Lo Spirito Santo

 










In che modo posso riconoscere la guida dello Spirito Santo?

Prima che Gesù ascendesse in Cielo, Egli disse ai Suoi discepoli che avrebbe mandato Uno che avrebbe insegnato e guidato tutti coloro i quali credevano in Lui (Atti 1:5; Giovanni 14:26; 16:7). La promessa di Gesù si compì meno di due settimane dopo, quando lo Spirito Santo venne in potere sui credenti nel giorno della Pentecoste (Atti 2). Adesso, quando una persona crede in Cristo, lo Spirito Santo diventa immediatamente parte permanente della sua vita (Romani 8:14; 1 Corinzi 12:13).

Lo Spirito Santo ha molti compiti. Non solo distribuisce i doni spirituali secondo la Sua volontà (1 Corinzi 12:7–11), ma ci consola (Giovanni 14:16), ci istruisce (Giovanni 14:26) e rimane in noi come un sigillo di promessa nei nostri cuori, fino al ritorno di Gesù (Efesini 1:13; 4:30). Lo Spirito Santo assume anche il ruolo di Guida e Consigliere, conducendoci per la via da percorrere e rivelando la verità di Dio (Luca 12:12; 1 Corinzi 2:6–10).

Ma come riconosciamo la guida dello Spirito? Come discerniamo tra i nostri stessi pensieri e il fatto che sia Lui a condurci? 

Dopo tutto, lo Spirito Santo non parla con parole udibili. Piuttosto, Egli ci guida per mezzo delle nostre stesse coscienze (Romani 9:1) ed in altri modi discreti e silenziosi.

Uno dei modi più importanti per riconoscere la guida dello Spirito Santo è conoscere bene la Parola di Dio. La Bibbia è la fonte definitiva di saggezza su come dovremmo vivere (2 Timoteo 3:16); i credenti devono analizzare le Scritture, meditare su di esse e memorizzarle (Efesini 6:17). La Parola è la "spada dello Spirito" (Efesini 6:17), e lo Spirito la userà per parlare con noi (Giovanni 16:12–14), per rivelare la volontà di Dio nelle nostre vite; Egli ci farà persino venire in mente dei versetti specifici nei momenti in cui ne abbiamo più di bisogno (Giovanni 14:26).

La conoscenza della Parola di Dio può aiutarci a renderci conto se i nostri desideri vengono dallo Spirito Santo o meno. Dobbiamo mettere alla prova le nostre inclinazioni contro la Scrittura; lo Spirito Santo non ci spingerà mai a fare qualcosa in opposizione alla Parola di Dio. Se un pensiero è in conflitto con la Bibbia, allora non deriva dallo Spirito Santo e dovrebbe essere ignorato.

È altresì necessario trovarci in continua comunicazione con il Padre (1 Tessalonicesi 5:17). Non solo ciò mantiene i nostri cuori e le nostre menti aperti alla guida dello Spirito Santo, ma permette anche allo Spirito di parlare a nome nostro: "Nello stesso modo anche lo Spirito sovviene alle nostre debolezze, perché non sappiamo ciò che dobbiamo chiedere in preghiera, come si conviene, ma lo Spirito stesso intercede per noi con sospiri ineffabili. E colui che investiga i cuori conosce quale sia la mente dello Spirito, poiché egli intercede per i santi, secondo Dio" (Romani 8:26-27).

Un altro modo per renderci conto se stiamo seguendo la guida dello Spirito Santo è cercare segni del Suo frutto nelle nostre vite (Galati 5:22). Se camminiamo nello Spirito, continueremo a vedere queste qualità crescere e maturare in noi, e diventeranno evidenti anche agli altri.

È importante notare che possiamo scegliere di accettare o meno la guida dello Spirito Santo. Quando conosciamo la volontà di Dio ma non la seguiamo, stiamo resistendo all'opera dello Spirito nelle nostre vite (Atti 7:51; 1 Tessalonicesi 5:19), e quel desiderio di vivere la vita secondo i nostri termini Lo addolora (Efesini 4:30). Lo Spirito non ci condurrà mai al peccato. Il peccato abituale ci renderà ciechi a ciò che lo Spirito Santo vuole dirci per mezzo della Parola. Essere in sintonia con la volontà di Dio, allontanarsi dal peccato e confessarlo, fare diventare la preghiera e lo studio della Parola di Dio un'abitudine, ci permetteranno di riconoscere e seguire la guida dello Spirito.

"Dovremmo adorare lo Spirito Santo?"

Sappiamo che solo Dio dovrebbe essere adorato. Solo Dio pretende l’adorazione, e solo Dio merita l’adorazione. Possiamo rispondere alla domanda se dobbiamo adorare lo Spirito Santo semplicemente determinando se lo Spirito è Dio. Contrariamente alle idee di alcune sette, lo Spirito Santo non è semplicemente una "forza", bensì una personalità. Ci si riferisce a Lui con termini personali (Giovanni 15:26; 16:7-8, 13-14). Egli agisce come farebbe un Essere con una personalità: parla (1Timoteo 4:1), ama (Romani 15:30), insegna (Giovanni 14:26), intercede (Romani 8:26), e così via.

Lo Spirito Santo possiede una natura divina: Egli impartisce gli attributi di Dio. La Sua essenza non è né angelica né umana. Egli è eterno (Ebrei 9:14). È presente ovunque (Salmo 139:7-10). Lo Spirito è onnisciente; per esempio, Egli conosce “ogni cosa, anche le profondità di Dio” (1 Corinzi 2:10-11). Egli insegnò agli apostoli “ogni cosa” (Giovanni 14:26). Era coinvolto nel processo della creazione (Genesi 1:2). Lo Spirito Santo viene descritto come una Persona intimamente collegata sia al Padre che al Figlio (Matteo 28:19; Giovanni 14:16). Essendo una Persona, Gli si può mentire (Atti 5:3-4) e Lo si può addolorare (Efesini 4:30). Inoltre, alcuni passaggi nell’Antico Testamento che sono attribuiti a Dio vengono applicati allo Spirito Santo nel Nuovo Testamento (vedi Isaia 6:8 con Atti 28:25, ed Esodo 16:7 con Ebrei 3:7-9).


Una Persona divina è degna di adorazione. Dio è “degno di essere lodato” (Salmo 18:3). Dio è grande e “degno di somma lode” (Salmo 48:1). Ci viene comandato di adorare Dio (Matteo 4:10; Apocalisse 19:10; 22:9). Se, allora, lo Spirito è una divinità, la terza Persona del nostro Dio uno e trino, Egli è degno di adorazione. Filippesi 3:3 ci dice che i veri credenti sono coloro i cui cuori sono stati circoncisi, e che adorano Dio mediante lo Spirito e si gloriano e gioiscono in Cristo. Ecco una bella immagine di adorazione di tutti e tre i membri della Trinità.


