Il comandamento che vieta le immagini di Dio è disatteso?
La condizione dell’Alleanza di Dio con Israele esige fedeltà: «Non avrai altro Dio all’infuori di me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo, né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è sotto le acque» (Esodo 20,4). La proibizione di fare immagini e sculture di Dio è giustificata in Deuteronomio (4,15): divinizzano quello che non è Dio e lo identificano nelle cose. Le immagini e le sculture delle nostre chiese non sono idolatriche, non creano idoli, non divinizzano quello che è solo creaturale. Sono umili segni che rinviano all’unico Signore e ai santi e sante che non sono divini, ma testimoni del Signore e del suo Vangelo. Il primo comandamento, «Non avrai altro Dio fuori di me», insegna a non seguire false immagini del divino o del sovraumano che conducono alle varie forme di superstizione, come il ricorso a riti satanici, l’affido a oroscopi, astrologia, chiromanzia e altre credulità.
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