cui ha bisogno la chiesa è di ritornare alla Parola di Dio e di proclamare l’intero consiglio di Dio nel potere e nell’amore dello Spirito Santo.
2- CREDONO NEI DONI-SEGNI BIBLICI
Quando parliamo dei doni-segno biblici, ci riferiamo a quei miracoli come il parlare in lingue, le visioni, le guarigioni, le resurrezioni dei morti e il profetizzare. Tra i credenti è un fatto indiscutibile che tali miracoli accaddero davvero, perché la Bibbia li descrive chiaramente. Piuttosto esiste un disaccordo in merito al loro scopo, unito alla questione se dovremmo sperimentarli ai giorni nostri o meno. Alcuni dicono che questi doni sono un segno della salvezza di una persona, mentre altri sostengono che sono un segno del battesimo dello Spirito Santo, e altri ancora affermano che il loro scopo è quello di dimostrare l’autenticità del messaggio del vangelo.
Uno dei primissimi riferimenti ai doni-segno biblici si trova in Esodo 4, quando Mosè ricevette indicazioni da Dio sull’incombente liberazione dal giogo egiziano. Mosè si preoccupava che la gente non avrebbe creduto che lui era stato mandato da Dio, quindi Dio gli diede i segni del bastone tramutato in serpente e della sua mano che divenne lebbrosa. Dio disse che tali segni erano “affinché credano che l'Eterno, il DIO dei loro padri, il DIO di Abrahamo, il DIO di Isacco e il DIO di Giacobbe ti è apparso” (v. 5). Dio disse a Mosè che, se la gente avesse continuato a non credere, egli avrebbe dovuto prendere dell’acqua dal Nilo e versarla sul terreno, dove si sarebbe tramutata in sangue (v. 9). Il fine di tutto ciò era che i figli di Israele potessero credere nel messaggero di Dio.
Dio diede a Mosè anche dei segni miracolosi da mostrare al Faraone, affinché lasciasse andare il Suo popolo. In Esodo 7:3-5, Dio disse a Mosè che avrebbe moltiplicato i Suoi segni e prodigi in Egitto così “gli Egiziani conosceranno allora che io sono l'Eterno, quando distenderò la mia mano sull'Egitto e farò uscire di mezzo a loro i figli d'Israele.” Dio voleva che gli egiziani sapessero che Egli era Colui Che si era messo all’opera per liberare gli israeliti. In Esodo 10:7, Mosè disse al Faraone che l’ultima piaga, che avrebbe ucciso i primogeniti, serviva a dimostrare che Dio faceva una distinzione tra gli egiziani e gli israeliti. I segni e i prodigi confermarono il messaggio di Dio al Faraone e agli egiziani, cosicché sapessero che Mosè era stato inviato da Dio.
Quando Elia affrontò i falsi profeti sul Monte Karmel (1 Re 18), pregò Dio di mandare miracolosamente del fuoco dal cielo affinché il popolo sapesse che “tu sei DIO in Israele, che io sono tuo servo e che ho fatto tutte queste cose per tuo comando. Rispondimi, o Eterno, rispondimi, affinché questo popolo riconosca che tu, o Eterno, sei DIO” (v. 36-37). I miracoli che lui e gli altri profeti fecero erano una conferma che Dio aveva mandato i profeti e che Dio era all’opera nel mezzo di Israele.
A Gioele fu dato un messaggio riguardo al giudizio di Dio su Israele, e in quel messaggio c’era una profezia di misericordia e di speranza. Quando il giudizio avvenne come profetizzato, e la gente reagì ad esso pentendosi, Dio disse che avrebbe rimosso i giudizi e ripristinato la Sua benedizione: “Allora voi riconoscerete che io sono in mezzo ad Israele e che sono l'Eterno, il vostro DIO, e non ce n'è alcun altro; il mio popolo non sarà mai piú coperto di vergogna” (Gioele 2:27). Immediatamente dopo quell’affermazione, Dio parlò di versare il Suo Spirito sulla gente, affinché le persone profetizzassero, avessero delle visioni e vedessero accadere dei prodigi. Quando i discepoli cominciarono a parlare in lingue nel giorno della Pentecoste (Atti 2:1-21), Pietro dichiarò:“Ma questo è ciò che fu detto dal profeta Gioele.” Qual era lo scopo? Che la gente sapesse che il messaggio portato da Pietro e gli altri era il messaggio di Dio.
Il ministero di Gesù fu accompagnato da vari segni e prodigi. Qual era lo scopo dei Suoi miracoli? In Giovanni 10:37-38, Gesù stava rispondendo ai giudei che volevano lapidarLo per blasfemia, e disse disse: “Se non faccio le opere del Padre mio, non credetemi, ma se le faccio, anche se non credete a me, credete almeno alle opere, affinché conosciate e crediate che il Padre è in me e io in lui." Così come accadeva nell’Antico Testamento, il fine dei miracoli di Gesù è quello di confermare la mano di Dio sul Suo Messaggero.
Quando i farisei chiesero a Gesù di mostrare loro un segno, Gesù disse: “Questa malvagia e adultera generazione chiede un segno, ma nessun segno le sarà dato, se non il segno del profeta Giona. Infatti, come Giona fu tre giorni e tre notti nel ventre del grosso pesce, cosí starà il Figlio dell'uomo tre giorni e tre notti nel cuore della terra.I Niniviti risorgeranno nel giudizio con questa generazione e la condanneranno, perché essi si ravvidero alla predicazione di Giona; ed ecco, qui c'è uno piú grande di Giona” (Matteo 12:39-41). Gesù affermò chiaramente che lo scopo di un segno era quello di far sì che la gente riconoscesse il messaggio di Dio e agisse di conseguenza. Allo stesso modo, in Giovanni 4:48, Egli disse al nobiluomo: “Se non vedete segni e miracoli, voi non credete.” I segni erano un aiuto fornito a coloro i quali faticavano a credere, ma il messaggio della salvezza in Cristo era il punto centrale.
Questo messaggio di salvezza fu illustrato da Paolo in 1 Corinzi 1:21-23: “è piaciuto a Dio di salvare quelli che credono mediante la follia della predicazione poiché i Giudei chiedono un segno e i Greci cercano sapienza, ma noi predichiamo Cristo crocifisso, che è scandalo per i Giudei e follia per i Greci.” I segni hanno il loro proposito, ma sono un mezzo per un fine più grande: la salvezza delle anime mediante la predicazione del vangelo. In 1 Corinzi 14:22, Paolo afferma chiaramente che “le lingue sono un segno non per i credenti, ma per i non credenti.” Dio usò segni miracolosi come il parlare in lingue, per convincere i non credenti che il messaggio di Cristo fosse vero, ma come mostra il resto del contesto, la cosa più importante era la chiara dichiarazione del messaggio del vangelo.