Come adoriamo lo Spirito Santo? Allo stesso modo in cui adoriamo il Padre e il Figlio. L’adorazione cristiana è spirituale e scaturisce dall’opera interiore dello Spirito Santo, alla quale rispondiamo offrendo le nostre vite a Lui (Romani 12:1). Adoriamo lo Spirito obbedendo ai Suoi comandi. Riferendosi a Cristo, l’Apostolo Giovanni spiega che “Chi osserva i suoi comandamenti dimora in Dio, ed egli in lui; e da questo sappiamo che egli dimora in noi: dallo Spirito che egli ci ha dato” (1 Giovanni 3:24). Qui vediamo il collegamento tra l’obbedienza a Cristo e lo Spirito Santo che dimora in noi, dandoci il convincimento riguardo ogni cosa— specialmente riguardo al nostro bisogno di adorare per mezzo dell’obbedienza—e dandoci il potere di adorare.


L’adorazione è di per sé una funzione dello Spirito. Gesù dice che dobbiamo “adorarlo in spirito e verità” (Giovanni 4:24). La persona spirituale è quella in cui risiede lo Spirito, il Quale rende testimonianza al nostro spirito che apparteniamo a Lui (Romani 8:16). La Sua presenza nei nostri cuori ci consente, di Rimando, di adorarLo nello Spirito. Siamo in Lui così come Egli è in noi, così come Cristo è nel Padre e il Padre è in noi mediante lo Spirito (Giovanni 14:20, 17:21).

Come faccio a sconfiggere il peccato nella mia vita cristiana?

La Bibbia parla delle seguenti risorse che abbiamo per sconfiggere il nostro peccato:

(1) Lo Spirito Santo. L’unico dono che Dio abbia dato a noi (la Sua chiesa) per essere vittoriosi nella vita cristiana è lo Spirito Santo. Dio mette in contrapposizione le opere della carne e il frutto dello Spirito in Galati 5:16-25. In questo passo siamo chiamati a camminare nello Spirito. Tutti i credenti possiedono già lo Spirito Santo, ma questo passo ci dice che abbiamo bisogno di camminare nello Spirito, arrendendoci al Suo controllo. Questo significa mettere le "scarpe" alle sollecitazioni dello Spirito Santo nella nostra vita anziché seguire la carne.

La differenza che può fare lo Spirito Santo nella vita di un credente viene mostrata nella vita di Pietro, che prima di essere riempito di Spirito Santo rinnegò Gesù per tre volte, e questo dopo aver detto che avrebbe seguito Cristo fino alla morte. Dopo essere stato riempito, a Pentecoste parlò apertamente e con forza del Salvatore ai Giudei.

Si cammina nello Spirito quando non si cerca di "mettere un coperchio" sulle sollecitazioni dello Spirito ("spegnere lo Spirito", come si dice in 1 Tessalonicesi 5:19) e si cerca, invece, di essere ripieni di Spirito (Efesini 5:18-21). In che modo si viene riempiti di Spirito Santo? Prima di tutto, spetta alla scelta di Dio così come nell’Antico Testamento. Egli sceglieva gli individui e degli episodi specifici nell’Antico Testamento per riempire gli individui che sceglieva per compiere le opere che voleva compiere (Genesi 41:38; Esodo 31:3; Numeri 24:2; 1 Samuele 10:10, ecc.).

Io credo che vi siano delle prove in Efesini 5:18-21 e Colossesi 3:16 che Dio scelga di riempire coloro che si stanno riempiendo della Parola di Dio, com’è evidenziato dal fatto che il risultato di ogni riempimento in quei versetti è simile. Pertanto, questo ci porta alla risorsa successiva.


(2) La Parola di Dio, la Bibbia. 2 Timoteo 3:16-17 dice che Dio ci ha dato la Sua Parola per attrezzarci per ogni opera buona. 

C’insegna come vivere e cosa credere, ci rivela quando abbiamo scelto d’intraprendere delle strade sbagliate, ci aiuta a tornare sul retto cammino e ci aiuta a restarci. Come dice Ebrei 4:12, essa è vivente e potente ed è in grado di penetrare nel nostro cuore fino a sradicare i problemi più profondi che, umanamente parlando, non possono essere sconfitti. 

Il salmista parla del suo potere che cambia la vita in Salmi 119:9, 11, 105 e in altri versetti. Ci viene detto che la chiave di Giosuè per il suo successo nello sconfiggere i suoi nemici (un’analogia con il nostro combattimento spirituale) era di non dimenticare questa risorsa, quanto piuttosto di meditarvi su giorno e notte affinché potesse osservarla. Egli lo fece, anche quando quello che Dio gli comandava non aveva senso militarmente parlando, e questa fu la chiave per la sua vittoria nel Suo combattimento per la terra promessa.

Questa è una risorsa che trattiamo di solito in modo superficiale. Ce ne serviamo in modo formale portando la Bibbia in chiesa o leggendo quotidianamente un brano devozionale o un capitolo, ma non la memorizziamo, non meditiamo su di essa, non ne ricerchiamo l’applicazione per la nostra vita, non confessiamo i peccati che essa rivela, non lodiamo Dio per i doni che essa rivela che Egli ci ha fatti. Quando si tratta della Bibbia, spesso siamo o anoressici o bulimici. O ne assumiamo quel tanto che basta per mantenerci spiritualmente in vita, nutrendoci della Parola solo quando andiamo in chiesa (ma non ingerendone abbastanza per essere cristiani sani e robusti), oppure ce ne alimentiamo spesso, ma mai meditandoci su abbastanza a lungo da trarne nutrimento spirituale.

È importante che se non hai l’abitudine di studiare la Parola di Dio quotidianamente in modo significativo, memorizzandola quando ti imbatti in passi che lo Spirito Santo t’imprime nel cuore, cominci a prendere questa abitudine. Ti suggerisco anche di iniziare un diario (anche sul computer, se sei più veloce a digitare che a scrivere) o in un taccuino con la spirale, ecc. Prendi l’abitudine di non lasciare la Parola finché tu non abbia messo per iscritto qualcosa che ne hai ricavato. Spesso io scrivo le preghiere a Dio, chiedendoGli di aiutarmi a cambiare in quelle aree riguardo a cui mi ha parlato anche Lui. La Bibbia è lo strumento che utilizza lo Spirito nella nostra vita e in quella degli altri (Efesini 6:17), una parte essenziale e preponderante dell’armatura che Dio ci ha dato per affrontare i nostri combattimenti spirituali (Efesini 6:12-18)!


(3) La preghiera. Questa è un’altra risorsa essenziale che Dio ci ha dato. Anche questa è una risorsa di cui i cristiani si servono spesso superficialmente, facendone un misero uso. Abbiamo delle riunioni di preghiera, dei tempi di preghiera, ecc., ma non ne ricaviamo il profitto di cui dà prova la chiesa primitiva (Atti 3:1; 4:31; 6:4; 13:1-3, ecc.). Paolo menziona ripetutamente come pregasse per coloro cui ministrava. Né noi, quando siamo da soli, utilizziamo questa grande risorsa a nostra disposizione. Però Dio ci ha fatto delle meravigliose promesse riguardo alla preghiera (Matteo 7:7-11; Luca 18:1-8; Giovanni 6:23-27; 1 Giovanni 5:14-15, ecc.)