Una cosa spesso trascurata nei dibattiti riguardanti I segni e i miracoli è la loro tempistica e la loro collocazione nelle Scritture. Contrariamente alla credenza popolare, la gente in tempi biblici non vedeva miracoli in continuazione. In effetti, i miracoli della Bibbia sono generalmente raggruppati intorno ad eventi speciali dell’opera di Dio verso l’umanità. La liberazione di Israele dall’Egitto e l’entrata nella Terra Promessa furono accompagnate da molti prodigi, ma tali miracoli svanirono dopo poco. Durante gli ultimi anni del regno, poco prima di mandare il popolo in esilio, Dio permise ad alcuni dei Suoi profeti di fare miracoli. Quando Gesù venne a vivere tra di noi compì dei miracoli e all’inizio del ministero degli apostoli anche loro operarono dei miracoli, ma al di fuori di quei momenti, vediamo ben pochi prodigi o segni nella Bibbia. La maggioranza delle persone che vivevano in tempi biblici non aveva mai visto segni e prodigi con i propri occhi. Dovevano vivere mediante la fede in ciò che Dio aveva già rivelato loro.
Nella Prima Chiesa segni e prodigi erano principalmente centrati sulla presentazione del vangelo tra vari gruppi etnici. Leggiamo che nel giorno della Pentecoste c’erano “Giudei, uomini pii, da ogni nazione sotto il cielo” che dimoravano a Gerusalemme (Atti 2:5). Era a questi ebrei, che erano cresciuti in altre terre e parlavano lingue straniere (v. 6-11), che veniva dato il segno delle lingue. Questi riconoscevano di sentir parlare delle meravigliose opera di Dio nelle loro lingue d’origine, e Pietro disse loro che l’unica risposta appropriata era quella di pentirsi dei propri peccati (v. 38). Quando il vangelo fu presentato per la prima volta ai samaritani, Filippo operò segni e miracoli (Atti 8:13).
Ancora una volta, quando Pietro fu mandato da Cornelio, un gentile, Dio diede un segno miracoloso per confermare la Sua opera. “E tutti i credenti circoncisi, che erano venuti con Pietro, rimasero meravigliati che il dono dello Spirito Santo fosse stato sparso anche sui gentili, perché li udivano parlare in altre lingue e magnificare Dio” (Atti 10:45-46). Quando gli altri apostoli interrogarono Pietro, egli diede questa come prova della guida di Dio, e gli altri “glorificavano Dio, dicendo: «Dio dunque ha concesso il ravvedimento anche ai gentili per ottenere la vita!” (Atti 11:18).
In ognuno di questi casi, i doni-segno erano una conferma del messaggio e del messaggero di Dio, affinché la gente potesse ascoltare e credere. Una volta confermato il messaggio, i segni svanivano. In genere non abbiamo bisogno che tali segni vengano ripetuti nelle nostre vite, ma dobbiamo ricevere lo stesso messaggio del vangelo.
"In lui anche voi, dopo aver udita la parola della verità, l'evangelo della vostra salvezza, e aver creduto, siete stati sigillati con lo Spirito Santo della promessa"
Efesini 1:13
3- CREDONO NELLA GLOSSOLALIA
La glossolalia, un fenomeno a volte definito come "dichiarazioni estatiche," è la pronuncia di suoni simili a un linguaggio, ma incomprensibili, mentre si è in stato di estasi. La glossolalia a volte viene confusa con la xenoglossia, che è il "dono delle lingue" biblico. Tuttavia, mentre la glossolalia è farneticare in un linguaggio che non esiste, la xenoglossia è l’abilità di parlare fluentemente una lingua che il parlante non ha mai imparato.
In aggiunta a ciò, mentre la xenoglossia non é una abilità innata o naturale, studi hanno mostrato che la glossolalia è un comportamento acquisito. La ricerca condotta dal Centro Medico Luterano dimostra che la glossolalia viene imparata facilmente con alcune semplici istruzioni. Analogamente, si è scoperto che alcuni studenti potevano manifestare la capacità di "parlare in lingue" anche in assenza di comportamenti simili ad uno stato di trance o di stordimento. Un altro esperimento condotto su sessanta studenti ha dimostrato che dopo aver ascoltato esempi di un minuto di glossolalia, il 20 percento era in grado di imitarlo esattamente. Dopo un po’ di pratica, il 70 percento ci riusciva.
In quasi ogni parte del mondo, si può osservare la glossolalia. Le religioni pagane in tutto il mondo erano ossessionate dalle lingue. Queste includono gli sciamani del Sudan, il culto Shango della costa occidentale dell’Africa, il culto Zor in Etiopia, il culto Vudù ad Haiti e le popolazioni indigene dell’America del Sud e dell’Australia. Mormorare o farfugliare parole senza senso che sono considerate profonde visioni mistiche da parte di uomini santi è una pratica antica.
Ci sono basilarmente due aspetti della glossolalia. Il primo è parlare o mormorare con suoni simili al linguaggio. Praticamente tutti sono in grado di farlo; anche i bambini prima di imparare a parlare possono imitare il linguaggio vero, anche se in modo incomprensibile. Non c’è niente di straordinario in tutto ciò. L’altro aspetto della glossolalia è l’estasi o l’euforia, simile ad uno stato di trance. Non c’è niente di insolito neanche in questo aspetto, anche se è più difficile da fare intenzionalmente che emettere suoni linguistici.
Esistono cristiani, specialmente nel movimento pentecostale, che credono che ci sia una spiegazione sovrannaturale alla glossolalia simile a quella spiegata nel Nuovo testamento. Credono che lo scopo principale del dono delle lingue sia di manifestare lo Spirito Santo versato su di loro proprio come nel giorno della Pentecoste (Atti 2), profetizzato da Gioele (Atti 2:17).
Tra quelle chiese cristiane che sposano la pratica della glossolalia in un modo o nell’altro, non c’è comune accordo su come funzioni. Per esempio, alcuni sono categorici nel dire che è in effetti un dono dello Spirito Santo, mentre altri minimizzano la sua importanza, dicendo che Paolo ha insegnato che il dono di “parlare in lingue” non era neanche lontanamente importante come gli altri doni dello Spirito Santo (vedi 1 Corinzi 13). Inoltre, ci sono coloro che desiderano evitare di dividere la chiesa su tali problemi non parlandone del tutto o scartandola come una semplice esperienza psicologica. E poi ci sono coloro i quali riguardano la glossolalia come un inganno di Satana in persona.