Inoltre, Paolo la include nel suo passo sulla preparazione al combattimento spirituale (Efesini 6:18)!

Quant’è importante la preghiera?

Se consideri di nuovo Pietro, hai le parole che gli disse Gesù nel giardino del Getsemani, prima del suo rinnegamento. Lì, quando Gesù sta pregando, Pietro sta dormendo. Gesù lo sveglia e dice: "Vegliate e pregate, affinché non cadiate in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole" (Matteo 26:41). Tu, come Pietro, vuoi fare ciò che è giusto, ma non stai trovando la forza. Abbiamo bisogno di seguire l’ammonizione di Dio per cercare ripetutamente, bussare ripetutamente, chiedere ripetutamente... ed Egli ci darà la forza di cui abbiamo bisogno (Matteo 7:7). Ma abbiamo bisogno di dare a questa risorsa più che il semplice culto di labbra.

Non sto dicendo che la preghiera sia magica. Non lo è. È Dio a essere straordinario. La preghiera consiste semplicemente nel riconoscere i nostri limiti e l’inesauribile potenza di Dio, e nel rivolgerci a Lui per quella forza per fare ciò che Egli vuole da noi (non quello che vogliamo fare NOI) (1 Giovanni 5:14-15).


(4) La chiesa. Anche quest’ultima risorsa è una di quelle che tendiamo a ignorare. Quando Gesù mandò i Suoi discepoli, li inviò a due a due (Matteo 10:1). Quando leggiamo dei missionari negli Atti, essi non andavano uno alla volta, ma in gruppi di due o più. Gesù ha detto che dove due o tre sono riuniti nel Suo nome, Egli è in mezzo a loro (Matteo 18:20)

Egli ci comanda di non abbandonare la comune adunanza come alcuni sono soliti fare, ma di impiegare quel tempo per stimolarci all’amore e alle buone opere (Ebrei 10:24-25). Egli ci dice di confessare i nostri peccati gli uni agli altri (Giacomo 5:16). 

Nella letteratura sapienziale dell’Antico Testamento, ci è detto che “come il ferro forbisce il ferro, così un uomo ne forbisce un altro” (Proverbi 27:17). "Una corda a tre capi non si rompe così presto". C’è forza nei numeri (Ecclesiaste 4:11-12).


Alcuni che conosco hanno trovato fratelli o sorelle in Cristo che s’incontrano per telefono o di persona per condividere come stanno andando nel loro cammino cristiano, come forse hanno lottato, ecc., e s’impegnano a pregare l’uno per l’altro e a rendere reciprocamente conto di come applicano la Parola di Dio alle loro relazioni, ecc.


Talvolta il cambiamento arriva subito. Talatra, in altre aree, giunge più lentamente. Però Dio ci ha promesso che quando facciamo uso delle Sue risorse, Egli PRODURRÀ cambiamento nella nostra vita. Persevera sapendo che Egli è fedele alle Sue promesse!

"Chi è lo Spirito Santo?"

Esistono molte idee errate sull’identità dello Spirito Santo. Alcuni considerano lo Spirito Santo come una forza mistica. Altri intendono lo Spirito Santo come la potenza impersonale che Dio mette a disposizione dei seguaci di Cristo. Che cosa dice la Bibbia sull’identità dello Spirito Santo? Per semplificare, la Bibbia dice che lo Spirito Santo è Dio. La Bibbia ci dice anche che lo Spirito Santo è una Persona, un Essere con una mente, delle emozioni e una volontà.


Il fatto che lo Spirito Santo sia Dio si evince chiaramente da molte Scritture, inclusa Atti 5:3-4. In questi versetti, Pietro affronta Anania sul motivo per cui egli aveva mentito allo Spirito Santo e gli dice che non aveva “mentito agli uomini ma a Dio”. È una chiara dichiarazione che mentire allo Spirito Santo è mentire a Dio. Possiamo anche sapere che lo Spirito Santo è Dio perché Egli possiede gli attributi, le caratteristiche di Dio. Per esempio, il fatto che lo Spirito Santo sia onnipresente si vede in Salmi 139:7-8: “Dove potrei andarmene lontano dal tuo spirito, dove fuggirò dalla tua presenza? Se salgo in cielo tu vi sei; se scendo nel soggiorno dei morti, eccoti là”. Poi, in 1Corinzi 2:10-11 vediamo nello Spirito Santo la caratteristica dell’onniscienza: “A noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito, perché lo Spirito scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio. Infatti, chi, tra gli uomini, conosce le cose dell’uomo se non lo spirito dell’uomo che è in lui? Così nessuno conosce le cose di Dio se non lo Spirito di Dio”.


Possiamo sapere che lo Spirito Santo è davvero una Persona perché Egli possiede una mente, delle emozioni e una volontà. Lo Spirito Santo pensa e sa (1Corinzi 2:10). Lo Spirito Santo può essere rattristato (Efesini 4:30). Lo Spirito intercede per noi (Romani 8:26-27). Lo Spirito Santo prende decisioni secondo la Sua volontà (1 Corinzi 12:7-11). Lo Spirito Santo è Dio, la terza “Persona” della Trinità. In quanto Dio, lo Spirito Santo può davvero fungere da Consolatore, così come promesso da Gesù (Giovanni 14:16, 26; 15:26).


"Lo Spirito Santo è Dio?"


La risposta concisa a questa domanda è: sì, lo Spirito Santo, come viene descritto nella Bibbia, è pienamente Dio. Insieme a Dio Padre e a Dio Figlio (Gesù Cristo), Dio Spirito è il terzo membro della Trinità.

Coloro che contestano l’idea che lo Spirito Santo sia Dio suggeriscono che Egli sia semplicemente una specie di forza impersonale, una fonte di potere controllata da Dio ma non una vera e propria persona. Altri suggeriscono che forse lo Spirito Santo è solo un altro nome di Gesù, in forma di spirito, separato dal Suo corpo.

Nessuna di queste ipotesi, però, corrisponde a quello che la Bibbia dice veramente a proposito dello Spirito Santo. La Bibbia descrive lo Spirito Santo come una Persona che è presente con il Padre e il Figlio da prima dell’inizio dei tempi. Lo Spirito è parte integrante di tutte le cose che Dio ha fatto nella Bibbia.

Lo Spirito di Dio era presente e ha preso parte alla creazione (Genesi 1:2; Salmi 33:6). Lo Spirito Santo ha guidato i profeti con le parole di Dio (2Pietro 1:21). 1Corinzi 6:19 dice che il corpo di un credente è un tempio di Dio perché lo Spirito Santo vive in lui (1Corinzi 6:19). Gesù è stato chiaro: per “nascere di nuovo”, per diventare cristiani, bisogna nascere “dallo Spirito” (Giovanni 3:5).