In tutto il mondo si possono sentire e capire lingue esotiche, ma quelle definite “dichiarazioni estatiche” o “lingue” non si possono né sentire, né capire.
Quello che sentiamo è una profusione di esagerazione, affermazioni, confusione e rumore. Non possiamo semplicemente dichiarare, come al tempo della chiesa delle origini, che “ciascuno di noi li ode parlare nella propria lingua natìa” (Atti 2:8).
Per farla semplice, la pratica della glossolalia non è il dono biblico delle lingue. Paolo rese chiaro lo scopo principale del dono di parlare in lingue, che doveva essere un segno per i non credenti e per diffondere le buone notizie, il vangelo di Cristo (1 Corinzi 14:19, 22).
"Così anche voi, se con la lingua non proferite un parlare intelligibile, come si comprenderà ciò che è detto? Sarebbe infatti come se voi parlaste all'aria."
1Corinzi 14:9
"IL PARLARE IN LINGUE E' STRETTAMENTE LEGATO AL BATTESIMO, E' IL SEGNO ESTERIORE CHE NE ATTESTA L'AVVENUTA RICEZIONE, LO ATTESTA, LO PROVA"
Giacinto Butindaro
Il punto di vista opposto è chiamato Cessazionismo, e sostiene che alcuni di questi doni siano “cessati” e non siano più in funzione oggi. I cessazionisti non dicono che oggi non c’è più nessun dono, ma che alcuni di essi non ci sono più. Per provare che i doni miracolosi dello Spirito sono cessati, i cessazionisti indicano versetti come 1Corinzi 13:10, Atti 2:22;14:3 e 2Corinzi 12:12: secondo loro questi versetti mostrano che i doni miracolosi sembrano essere strettamente legati al ministero degli apostoli e al fatto che gli fossero stati elargiti per confermare che si trattava davvero di una rivelazione divina.
Come per ogni dottrina, ci sono estremi da una parte e dall’altra. Alcuni cessazionisti credono che tutti i doni dello Spirito siano cessati alla fine dell’età apostolica. Il Cessazionismo meno estremo ritiene invece che solo i “doni dei segni” - guarigione, miracoli e lingue - siano cessati. D’altro canto, i continuazionisti estremi, sostengono che il dono delle lingue debba sempre accompagnare la salvezza o il riempimento dello Spirito Santo. Può esserci anche un’errata enfasi sui doni piuttosto che sulla persona di Gesù Cristo. Alcuni sostengono addirittura che ogni credente può ricevere tutti i doni miracolosi se ha abbastanza fede. Ma questo concetto è chiaramente confutato in 1Corinzi 12:11, dove si dice che lo Spirito “distribuisce i suoi doni a ciascuno in particolare come vuole”. Paolo ha affrontato questo problema nella chiesa di Corinto: “Hanno tutti il dono di potenti operazioni? Hanno tutti i doni di guarigioni? Parlano tutti diverse lingue?” (1Corinzi 12:29-30). La risposta a queste domande retoriche è “no”.
I continuazionisti ritengono che le istruzioni bibliche sui doni dello Spirito siano valide oggi come quando sono state scritte. Sostengono che non ci siano ragioni bibliche per credere il contrario e che l’onere della prova spetti ai cessazionisti. I sostenitori di entrambe le parti della controversia possono convenire sul fatto di non essere d’accordo, ma entrambe le prospettive dovrebbero tenere a mente la preghiera di Gesù in Giovanni 17:22-23: “E io ho dato loro la gloria che tu hai dato a me, affinché siano uno, come noi siamo uno. Io sono in loro e tu in me, affinché siano perfetti nell’unità, e affinché il mondo conosca che tu mi hai mandato e li hai amati, come hai amato me”. Che siano continuazionisti o cessazionisti, tutti i credenti rinati dall’alto fanno parte del corpo di Cristo (1Corinzi 12:27). Quando permettiamo a qualsiasi problematica non fondamentale di causare divisione e dissenso, non prestiamo attenzione a qualcosa che è importante per il nostro Signore.
Appendice sulle argomentazioni più frequenti del Cessazionismo e sulle risposte dei continuazionisti
I cristiani che sostengono che non c’è alcun fondamento biblico per il Cessazionismo sono talvolta chiamati “continuazionisti”. Questi credenti ritengono che la loro posizione sia biblicamente coerente e che il Cessazionismo sia privo di fondamento biblico. Di seguito sono riportati alcune delle argomentazioni più comuni a favore del Cessazionismo e le risposte dei continuazionisti:
1. La Bibbia
I cessazionisti citano spesso 1Corinzi 13:8-10 per sostenere l’idea che alcuni doni sono cessati quando è arrivata “la perfezione”. Alcuni credono che “la perfezione” si riferisca al compimento della Bibbia. Questa posizione sostiene che, una volta che la Bibbia fu completata, non ci fu più bisogno di opere miracolose dello Spirito Santo per mezzo dei credenti. Tuttavia, il versetto 12 chiarisce l’identità di quella “perfezione”: “Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto”. Poiché non possiamo vedere la Bibbia faccia a faccia, né essa può “conoscerci”, i continuazionisti considerano questo passo un riferimento alla seconda venuta di Cristo. A quel tempo non ci sarà bisogno dei doni dello Spirito Santo, compreso il dono della conoscenza (versetto 8), perché saremo alla presenza fisica di Gesù stesso.
Un altro versetto spesso citato è 2Corinzi 12:12. I cessazionisti sostengono che i doni miracolosi come le lingue, le guarigioni, la profezia e i miracoli erano limitati agli apostoli per convalidare la loro autorità. Tuttavia, la Bibbia riporta testimonianze di individui nella Chiesa primitiva che non erano apostoli e che hanno compiuto miracoli e guarigioni, come Stefano (Atti 6:8) e Filippo (Atti 8:6-7). I doni delle lingue e della profezia erano diffusi tra tutti coloro che erano stati riempiti di Spirito Santo (Atti 10:46; 19:6; 1 Corinzi 14:5, 39; Galati 3:5). Paolo parlò di questi doni miracolosi quando si rivolse alla chiesa di Corinto (1Corinzi 12:4-11, 28). Il Continuazionismo sostiene che se le lingue, le guarigioni e i miracoli fossero stati una prerogativa solo degli apostoli, questi doni non sarebbero stati inclusi nelle istruzioni di Paolo al corpo della chiesa molti anni dopo la Pentecoste. Paolo affermò: “Io vorrei che tutti parlaste in lingue, ma molto più che profetizzaste” (1Corinzi 14:5). Da ciò possiamo dedurre che Paolo non riteneva che questi doni fossero limitati agli apostoli. Le straordinarie manifestazioni di potenza dimostrate dagli apostoli (Atti 15:12) possono essere dovute al fatto che Gesù stesso aveva dato ai Dodici questo potere come Suoi unici messaggeri (Luca 9:1). La loro capacità di compiere miracoli non era necessariamente legata alla concessione di doni dello Spirito che si applicava a tutti i credenti colmi di Spirito Santo.