Una delle affermazioni più convincenti della Bibbia a proposito del fatto che lo Spirito Santo è Dio si trova in Atti 5. Quando Anania mentì sul prezzo di una proprietà, Pietro disse che Satana aveva riempito il cuore di Anania tanto da fargli mentire “allo Spirito Santo” (Atti 5:3) e concluse dicendo che Anania aveva “mentito a Dio” (versetto 4). Le parole di Pietro fanno equivalere lo Spirito Santo a Dio; per Pietro lo Spirito e Dio sono la stessa cosa.

Gesù disse ai Suoi discepoli che lo Spirito Santo, l’Aiutante, era diverso da Sè stesso. Il Padre avrebbe mandato l’Aiutante, lo Spirito di verità, dopo la partenza di Cristo. Lo Spirito avrebbe parlato attraverso loro di Gesù (Giovanni 14:25-26;15:26-27;16:7-15). Tutte e tre le Persone menzionate da Gesù sono Dio, pur essendo distinte l’una dall’altra all’interno della Trinità.

I tre membri della Trinità si manifestano, insieme ma distinti, nel battesimo di Gesù. Quando Gesù esce dall’acqua, lo Spirito scende su di Lui come una colomba, mentre dal cielo si ode la voce del Padre che si compiace nel Suo amato Figlio (Marco 1:10-11).

Infine, la Bibbia descrive lo Spirito Santo come una Persona, non come una semplice forza. Egli può essere rattristato (Efesini 4:30); ha una volontà (1Corinzi 12:4-7); usa la Sua mente per scrutare le profondità di Dio (1Corinzi 2:10); è in comunione con i credenti (2Corinzi 13:13). È chiaro che lo Spirito è una Persona, proprio come lo sono il Padre e il Figlio.

Veramente la Bibbia afferma inequivocabilmente che lo Spirito Santo è, di fatto, Dio, così come Gesù Cristo e il Padre sono Dio.

"Che cosa fa lo Spirito Santo?"

La Bibbia è abbastanza chiara sul fatto che lo Spirito Santo è attivo nella nostra vita e nel mondo. Il libro degli Atti, che a volte viene chiamato con il titolo più lungo di “Atti degli Apostoli”, potrebbe essere chiamato con altrettanta precisione “Atti dello Spirito Santo per mezzo degli Apostoli”. Dopo l’Età apostolica, ci sono stati alcuni cambiamenti – lo Spirito non ispira più le Scritture, per esempio – ma continua a svolgere la Sua opera nel mondo.

Innanzitutto, lo Spirito Santo svolge molte funzioni nella vita dei credenti. È il loro aiutante (Giovanni 14:26). Dimora in loro e li suggella fino al giorno della redenzione: questo significa che la presenza dello Spirito Santo nel credente è irreversibile. Custodisce e garantisce la salvezza di coloro nei quali dimora (Efesini 1:13; 4:30). Assiste i credenti nella preghiera (Giuda 1:20) e “intercede per i santi, secondo Dio” (Romani 8:27).

Lo Spirito Santo rigenera e rinnova il credente (Tito 3:5). Al momento in cui riceve la salvezza, lo Spirito battezza il credente nel Corpo di Cristo (Romani 6:3). I credenti ricevono la nuova nascita per mezzo della potenza dello Spirito (Giovanni 3:5-8). Lo Spirito conforta i credenti che trovano gioia nell’essere in comunione con Lui quando devono affrontare un mondo ostile (1Tessalonicesi 1:6; 2 Corinzi 13:14). Lo Spirito, nella Sua potenza, riempie i credenti di “ogni gioia e pace” quando confidano nel Signore, facendo sì che abbondino “nella speranza” (Romani 15:13).

Un’ altra opera dello Spirito Santo nella vita del credente è la sua santificazione. Lo Spirito si oppone ai desideri della carne e conduce il credente alla giustizia (Galati 5:16-18). Le opere della carne diventano meno evidenti mentre il frutto dello Spirito diventa più evidente (Galati 5:19-26). Ai credenti viene comandato di essere ricolmi di Spirito (Efesini 5:18), il che significa che devono abbandonarsi completamente al Suo controllo.

Lo Spirito Santo è anche un datore di doni. “Vi sono diversità di doni, ma non vi è che un medesimo Spirito.” (1Corinzi 12:4). I doni dello Spirito posseduti dai credenti sono dati dallo Spirito Santo in base a quanto Egli stabilisce nella sua saggezza (versetto 11).

Lo Spirito Santo opera anche tra i non credenti. Gesù ha promesso che avrebbe mandato lo Spirito Santo per dimostrare che il mondo è in errore riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio (Giovanni 16:8). Lo Spirito è testimone di Cristo (Giovanni 15:26) e in questo modo indirizza le persone verso il Signore. Attualmente, lo Spirito Santo frena anche il peccato e combatte “il mistero [Ntd o potere] dell’empietà” nel mondo. Questa azione tiene a bada l’ascesa dell’Anticristo (2Tessalonicesi 2:6-10).

Lo Spirito Santo riveste un altro ruolo importante: quello di dare ai credenti la sapienza con la quale comprendere Dio. “Lo Spirito investiga ogni cosa, anche le profondità di Dio. Chi tra gli uomini, infatti, conosce le cose dell’uomo, se non lo spirito dell’uomo che è in lui? Così pure nessuno conosce le cose di Dio, se non lo Spirito di Dio.” (1Corinzi 2:10-11). Dal momento che, come credenti, abbiamo ricevuto il dono straordinario dello Spirito di Dio, possiamo comprendere i pensieri di Dio, così come sono rivelati nelle Scritture. Lo Spirito ci aiuta a capire. Questa è la sapienza di Dio, non la sapienza dell’uomo. Nessuna conoscenza umana potrà mai sostituire l’insegnamento dello Spirito Santo (1Corinzi 2:12-13).

 "Elenco dei doni dello Spirito: quali sono i diversi doni dello Spirito di cui parla la Bibbia?"

Prima di passare in rassegna i doni dello Spirito, esamineremo due parole greche usate per descriverli: pneumatika si riferisce alla loro fonte, lo Spirito Santo (pneuma) di Dio; e charismata si riferisce al fatto che sono concessi per grazia di Dio (charis). I doni dello Spirito sono ricevuti per grazia e non dipendono dal nostro merito o dalle nostre capacità personali, ma sono concessi in base alla scelta sovrana di Dio. I doni sono dati dallo Spirito; quindi, appartengono alla nuova vita che ci è stata concessa in Cristo e possono essere drasticamente diversi da come percepivamo le nostre capacità o i nostri desideri prima di essere salvati. 1Corinzi 12:4-7 spiega: “Or vi sono diversità di doni, ma non vi è che un medesimo Spirito. Vi sono anche diversità di ministeri, ma non vi è che un medesimo Signore. Vi sono parimenti diversità di operazioni, ma non vi è che un medesimo Dio, il quale opera tutte le cose in tutti. Or a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per l’utilità comune”. I credenti hanno doni dello Spirito diversi, ma tutti questi doni sono destinati a essere usati per l’edificazione del corpo di Cristo e per la gloria di Dio.