2. I termini
L’espressione doni dei segni è spesso usata per indicare che Dio ha dato certe capacità agli apostoli come “segni” per confermare la loro apostolicità. Alcuni teologi hanno contestato questo termine, affermando che la Bibbia, pur parlando dei segni di un vero apostolo, non indica che certi doni dello Spirito siano un segno che indica l’apostolato. I continuazionisti ritengono che quando il Nuovo Testamento parla di “segni”, indica che le capacità soprannaturali sono date da Dio a chiunque Egli scelga per realizzare il Suo scopo (Esodo 7:3; Romani 15:18-19; Ebrei 2:4; 1Corinzi 12:11). L’espressione doni dei segni non è mai usata come categoria separata dai doni dello Spirito Santo.
Profezia è un altro termine che ha generato disaccordo. I cessazionisti citano esempi di alcuni continuazionisti che hanno paragonato le loro rivelazioni personali a quelle Bibliche. Tuttavia, la maggioranza dei continuazionisti concorda con i cessazionisti sul fatto che nessuna ulteriore rivelazione data agli esseri umani sarà mai alla pari del canone completo delle Scritture. Tuttavia, i continuazionisti non vedono nulla nella Scrittura che indichi che Dio, un Dio che ama relazionarSi con noi e che ci ha dato le Scritture, non comunichi più con il Suo popolo. Il dono della profezia può consistere nel parlare della verità della Parola di Dio, ma può anche includere una rivelazione soprannaturale che Dio dà ai Suoi servitori per avere un impatto profondo sugli altri. L’apostolo Paolo incoraggiava così la Chiesa: “Desiderate l’amore e cercate ardentemente i doni spirituali, ma soprattutto che possiate profetizzare (1Corinzi 14:1).
3. Le lingue
Il tema relativo al parlare in lingue è stato fonte di incomprensione per molti cristiani. L’abuso e l’uso improprio che ne è stato fatto in alcuni ambienti ha ulteriormente alimentato la convinzione dei cessazionisti che questo dono non sia né attivo né necessario. Alcuni attribuiscono addirittura questo fenomeno ad attività demoniache o a isteria emotiva. Sostengono inoltre che, se le lingue fossero ancora un dono legittimo, ogni missionario riceverebbe questo dono ed eviterebbe di dover studiare una lingue per anni.
In risposta, i continuazionisti concordano sul fatto che alcune delle cose che si dicono ispirate dallo Spirito non sono altro che sensazionalismo alimentato dalle emozioni. Satana e gli esseri umani decaduti hanno sempre camuffato le opere miracolose di Dio e continuano a farlo (Esodo 7:10-11; Atti 8:9, 11; Apocalisse 13:14). Tuttavia, la presenza della loro simulazione non annulla l’autenticità delle vere opere miracolose. In Atti 16:16, Paolo e Sila furono importunati da una ragazza posseduta da un demone che aveva il dono della profezia. Il fatto che la sua capacità soprannaturale provenisse da Satana e non da Dio non fece concludere a Paolo che tutti i doni profetici fossero del diavolo (1Corinzi 14:1). In Matteo 7:21-23, Gesù predisse che molti avrebbero affermato di conoscerLo perché avrebbero compiuto miracoli nel Suo nome. Il fatto che ci fossero degli impostori non implicava che tutti coloro che facevano miracoli fossero degli impostori.
I continuazionisti suggeriscono che parte della confusione su questo argomento è dovuta al fatto che potrebbero esserci due tipi di “lingue” di cui si parla negli Atti e nelle lettere ai Corinzi. Il dono ricevuto il giorno di Pentecoste permetteva agli apostoli di parlare nelle lingue dei presenti. Questo permise al Vangelo di diffondersi rapidamente in tutta la regione (Atti 2:6-8). Tuttavia, in 1Corinzi 14, Paolo sembra parlare di un uso diverso delle lingue. L’intero quattordicesimo capitolo è costituito da istruzioni alla Chiesa circa gli scopi e l’uso di questo dono, uno dei quali potrebbe essere l’adorazione di Dio (1Corinzi 14:2, 14-16, 28).
Il supporto biblico a questa posizione si trova in Atti 10:45-46, quando Cornelio ricevette lo Spirito Santo. Egli iniziò a lodare Dio in lingue, anche se non era presente nessuno che avesse bisogno di ascoltare il Vangelo in altre lingue. Un altro esempio si trova in Atti 19:6-7: dodici uomini di Efeso ricevettero lo Spirito Santo e cominciarono a parlare in lingue, anche se non c’era nessuno che avesse bisogno di sentire. La chiesa di Corinto includeva regolarmente l’uso delle lingue nei suoi incontri di culto, senza che ciò indicasse che c’erano sempre dei presenti che avevano bisogno di ascoltare un messaggio nella propria lingua.
In 1Corinzi 14:28, Paolo continua il suo insegnamento sull’uso delle lingue durante l’adorazione comunitaria: “Ma se non vi è chi interpreti, si taccia nella chiesa chi parla in altra lingua, ma parli a se stesso e a Dio” [o, come per versione CEI: “Se non vi è chi interpreta, ciascuno di essi taccia nell'assemblea e parli solo a se stesso e a Dio”]. Questo sembra implicare che le lingue possono anche essere un modo per pregare “nello spirito”, il che conferisce un’altra prospettiva a passi come 1Corinzi 14:14-15 e 28, Romani 8:26, Efesini 6:18 e Giuda 1:20. Paolo non ha mai rimproverato i Corinzi per l’uso di questo dono (1Corinzi 14:39), ma solo per averne fatto un uso improprio e aver creato il conseguente scompiglio (versetti 23 e 39). Il quattordicesimo capitolo termina con l’istruzione di Paolo: “Non impedite di parlare in lingue. Ma ogni cosa sia fatta con decoro e con ordine.” (1Corinzi 14:39-40).
4. Storia della Chiesa
Il Cessazionismo sostiene di avere un supporto storico, sostenendo che non c’è alcuna indicazione che i doni miracolosi siano continuati dopo la morte degli apostoli. Tuttavia, i continuazionisti sostengono che la documentazione della chiesa contraddice tale affermazione e citano i seguenti esempi:
Giustino Martire (100-165 d.C.), storico della Chiesa primitiva, afferma che “i doni profetici sono rimasti con noi anche al tempo presente. Ora è possibile vedere tra noi donne e uomini che possiedono doni dello Spirito di Dio”.