Un breve esame di tre testi chiave (Romani 12:6-8; 1Corinzi 12:4-11; 1Pietro 4:10-11) ci aiuterà a vedere il disegno di Dio in merito ai Suoi doni.

Una delle prime cose che emerge chiaramente in questi passaggi è la diversità dei doni. La rassegna dei doni dello Spirito fatta da Paolo in Romani 12 include doni diversi da quelli che elencati in 1Corinzi 12. E quando Pietro parla dei doni dello Spirito in 1Pietro 4:10-11, non li specifica, ma indica piuttosto delle categorie generali dei doni elargiti da Dio. Tra i doni elencati nella Bibbia ci sono la profezia, il ministero, la sapienza, la conoscenza, la fede, il potere di guarire, la capacità di insegnare, esortare, donare, governare, mostrare misericordia, parlare in lingue e interpretare le lingue. Qualunque sia l’uso specifico, ogni dono si integra con gli altri e tutti collaborano come le parti del corpo per formare un unità funzionante (Romani 12:5).

Per fare una lista completa dei doni dello Spirito, bisogna cercare di quantificare e definire i doni. Romani 12 elenca almeno sette doni e 1Corinzi 12 ne elenca nove. Questi elenchi si sovrappongono parzialmente e ci sono certamente indicazioni che ci siano più doni di quelli elencati.

Ecco un breve elenco dei doni dello Spirito, redatto dal dottor Larry Gilbert (adattato da “Quanti sono i doni dello Spirito?”):

1. Doni miracolosi
• Apostolato (1Corinzi 12:28; Efesini 4:11)
• Lingue (1Corinzi 12:10,28,30)
• Interpretazione delle lingue (1Corinzi 12:10,30)
• Miracoli (1Corinzi 12:10,28)
• Guarigione (1Corinzi 12:9,28)

2. Doni abilitanti
• Fede (1Corinzi 12:9)
• Discernimento (1Corinzi 12:10)
• Sapienza (1Corinzi 12:8)
• Conoscenza (1Corinzi 12:8)

3. Doni che vanno a influire su più persone
• Evangelizzare: Guidare gli altri con entusiasmo alla conoscenza salvifica di Cristo (Efesini 4:11).
• Profetizzare: Proclamare con coraggio e senza paura la verità di Dio (Romani 12:6; Efesini 4:11; 1Corinzi 12:10, 28).
• Insegnare: Spiegare la verità della Parola di Dio con semplicità e precisione (Romani 12:7; 1Corinzi 12:28).
• Esortare: Motivare gli altri all’azione, alla messa in pratica e allo scopo (Romani 12:8).
• Cura pastorale: Supervisionare, addestrare, alimentare, affiancare e guidare (Efesini 4:11).
• Servire: Prestare aiuto concreto sia fisico che spirituale (Romani 12:7; 1Corinzi 12:28).
• Mostrare misericordia: Identificarsi con chi è nel bisogno e confortarlo (Romani 12:8).
• Donare: Elargire risorse materiali per promuovere l’opera della Chiesa (Romani 12:8).
• Amministrare: Organizzare, amministrare, gestire, promuovere, guidare (Romani 12:8; 1Corinzi 12:28).

In 1Pietro 4:9-11, Pietro suddivide i doni che vanno a influire su più persone in due categorie:
1. I doni legati alla parola. Hanno questi doni: gli evangelizzatori, i profeti, gli insegnanti, gli esortatori e i pastori.
2. I doni legati al servizio. Le persone con questi doni emulano Cristo, che non è venuto per essere servito, ma per servire (Marco 10:45). Hanno ricevuto la capacità di dimenticare se stesse e di concentrarsi sui bisogni degli altri. Hanno questi doni: i pastori, gli operatori di misericordia, i servitori, i benefattori e gli amministratori.

La Bibbia dice che i doni dello Spirito ci vengono dati per uno scopo. In Romani 12:8 ci viene detto di usare i vari doni conformemente al carattere di Dio e alla Sua volontà rivelata “con semplicità [...] con diligenza [...] con gioia”. In 1Corinzi 12:24-25 ci viene detto che “Dio ha composto il corpo, dando maggiore onore alla parte che ne mancava, affinché non vi fosse divisione nel corpo, ma le membra avessero tutte una medesima cura le une per le altre”. In 1Pietro 4:11 lo scopo dei doni è che “in ogni cosa Dio sia lodato per mezzo di Gesù Cristo”.

"Che cos’è l’effusione dello Spirito Santo?"

L’effusione dello Spirito Santo – l’effusione dello Spirito di Dio che riempie e dimora nelle persone – è stata profetizzata nell’Antico Testamento e si è compiuta a Pentecoste (Atti 2). Questo evento era stato predetto nell’Antico Testamento. Infatti, in Isaia 44:3, Dio disse a Israele: “Poiché io spanderò acqua sull’assetato e ruscelli sulla terra arida; spanderò il mio Spirito sulla tua progenie, e la mia benedizione sui tuoi discendenti”. Lo Spirito Santo viene descritto come “l’acqua della vita” che salva e benedice un popolo morente. Il giorno di Pentecoste, Pietro citò un’altra profezia che si stava adempiendo: “Io spanderò il mio Spirito sopra ogni carne; i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri vecchi faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni. In quei giorni spanderò il mio Spirito anche sui servi e sulle serve. [...] Chiunque invocherà il nome dell’Eterno sarà salvato” (Gioele 2:28-29,32).

L’effusione dello Spirito Santo ha dato inizio a una nuova era, l’Era della Chiesa. Nell’ Antico Testamento, lo Spirito Santo era un dono raro dato solo a poche persone, e di solito per brevi periodi di tempo. Quando Saul fu unto come re d’Israele, lo Spirito Santo scese su di lui (1Samuele 10:10), ma quando Dio revocò la Sua benedizione, anche lo Spirito Santo si allontanò da lui (1Samuele 16:14). Lo Spirito Santo scese in momenti o periodi specifici anche sulle vite di Othniel (Giudici 3:10), Gedeone (Giudici 6:34) e Sansone (Giudici 13:25; 14:6), per permettere loro di fare la Sua volontà e servire Israele. A Pentecoste, lo Spirito Santo fu versato su tutti i credenti in Cristo e rimase in loro. Questo segnò un cambiamento importante nell’opera dello Spirito Santo.

Prima del Suo arresto, Gesù aveva promesso di inviare ai Suoi discepoli lo Spirito Santo (Giovanni 14:15-17). Lo Spirito “dimora con voi e sarà in voi”, disse Gesù (Giovanni 14:17). Questa era una profezia della presenza dello Spirito, un’altra caratteristica distintiva dell’Era della Chiesa. Anche l’effusione dello Spirito Santo in Atti 2 segnò l’adempimento delle parole di Gesù, perché lo Spirito Santo scese su tutti i credenti in modo potente, visibile (e udibile). Luca racconta l’evento: “E all’improvviso venne dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia, e riempì tutta la casa dove essi sedevano. E apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano, e andarono a posarsi su ciascuno di loro. Così furono tutti ripieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, secondo che lo Spirito dava loro di esprimersi” (Atti 2:2-4). Immediatamente, i credenti pieni di Spirito andarono per le strade di Gerusalemme e predicarono Cristo. Quel giorno furono salvate e battezzate tremila persone; era l’inizio della chiesa (versetto 41).

L’effusione dello Spirito Santo sull’umanità fu l’inaugurazione della Nuova Alleanza, ratificata dal sangue di Gesù (Luca 22:20). Secondo le condizioni della Nuova Alleanza, ogni credente riceve lo Spirito Santo (Efesini 1:13). Fin dalla Pentecoste, lo Spirito Santo battezza ogni credente in Cristo al momento in cui riceve la salvezza (1Corinzi 12:13), e viene ad abitare permanentemente dentro i figli di Dio.

Nel libro degli Atti, ci sono tre “effusioni” dello Spirito Santo, a tre gruppi diversi di persone, in tre momenti diversi. La prima fu quella sugli ebrei e sui proseliti a Gerusalemme (Atti 2). La seconda fu quella su un gruppo di Samaritani credenti (Atti 8). Il terzo fu su un gruppo di Gentili credenti (Atti 10). È significativo che Pietro fosse presente a tutte e tre le effusioni. Per tre volte, Dio ha inviato lo Spirito Santo con segni tangibili, mentre i discepoli obbedivano al Grande Mandato. Lo stesso Spirito Santo che scendeva su Giudei, Samaritani e Gentili nello stesso modo, alla presenza dello stesso apostolo, mantenne unita la Chiesa primitiva. Non c’era una chiesa “ebraica”, una chiesa “samaritana” e una chiesa “romana”: c’era una sola chiesa, “un unico Signore, un’unica fede, un unico battesimo,” (Efesini 4:5).

L’effusione dello Spirito è diversa dal riempimento dello Spirito. L’effusione è successa una volta sola, quando lo Spirito Santo è sceso sulla terra; il riempimento avviene ogni volta che ci arrendiamo al controllo di Dio nella nostra vita. Ci è stato comandato di essere riempiti di Spirito (Efesini 5:18). A tale proposito, il credente può essere “riempito di Spirito” o “spegnere” lo Spirito (1Tessalonicesi 5:19). In entrambi i casi, lo Spirito Santo rimane con il credente (a differenza dell’Antico Testamento, in cui lo Spirito Santo andava e veniva). Il riempimento dello Spirito è il risultato diretto della sottomissione alla volontà di Dio, mentre l’estinzione è il risultato diretto della ribellione contro di essa.

Alcuni cercano ancora un’“effusione” dello Spirito Santo su un gruppo specifico di persone in un luogo o in un momento specifico, ma non c’è alcun riscontro biblico per il ripetersi di un evento simile a quello della Pentecoste. La Chiesa è già iniziata; gli apostoli hanno già gettato le fondamenta (Efesini 2:20). A volte cantiamo canzoni o preghiamo chiedendo allo Spirito Santo di “venire”; la realtà è che è già venuto ad abitare in noi – al momento della salvezza – e, una volta venuto, non se ne va. L’effusione dello Spirito è una profezia adempiuta, che ha inaugurato l’Era della Chiesa e la Nuova Alleanza in cui tutti i credenti ricevono lo Spirito Santo.

"Che cosa significa rattristare/spegnere lo Spirito Santo?"

Quando il termine “spegnere” viene usato nella Scrittura, l’idea è di estinguere un fuoco. Quando i credenti indossano lo scudo della fede, come parte della loro armatura di Dio (Efesini 6:16), stanno estinguendo il potere dei dardi infuocati di Satana. Cristo descrisse l’inferno come un posto dove il fuoco non si sarebbe mai “spento” (Marco 9:44, 46, 48). Similmente, lo Spirito Santo è un fuoco che dimora in ogni credente e che si vuole esprimere nelle nostre azioni e nei nostri atteggiamenti. Quando, come credenti, non permettiamo che lo Spirito Santo sia visibile nelle nostre azioni, quando facciamo le cose che sappiamo essere sbagliate, allora sopprimiamo o spegniamo lo Spirito. Non permettiamo allo Spirito di rivelarsi nel modo che Lui vorrebbe.

Per capire che cosa significa rattristare lo Spirito, dobbiamo innanzi tutto capire che l’espressione è un’indicazione del fatto che lo Spirito possiede una personalità. Solo una persona può essere rattristata; quindi lo Spirito deve essere una persona divina per poter avere questa emozioni. Una volta che capiamo ciò, possiamo capire meglio il modo in cui Lui è rattristato, principalmente perché lo siamo anche noi. Efesini 4:30 ci dice di non rattristare lo Spirito. Noi rattristiamo lo Spirito vivendo come pagani (4:17-19), mentendo (4:25), adirandoci (4:26-27), rubando (4:28), bestemmiando (4:29), essendo amareggiati (4:31), non perdonando (4:32) ed essendo sessualmente immorali (5:3-5). Rattristare lo Spirito significa agire in un modo peccaminoso, sia solo con il pensiero e sia con il pensiero e con gli atti.

Spegnere e contristare lo Spirito sono azioni che hanno effetti simili. Entrambe sono di ostacolo ad una vita giusta. Entrambe si verificano quando un credente pecca contro Dio e segue i propri desideri mondani. L’unica strada corretta da seguire è la strada che porta il credente più vicino a Dio e alla purezza, e più lontano dal mondo e dal peccato. Così come a nessuno di noi piace essere rattristato, e così come cerchiamo di non soffocare le cose buone, così non dovremmo rattristare o spegnere lo Spirito Santo rifiutando di seguirLo.

"Lo Spirito Santo sarà presente durante la Tribolazione?"

La discussione sul fatto che lo Spirito Santo possa non essere presente durante la Tribolazione deriva da un fraintendimento di 2Tessalonicesi 2:7, che dice: “Il mistero dell’empietà infatti è già all’opera, aspettando soltanto che chi lo ritiene [NdT: trattiene] al presente sia tolto di mezzo”. Attualmente, prima della Tribolazione, uno dei ministeri dello Spirito Santo è quello di frenare il male. Nei versetti 8 e 9 (“Allora sarà manifestato quell’empio, che il Signore distruggerà col soffio della sua bocca e annienterà all’apparire della sua venuta. La venuta di quell’empio avverrà per l’azione di Satana, accompagnata da ogni sorta di portenti, di segni e di prodigi bugiardi”), apprendiamo che la forza di contenimento esercitata dallo Spirito Santo trattiene l’“empio” (l’Anticristo), in modo che quest’ultimo non si manifesti prima che Dio lo voglia. Il passo dice che lo Spirito Santo non frenerà più la crescita del male, ma questo non significa che Egli non svolgerà più alcun ministero.