Ireneo (125-200 d.C.) disse: “Abbiamo sentito anche molti fratelli nella Chiesa che possiedono doni profetici e che, grazie allo Spirito, parlano ogni tipo di lingua. […] Anche i morti sono stati risuscitati e sono rimasti tra noi per molti anni”.
Novaziano (210-280 d.C.) disse: “È lui [lo Spirito Santo] che mette i profeti nella chiesa, istruisce i maestri, comanda le lingue, dà poteri e guarigioni, fa opere meravigliose”.
Agostino (354-430 d.C.) è spesso citato come uno dei padri della Chiesa che ha rifiutato l’idea del Continuazionismo. Benché questo sia stato vero all’inizio, tuttavia, più tardi nella sua vita, fu talmente colpito dalle guarigioni e dai miracoli che osservò di persona da scrivere ne La città di Dio: “Sollecita l’impegnativo intento di questa opera a non ricordare a questo punto tutti i fatti che conosco. Senza dubbio molti dei nostri, quando leggeranno queste pagine, si addoloreranno che ne abbia omessi molti […] Se infatti volessi soltanto riferire, per non parlare degli altri, i miracoli delle guarigioni che per l’intercessione di questo martire, cioè del glorioso Stefano […] ci sarebbe da compilare moltissimi libri.”
Anche studiosi della Bibbia più recenti, come John Wesley, A. W. Tozer, R. A. Torrey e J. P. Moreland, erano convinti che tutti i doni dello Spirito siano ancora attivi nel mondo di oggi, e di fatto avevano ricevuto loro stessi alcuni di questi doni.
5. Argomenti dal silenzio
I cessazionisti sottolineano che solo le prime lettere di Paolo contengono riferimenti ai doni miracolosi. Le epistole successive, come quella agli Efesini, non ne fanno menzione. La loro conclusione è che questi doni si sono quindi “estinti” dopo che la Chiesa si è stabilita definitivamente. Tuttavia, i continuazionisti fanno notare che si tratta di un argomento basato sul silenzio, e che è quindi un falso ragionamento. La mancanza di riferimenti a un argomento non sottintende in alcun modo che l’istruzione precedente sia cambiata. Potrebbe indicare che i doni miracolosi non stavano causando disordini a Efeso come a Corinto, e che altre questioni erano più degne dell’attenzione di Paolo. Gli elenchi dei doni contenuti in Romani 12:6-9, 1 Corinzi 12:4-11 e 1 Pietro 4:10-11 non sono identici e potrebbero non essere stati intesi per essere esaustivi.
Gli studiosi biblici si schierano chi da una parte e chi dall’altra della questione.
Il Cessazionismo sostiene che la Bibbia, che è ispirata da Dio è tutto ciò di cui abbiamo bisogno per vivere come Cristo vuole; Il Continuazionismo sostiene che lo Spirito Santo che è stato effuso in Atti 2 continua ancora la Sua opera, con tutti i doni soprannaturali menzionati nelle Scritture.
David Martyn Lloyd-Jones, un teologo del XIX secolo spesso citato come sostenitore del Cessazionismo, afferma quanto segue: “Ogni cristiano dovrebbe sempre cercare il meglio e il massimo. Non dovremmo mai accontentarci di qualcosa di meno di quanto descritto come possibile per i cristiani nel Nuovo Testamento”. A questo, entrambe le posizioni direbbero: “Amen”.
Pentecostalismo (dalla fine del XIX secolo)
La frequentatissima (780.000 fedeli!) chiesa pentecostale Yoido Full Gospel Church in Corea del Sud |
Premessa
Il pentecostalismo è il fenomeno religioso più sorprendente degli ultimi anni: a livello mondiale è ormai diventato la più grande denominazione protestante attualmente esistente e tutto ciò in poco più di 100 anni! Sulle cifre dei convertiti non c'è concordanza, comunque i dati più prudenti parlano di un numero di adepti a livello mondiale non inferiore a 118 milioni (dati del 2000), mentre la maggioranza degli autori parla di un seguito superiore ai 400 milioni di fedeli (comprendendo per la verità anche i simili movimenti carismatici e neo-carismatici protestanti), ponendo così il pentecostalismo al secondo posto al mondo tra le confessioni cristiane, dietro solo alla Chiesa Cattolica.
Precursori del pentecostalismo
Più che parlare dei precursori del pentecostalismo in toto, sarebbe meglio riferirsi ai vari temi, che sono stati precedentemente sviluppati da altri gruppi e in seguito ripresi dal movimento pentecostale:
Il concetto di santificazione o perfezione cristiana fu sviluppato dal movimento della santità (holiness), da cui deriva buona parte del pentecostalismo delle origini. Il raggiungimento di questo stato di santificazione o di perfezione si ottiene mediante il battesimo dello Spirito Santo, un concetto già espresso dal fondatore del metodismo John Wesley, che credeva che il cristiano dovesse cercare di ottenere la santificazione in questa vita mediante la totale liberazione dal peccato. Detto concetto fu ripreso da un movimento, che ebbe una certa influenza sul pentecostalismo: la Higher Life o movimento di Keswick, popolare in Inghilterra dopo il 1875, la quale ebbe un ruolo attivo nell'inquadramento dottrinale dato dalle chiese holiness americane alla "santificazione pentecostale", la santificazione cioè in cui venivano stressate le condizioni simili a quelle provate dagli apostoli durante la Pentecoste. Un ulteriore movimento holiness che influenzò il pentecostalismo fu la Christian and Missionary Alliance (Alleanza cristiana e missionaria), abbreviata in C&MA, fondata dal predicatore presbiteriano canadese Albert Benjamin Simpson (1843-1919) nel 1887. In particolare la dichiarazione di fede del C&MA riassunta nello slogan: "Cristo nostro Salvatore, Cristo nostro Santificatore, Cristo nostro Guaritore e Cristo nostro Re che verrà", sintesi del credo del suo Vangelo quadruplice (FourFold Gospel), influenzò diverse formazioni pentecostali, tra cui le Assemblee di Dio e l'International Church of the Foursquare Gospel, alla diffusione dei quali Simpson ha contribuito addestrando molti dei loro pastori e missionari.
Le guarigioni e i fenomeni carismatici, come le profezie e l'estasi, non sono stati infrequenti nella storia del Cristianesimo come testimoniano i seguenti esempi:
Il movimento dei montanisti del II secolo, basato sull'attività delle due profetesse Massimilla e Priscilla, illuminate dallo Spirito Santo e dotate di capacità profetiche.