In Atti 1:4-5, Gesù promette che i Suoi discepoli saranno presto “battezzati con lo Spirito Santo”. Nel capitolo 2 degli Atti, questo promessa di Gesù viene portata a compimento. Nei versetti 38 e 39 è scritto che “Pietro disse loro: «Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo per il perdono dei peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo. Poiché la promessa è per voi e per i vostri figli e per tutti coloro che sono lontani, per quanti il Signore Dio nostro ne chiamerà»”.

La presenza dello Spirito Santo è quindi assicurata a ogni credente rinato dall’alto, e in nessun punto della Scrittura questa promessa viene revocata. Il rinnovamento è opera dello Spirito; senza di Lui, nessuno è salvato. Se lo Spirito non fosse presente durante la Tribolazione, nessuno potrebbe essere salvato. Ma il fatto è che durante la Tribolazione una moltitudine che nessuno può contare verrà salvata (Apocalisse 7:9-14). Pertanto, lo Spirito Santo dimorerà anche in coloro che verranno a Gesù durante il periodo della Tribolazione. Rendiamo gloria a Dio per aver preso questa precauzione, perché i santi della Tribolazione avranno bisogno della guida e della direzione dello Spirito durante quel periodo così difficile.

Un’altra buona ragione per cui lo Spirito sarà presente durante la Tribolazione è che è onnipresente. Poiché è ovunque in ogni momento, deve essere nel mondo anche durante la Tribolazione.

A un certo punto – solo Dio sa quando – l’influenza contenitiva dello Spirito Santo sarà rimossa, l’Anticristo sarà rivelato a un mondo inconsapevole e ignaro e il periodo della Tribolazione avrà inizio.

"I doni miracolosi dello Spirito sono per oggi?"

Primo, è importante riconoscere che questa non è una domanda per sapere se Dio compia ancora oggi dei miracoli. Sarebbe stolto e antiscritturale affermare che Dio non guarisca le persone, che non parli alle persone e che oggi non compia segni e prodigi. La domanda è se i doni miracolosi dello Spirito, descritti anzitutto in 1 Corinzi 12-14, siano ancora attivi nella chiesa di oggi. Inoltre, questa non è una domanda se lo Spirito Santo "possa" dare a qualcuno un dono miracoloso. La domanda è se lo Spirito Santo dispensi "effettivamente" ancora oggi i doni miracolosi. Soprattutto, noi riconosciamo assolutamente che lo Spirito Santo è libero di dispensare i doni secondo la Sua volontà (1 Corinzi 12:7-11).

Nel libro degli Atti e nelle epistole, la stragrande maggioranza dei miracoli è compiuta dagli apostoli e dai loro stretti collaboratori. 2 Corinzi 12:12 ce ne dà il motivo: "Certo, i segni dell’apostolo sono stati compiuti tra di voi, in una pazienza a tutta prova, nei miracoli, nei prodigi e nelle opere potenti". Se ogni credente in Cristo fosse provvisto della capacità di compiere segni, prodigi e miracoli, questi non identificherebbero in alcun modo i segni di un apostolo. Atti 2:22 ci dice che Gesù fu "accreditato" da "opere potenti, prodigi e segni". Similmente gli apostoli furono "contraddistinti" come messaggeri genuini da parte di Dio dai miracoli che compirono. Atti 14:3 descrive il fatto che il messaggio del Vangelo era "confermato" dai miracoli che compivano Paolo e Barnaba.

1 Corinzi 12-14 affronta anzitutto l’argomento dei doni dello Spirito. Sembra da quel testo che ai cristiani "ordinari" fossero dati talvolta i doni miracolosi (12:8-10; 28-30). Non ci viene detto quanto questo fosse comune. Da quanto abbiamo appreso precedentemente, che gli apostoli erano "contraddistinti" da segni e prodigi, sembrerebbe che se i doni miracolosi fossero dati ai cristiani "ordinari", questa fosse l’eccezione, non la regola. Al di fuori degli apostoli e dei loro stretti collaboratori, il Nuovo Testamento non descrive mai specificamente degli individui che esercitino i doni miracolosi dello Spirito.

È anche importante comprendere che la chiesa primitiva non aveva la Bibbia al completo come ce l’abbiamo noi oggi (2 Timoteo 3:16-17). Pertanto, i doni di profezia, conoscenza, sapienza, ecc., erano necessari affinché i cristiani primitivi sapessero ciò che Dio voleva che facessero. Il dono di profezia mise in grado i credenti di comunicare la nuova verità e la rivelazione da parte di Dio. Adesso che la rivelazione di Dio è completa nella Bibbia, i "doni di rivelazione" non sono più necessari, almeno non nello stesso senso in cui lo erano nel Nuovo Testamento.

Dio guarisce miracolosamente le persone tutti i giorni. Dio ci parla ancora oggi, sia con una voce udibile, sia nella nostra mente o tramite le impressioni e i sentimenti. Dio compie ancora miracoli, segni e prodigi sorprendenti, e talvolta li compie mediante un cristiano. Tuttavia, quelli che abbiamo appena descritti non sono necessariamente i doni miracolosi dello Spirito. Lo scopo principale dei doni miracolosi era di dimostrare che il Vangelo era autentico e che gli apostoli erano davvero i messaggeri di Dio. La Bibbia non dice espressamente che i doni miracolosi siano cessati, ma getta le fondamenta del motivo perché essi potrebbero essere non più necessari.


"Il credente dovrebbe sentire lo Spirito Santo?"

Se da un lato alcuni ministeri dello Spirito Santo possono suscitare sentimenti, come la convinzione di peccato, il conforto e il potenziamento, la Scrittura non ci istruisce a basare il nostro rapporto con lo Spirito Santo su come ci sentiamo. Ogni credente nato di nuovo ha la presenza dello Spirito Santo in sé. Gesù ci ha detto che quando il Consolatore sarebbe venuto, sarebbe rimasto con noi ed in noi: “E io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro consolatore, perché stia con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi” (Giovanni 14:16,17). In altre parole, Gesù sta mandando un altro come Sé stesso per essere con noi e in noi.