All'inizio del XVIII secolo, i convulsionari (fanatici giansenisti), i camisardi e i profeti ugonotti perseguitati in Francia, presso i quali si erano registrati fenomeni di profezie ed estasi.
A Londra nel 1827, la chiesa presbiteriana in Regent Square, dove operava Edward Irving, fondatore della Chiesa Cattolica Apostolica, e dove si ebbero fenomeni carismatici, come la glossolalia (il dono di parlare lingue sconosciute: vedi sotto) e le guarigioni improvvise.
John Alexander Dowie (1847-1907) un predicatore e guaritore scozzese creò nel 1896 la Christian Catholic Church (Chiesa cattolica cristiana), poi Zion Catholic Apostolic Church (Chiesa cattolica apostolica di Zion), fondando nel 1901 un'omonima città nell'Illinois, Zion City, abitata da 6.000 suoi fedeli convinti a credere in una guarigione ottenuta mediante la fede. Quasi 500 predicatori di Zion [tra cui il predicatore pentecostale John Graham Lake (1870-1935) diffusore del movimento in Sud Africa], dopo il fallimento dell'esperimento di Dowie [che influenzò anche Kate Booth (figlia del fondatore dell'Esercito della Salvezza)], andarono ad ingrossare le fila dei movimenti pentecostali.
La glossolalia è il parlare lingue sconosciute: un dono dello Spirito Santo, secondo quanto riporta San Paolo nella sua prima lettera ai Corinzi (cap. 12, 13, 14), ma è ben diversa dalla xenoglossia - il parlare lingue straniere comprensibili - dono ricevuto dagli Apostoli durante la Pentecoste, come citata negli Atti degli Apostoli (2,1-12). Questo fenomeno era presente, a parte nella Chiesa Cattolica Apostolica di Irving, in altre confessioni religiose americane come i mormoni e gli shakers, oltre che, occasionalmente, durante i revival tenuti da famosi predicatori, come l'americano Dwight Lyman Moody (1837-1899).
L'antinomia o anti-denominazionalismo era un fenomeno di protesta nei confronti delle chiese consolidate e, paradossalmente, nei confronti di quelle stesse denominazioni religiose, che erano dapprima nate come movimenti di protesta e poi finite per dotarsi di una struttura simile a quella delle chiese, obiettivi originari della loro contestazione! Il fenomeno di scissione dalla propria chiesa madre si definiva anche come-outism (fuoriuscita), e fu frequente nelle chiese della santità negli anni '80 del XIX secolo, continuando anche presso le confessioni pentecostali e formando le cosiddette "ondate" (waves) o cicli di rinnovamento (vedi sotto).
Nascita del pentecostalismo
Per la nascita del pentecostalismo, gli storici pongono particolare attenzione sui seguenti tre episodi avvenuti tra il 1901 ed il 1908, due in Stati Uniti ed uno in Galles:
A) Charles Fox Parham e Apostolic Faith (Fede apostolica)
Il primo episodio accadde a Topeka, nel Kansas, dove il predicatore holiness Charles Fox Parham (1873-1929) (considerato da molti come il padre del pentecostalismo) aveva impiantato la sua scuola religiosa, denominata Bethel Bible College. Ebbene il 1° gennaio 1901 [ma la data, scelta ovviamente per il suo forte connotato simbolico (una nuova religione per il nuovo secolo!), potrebbe non essere esattamente quella] la studentessa Agnes N. Ozman (1870-1937) si mise a parlare una lingua sconosciuta, per i pentecostali un segno evidente del battesimo dello Spirito Santo. In un primo momento l'episodio fu scambiato per xenoglossia e si pensò che la Ozman parlasse cinese, ma successivamente la cosa fu chiarita: si trattava, infatti, di un episodio di glossolalia (il parlare una lingua sconosciuta). Tuttavia l'evento non ebbe una particolare rilevanza nazionale, anzi Parham, in seguito a ripetute critiche, dovette perfino chiudere la scuola e il suo seguito, denominata Apostolic Faith (Fede apostolica), divenne una "banda" - un gruppo religioso itinerante - organizzatrice di revival in Kansas, Oklahoma e Missouri. Eppure la diffusione del pentecostalismo sarebbe stata ben poca cosa se egli non avesse deciso nel 1906 di estendere le proprie attività in Texas, permettendo ad alcuni fedeli di colore, tra cui William Joseph Seymour (1870-1922), fondatore della leggendaria missione di Azusa Street a Los Angeles, di parteciparvi. Il gruppo di Parham, che morì nel 1929, è tuttora operativo sebbene sia una realtà minore nella galassia pentecostale.
B) William Joseph Seymour e la missione di 312 Azusa Street, Los Angeles
Il vero diffusore delle idee pentecostali fu proprio quel predicatore itinerante di colore William Joseph Seymour (un ex cameriere cieco da un occhio) che aveva partecipato al meeting texano di Parham e che da quest'ultimo e da altri tanti predicatori holiness bianchi aveva ricevuto solo ostilità e insulti [Alma White (1867-1946), fondatrice di una chiesa della santità denominata Pillar of Fire (Pilastro di fuoco) lo definì "un fachiro e un vagabondo"]. Seymour non si perse d'animo e impiantò la sua missione pentecostale, denominata Apostolic Faith Gospel Mission (Missione del Vangelo della fede apostolica) in un vecchio edificio della zona industriale di Los Angeles, che aveva precedentemente ospitato una chiesa dell'African Methodist Episcopal Church, al numero 312 di Azusa Street. Seymour ricevette il dono della glossolalia il 12 aprile 1906 e da quel momento la missione di Azusa Street divenne il riferimento pentecostale per riunioni - tre volte al giorno per sette giorni alla settimana - frequentati da migliaia e migliaia di persone sia bianche che nere, sia donne che uomini, che affermarono di essere stati battezzati dallo Spirito Santo attraverso i segni visibili di guarigioni miracolose e di fenomeni di glossolalia.
Oltre a questo fu particolarmente efficace la predicazione sui temi del premillenarismo, sostenuta dal disastroso terremoto di San Francisco del 1908, che rinforzò, nei fedeli della missione, la convinzione dell'imminenza della fine del mondo. Moltissimi leader dei movimenti holiness andarono a visitare la missione di Azusa Street e la novità spezzò l'unità del movimento tra quelle chiese come la Church of God in Christ (Chiesa di Dio in Cristo), la International Pentecostal Holiness Church (Chiesa pentecostale internazionale della Santità) e la Church of God (Cleveland, Tennessee) [Chiesa di Dio (Cleveland, Tennessee)], che decisero di aderire al pentecostalismo, pur mantenendo le originali caratteristiche di santificazione, e quelle, come ad esempio la Chiesa del Nazareno, l'Esercito della Salvezza e la Chiesa di Dio (Anderson, Indiana), che rigettarono in toto la glossolalia.
Inoltre la chiesa di Seymour fu visitata anche da fedeli europei, come l'anglo-norvegese Thomas Ball Barratt (1862-1940) figura chiave per la diffusione del pentecostalismo in Europa, anche se esiste in ogni caso un'origine del pentecostalismo tutta europea e che scaturì in Galles (vedi sotto).
Tuttavia anche la figura di Seymour, come quella di Parham, non si affermò mai come riferimento assoluto per il mondo pentecostale, che già dalle prime mosse si confermò essere molto refrattaria alle "chiese madri", preferendo invece lo sviluppo di un network di chiese, movimenti, gruppi spontanei, tutti uniti su due punti (glossolalia e premillenarismo) ma ben divisi su altri temi teologici.
C) Evan Roberts ed il pentecostalismo gallese
Il terzo episodio dunque, come accennato, avvenne in Galles nel 1904, dove un minatore, pastore metodista mancato, Evan Roberts (1878-1951) fu protagonista di una serie di revival pentecostali di gran successo (entro la fine del 1904 c'erano già 32.000 convertiti), caratterizzata da glossolalia, anche se diversi testimoni affermarono che i battezzati dallo Spirito Santo parlassero in realtà il poco conosciuto gallese letterario o classico (in tal caso sarebbe stato un caso di xenoglossia). Roberts, tuttavia, fu aspramente criticato perfino da altri evangelici pur interessati a questi revival, come la scrittrice Jessie Penn-Lewis (1861-1927) che affermò nel suo libro The Awakening in Wales (Lo Risveglio in Galles) del 1905 la discendenza diretta di questo fenomeno dal movimento di Keswick. Roberts decise quindi di non organizzarne più, ritirandosi in un rigoroso silenzio che mantenne fino alla sua morte nel 1951.
Nonostante gli scambi culturali tra pentecostali americani e gallesi, questi ultimi mantennero una propria originalità: per esempio non furono mai tenacemente antinomiani come i colleghi americani e si dotarono di una struttura ben articolata a livello britannico. Per esempio, nel 1908 William Oliver Hutchinson (1864-1928) fondò a Bournemouth, nel Sud dell'Inghilterra, l'Apostolic Faith Church (Chiesa della fede apostolica), ma senza collegamenti con le quasi omonime denominazioni di Parham e Seymour.
Tra i membri della Chiesa furono i fratelli gallesi Williams: Daniel Powell (1882-1947) - convertito durante il revival gallese direttamente da Evan Roberts - e William Jones (1891-1945), che, insoddisfatti per il governo della chiesa troppo "inglese", tagliarono i ponti nel 1916 con la Chiesa madre di Bournemouth per formare una chiesa totalmente gallese (all'inizio la dichiarazione di fede era stata stampata solo in lingua gallese), denominata Apostolic Church (Chiesa Apostolica).
In seguito furono accettate assemblee di pentecostali dalla Scozia e dall'Inghilterra e un capillare lavoro missionario ha portato la chiesa in tutto il mondo, compreso l'Italia, dove l'Apostolic Church opera dal 1927 come Chiesa Apostolica in Italia.
Le "ondate" di rinnovamento pentecostale
Come precedentemente accennato, il movimento pentecostale è sempre stato caratterizzato da una tendenza all'antinomia o all'anti-denominazionalismo come fenomeno di protesta nei confronti delle chiese consolidate e, paradossalmente, nei confronti di quelle stesse denominazioni pentecostali precedentemente fondate e che, nel corso della propria crescita e consolidamento, diventano più complesse, creando inevitabilmente una nuova ondata (wave) di protesta e la creazione di nuovi gruppi anti-denominazionali finché anch'essi cadono nello stesso errore, e via di questo passo. Gli storici del pentecostalismo identificano perlomeno tre ondate, come segue:
La prima ondata è quella degli inizi sopradescritti del pentecostalismo, denominato Movimento Classico Pentecostale (Classical Pentecostal Movement) e che man mano s'istituzionalizzò prendendo spunto dal proprio background religioso. Infatti si possono notare:
- Gruppi di ispirazione metodista holiness (che considerano cruciali le tre esperienze nella vita cristiana: la giustificazione per fede, la santificazione e il battesimo dello Spirito Santo): si segnalano le chiese a maggioranza di fedeli bianchi come la Fire-Baptized Holiness Church (Chiesa della Santità battezzata col fuoco), confluita poi nella Pentecostal Holiness Church (Chiesa pentecostale della Santità), e la Church of God (Cleveland, Tennessee) [Chiesa di Dio (Cleveland, Tennessee)], o quelle per fedeli di colore, come la Church of God in Christ (Chiesa di Dio in Cristo), la più grande chiesa pentecostale in USA con 5,5 milioni di fedeli. Un curioso apparentamento della Church of God (Cleveland, Tennessee) - da cui è stato espulso - fu quello della bizzarra Church of God with Signs Following (Chiesa di Dio che segue i segni), fondata nel 1909 da George Went Hensley (1880-1955), e soprannominata Chiesa degli Snake Handlers (Maneggiatori di serpenti) a causa della pericolosa usanza dei loro fedeli di dimostrare la pienezza del battesimo dello Spirito Santo, maneggiando serpenti velenosissimi, infilando le mani nel fuoco o bevendo veleni mortali.
Gruppi di ispirazione battista o presbiteriana (che rifiutano la santificazione immediata come terza esperienza spirituale, oltre alla giustificazione per fede e il battesimo dello Spirito Santo), come le Assemblee di Dio (Assemblies of God), il più grande gruppo pentecostale al mondo con circa 35 milioni di fedeli o l'International Church of the FourSquare Gospel (Chiesa internazionale del Vangelo Quadrangolare).
Gruppi d'ispirazione modalista generati dallo strappo del pastore delle Assemblee di Dio, Robert Edward McAlister (1880-1953), il quale sostenne che il battesimo andava fatto soltanto nel nome di Gesù, e non nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, perché queste ultime erano manifestazioni, o modi di essere, di una sola persona, vale a dire Gesù Cristo. La dottrina era simile - ma non uguale - al modalismo, eresia del II secolo scaturita dalle affermazioni di Noeto e Prassea, che credevano che le tre Persone fossero modi di agire di Dio Padre. Questo concetto fu riassunto nella denominazione di movimento oneness (dell'unità), sebbene gli avversari li chiamassero unitariani, un errore di valutazione clamoroso perché i pentecostali oneness esaltavano, al contrario dell'unitarismo, la divinità di Gesù. Nel 1916 le Assemblee di Dio votarono una mozione in senso trinitario, che portò all'espulsione della corrente oneness, guidata allora da Frank J. Ewart (1876-1947). Da questa corrente sono scaturiti le odierne Pentecostal Assemblies of the World (Assemblee pentecostali nel mondo), circa 500.000 fedeli, principalmente di colore, in USA, e United Pentecostal Church International (Chiesa pentecostale unita internazionale), con circa 550.000 fedeli, principalmente bianchi, in USA.