Noi sappiamo che lo Spirito Santo è con noi perché la Parola di Dio ci dice che è così. Ogni credente nato di nuovo ha la presenza dello Spirito Santo, ma non ogni credente vive sempre controllato dallo Spirito Santo, e la differenza è notevole. Quando agiamo nella carne, non siamo più sotto il controllo dello Spirito Santo anche se Lui continua a vivere in noi. L’apostolo Paolo commenta questa verità, e usa un’illustrazione per aiutarci a capire: “Non ubriacatevi! Il vino porta alla dissolutezza. Ma siate ricolmi di Spirito” (Efesini 5:18). Molte persone leggono questo versetto e lo interpretano per dire che l’apostolo Paolo sta parlando contro il vino. Ma in effetti il contesto di questo brano è il cammino ed il combattimento del credente pieno di Spirito Santo. Quindi, c’è qualcos’altro qui che va oltre un avvertimento contro il bere troppo vino.

Quando le persone sono ubriache con troppo vino, manifestano determinate caratteristiche: perdono il coordinamento, il loro linguaggio si confonde e il loro senso di giudizio è compromesso. L’apostolo Paolo fa un confronto. Così come determinate caratteristiche identificano una persona controllata da troppo vino, così ci sono determinate caratteristiche che identificano una persona controllata dallo Spirito Santo. In Galati 5:22-24 vengono elencate come il frutto dello Spirito. Questo è il frutto dello Spirito Santo, ed è evidenziato nella vita del credente nato di nuovo che è sotto il Suo controllo.

Il tempo del verbo in Efesini 5:18 dimostra che “essere riempiti” dallo Spirito Santo è un processo continuo. Dato che questa è un’esortazione, ne consegue che è anche possibile non essere riempiti o controllati dallo Spirito. Il resto di Efesini 5 elenca le caratteristiche del credente che è ripieno dello Spirito. “Parlandovi con salmi, inni e cantici spirituali, cantando e salmeggiando con il vostro cuore al Signore; ringraziando continuamente per ogni cosa Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo; sottomettendovi gli uni agli altri nel timore di Cristo” (Efesini 5:19-21).

Non siamo riempiti dallo Spirito perché sentiamo di esserlo, ma perché questo è il privilegio e il possedimento del Cristiano. Essere riempiti o controllati dallo Spirito è il risultato di un cammino in obbedienza al Signore. Questo è un dono di grazia e non un sentimento emotivo. Le emozioni possono ingannarci e lo faranno, e possiamo anche produrre artificiosamente degli stati emotivi che provengono puramente dalla carne e non dallo Spirito Santo. “Io dico: camminate secondo lo Spirito e non adempirete affatto i desideri della carne… Se viviamo dello Spirito, camminiamo anche guidati dallo Spirito” (Galati 5:16, 25).

Avendo detto questo, non possiamo negare che ci sono delle volte nelle quali siamo sopraffatti dalla presenza e dalla potenza dello Spirito, e ciò può essere anche un’esperienza emotiva. Quando ciò accade, è una gioia imparagonabile. Il re Davide, “danzò con tutte le sue forze” (2 Samuele 6:14) quando portarono l’Arca del Patto a Gerusalemme. Sentire la gioia dello Spirito ci fa capire che, come figli di Dio, siamo benedetti dalla Sua grazia. Quindi, si, assolutamente, i ministeri dello Spirito Santo possono anche coinvolgere i nostri sentimenti e le nostre emozioni. Ma allo stesso tempo, non dobbiamo fondare sui nostri sentimenti la nostra sicurezza intorno alla presenza dello Spirito Santo in noi.

In cosa consistono i doni spirituali della parola di sapienza e della parola di conoscenza?

Esistono tre liste di doni spirituali nella Scrittura (Romani 12:6–8; 1 Corinzi 12:4–11; e 1 Corinzi 12:28), ma solo una di esse menziona i doni chiamati della parola di sapienza e della parola di conoscenza (1 Corinzi 12:8). Esiste molta confusione su cosa siano esattamente questi due doni. Forse il modo migliore per confrontare la questione è descrivere ciò che questi doni non sono.

Alcuni carismatici/pentecostali vedono i doni spirituali della parola di conoscenza e della parola di sapienza come lo Spirito Santo che parla da un credente all'altro, dando rivelazione su una decisione da prendere o una situazione da affrontare. Chi usa questi doni in quel modo spesso dirà qualcosa del tipo: "ho un messaggio per te da parte del Signore." In questo modo, essi sostengono di parlare a nome di Dio e che si debba obbedire rigorosamente alle loro parole.

Questa considerazione dei doni della parola di conoscenza e della parola di saggezza si avvicina pericolosamente alla negazione della dottrina della sufficienza della Scrittura. 

Se Dio continuasse a rivelare la Sua volontà e la Sua saggezza per mezzo di una rivelazione speciale ad individui, allora potrebbe la Sua Parola essere davvero sufficiente a rendere ognuno di noi "completo, pienamente fornito per ogni buona opera" (2 Timoteo 3:17)?

Dio ci ha davvero fornito tutto ciò di cui abbiamo bisogno per la vita e la santità (2 Pietro 1:3), se abbiamo bisogno che altri individui ci diano una rivelazione speciale da parte di Dio? Ciò non significa che Dio non usi mai un'altra persona per parlarci, ma se spesso, per vivere le nostre vite, abbiamo bisogno di messaggi diretti da Dio per mezzo di altre persone, la Parola di Dio è davvero sufficiente, come si dichiara che sia?

Dunque, se la parola di saggezza e la parola di conoscenza non sono doni profetici/rivelatori, cosa sono? 

Sappiamo una cosa per certo: questi doni sono concessi dallo Spirito Santo per costruire (edificare) il corpo di Cristo, per "utilità comune" (1 Corinzi 12:7). Il caos che tanto spesso si manifesta nelle Chiese che praticano la parola di conoscenza e la parola di saggezza come doni rivelatori, chiaramente non è per utilità comune. "Parole del Signore" confusionarie, vaghe e a volte contraddittorie non provengono da Dio, perché Egli non è un Dio di confusione o di disordine (1 Corinzi 14:33). E tantomeno guidano i cristiani all'edificazione; al contrario, tendono a causare divisione e conflitto nel corpo della Chiesa. Spesso i doni della parola di conoscenza e/o della parola di saggezza vengono usati per ottenere potere ed influenza sulle altre persone, per rendere gli altri dipendenti da coloro i quali sostengono di possedere tali doni. Questo uso improprio dei due doni chiaramente non è da Dio.

Tenendo a mente tutto questo, offriamo le seguenti definizioni dei doni spirituali della parola di sapienza e della parola di conoscenza:

La parola di sapienza: Il fatto che questo dono sia descritto come la "parola" di sapienza indica che è uno dei doni della parola. Questo dono descrive una persona in grado di capire e dichiarare la verità biblica in modo che si applichi abilmente a situazioni della vita, con ogni discernimento.

La parola di conoscenza: anche questo è un dono della parola, che consiste nella comprensione della verità con una perspicacia che deriva esclusivamente dalla rivelazione di Dio. Coloro i quali possiedono il dono della conoscenza capiscono le cose profonde di Dio e i misteri della Sua Parola.





 



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