La seconda ondata, in omaggio alla già descritta tendenza all'antinomia o all'anti-denominazionalismo, comprende:
- Le cosiddette chiese pentecostali libere, quelle in pratica che hanno deciso spontaneamente di non entrare in una delle denominazioni più grandi e che organizzano quindi la propria gestione su una base congregazionalista.
I predicatori-guaritori indipendenti e spesso itineranti, come William Marrion Branham (1909-1965), Oral Roberts (n. 1918), Gordon J. Lindsey (1906-1973), Paul Cain (n. 1929), Jimmy Swaggert (n. 1935) e Jim Bakker (n. 1939), che hanno fatto spesso un largo uso della televisione come potente mezzo di propaganda.
- Il movimento della Seconda Pioggia (Latter Rain Movement), termine tratto da un passo del libro di Gioele (2,23) nella Bibbia: dopo la Seconda Guerra Mondiale, esso si sviluppò in Canada facendo riferimento all'imminenza della fine del mondo e all'imposizione delle mani come mezzo preferito (rispetto alla manifestazione spontanea) per ricevere il battesimo dello Spirito Santo. Aderirono al movimento varie congregazioni pentecostali (tra cui l'Elim Fellowship presente anche in Italia), i quali confluirono in seguito nel gruppo denominato Full Gospel Assemblies (Assemblee del Pieno Vangelo), che proclama "tutto" il Vangelo, anche quelle parti che fanno riferimento all'esorcismo, alle profezie e alle guarigioni.
- Il risveglio carismatico, di cui si tratta a parte.
La terza ondata (nota proprio con questo nome in inglese: Third Wave), sviluppatasi negli anni '80, comprende i neo-carismatici (di cui si tratta a parte), un gruppo di chiese indipendenti e autoctone (in Africa, Asia e America Latina) che non possono essere classificate né come pentecostali né come carismatiche: in particolare ci si riferisce alle chiese che fanno parte della New Apostolic Reformation (La Nuova Riforma Apostolica), e cioè le African Initiated Churches (AIC) (Chiese Iniziate Africane), il Chinese House Church Movement (Movimento Cinese delle Chiese Domestiche), le chiese della gente comune (grass-roots churches) in America Latina etc.
Diffusione del pentecostalismo nel mondo
Infine i dati della diffusione del pentecostalismo che parlano da sé:
Il pentecostalismo è il movimento cristiano a più alto tasso di crescita nel mondo.
Circa il 25 % dei Cristiani nel mondo sono oramai pentecostali o carismatici.
Vi sono ben 11.000 denominazioni pentecostali o carismatiche nel mondo.
Le cifre di diffusione del pentecostalismo nei vari continenti (tra parentesi le cifre del paese con la maggiore diffusione) sono i seguenti:
Africa: 41,1 milioni (Nigeria 12,1 milioni)
America Latina: 32,4 milioni (Brasile 13,5 milioni)
Nord America: 21,5 milioni (Stati Uniti 20,2 milioni)
Asia: 15,3 milioni (Indonesia 5 milioni, ma non sono noti i dati della Cina, probabilmente ben superiori)
Europa: 4,3 milioni (Gran Bretagna 900.000, ma non sono noti i dati dell'ex Blocco dell'Europa Orientale)
Oceania: 3,3 milioni (Papua Nuova Guinea e Australia 400.000 ciascuno)
La più frequentata chiesa cristiana al mondo è, manco a dirlo, una pentecostale: la Yoido Full Gospel Church (dotata di traduttori simultanei in 7 lingue!) in Corea del Sud con 780.000 fedeli nel 2003.
Come si può notare il pentecostalismo ha avuto una notevole presa nei paesi in via di sviluppo (Asia, Africa, America Latina), come del resto anche i movimenti carismatici, con molti dei quali le chiese pentecostali USA si sono associate (38 denominazioni o associazioni diverse) nelle Pentecostal/Charismatic Churches of North America (Chiese pentecostali e carismatiche del Nord America), sito http://www.pccna.org/.
Nei paesi in via di sviluppo il movimento si è diffuso come missioni di denominazioni statunitensi, più o meno legati alle dottrine della Casamadre, o come movimenti totalmente autoctoni. Per fare un esempio si può citare l'esponenziale sviluppo che hanno avuto le chiese pentecostali e carismatiche in Brasile (alcuni affermano che i pentecostali e carismatici brasiliani abbiano la potenzialità di superare prima o poi i cattolici come maggiore gruppo cristiano brasiliano): le più grandi denominazioni sono la Assembleias de Deus do Brasil ("filiale" brasiliana delle Assemblies of God) con 14 milioni di fedeli, la chiesa carismatica autoctona Igreja Universal do Reino de Deus (IURD) (Chiesa universale del Regno di Dio) con 6 milioni di seguaci e la denominazione pentecostale autoctona Congregação Cristã (Congregazione di Cristo) con 3,2 milioni di aderenti.
Matteo 24-4
Mentre Gesù, uscito dal tempio, se ne andava, gli si avvicinarono i suoi discepoli per fargli osservare le costruzioni del tempio. Gesù disse loro: «Vedete tutte queste cose? In verità vi dico, non resterà qui pietra su pietra che non venga diroccata».
Sedutosi poi sul monte degli Ulivi, i suoi discepoli gli si avvicinarono e, in disparte, gli dissero: «Dicci quando accadranno queste cose, e quale sarà il segno della tua venuta e della fine del mondo».
Gesù rispose: «Guardate che nessuno vi inganni; molti verranno nel mio nome, dicendo: Io sono il Cristo, e trarranno molti in inganno
MATTEO 24,24-26
Sorgeranno infatti falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi portenti e miracoli, così da indurre in errore, se possibile, anche gli eletti. Ecco, io ve l'ho predetto.
Se dunque vi diranno: Ecco, è nel deserto, non ci andate; o: È in casa, non ci credete. Come la folgore viene da oriente e brilla fino a occidente, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. Dovunque sarà il cadavere, ivi si raduneranno gli avvolto.
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