L' INFERNO DESCRITTO NELLA BIBBIA



PREFAZIONE:

C’è vita dopo la morte? 

La Bibbia ci dice: “L’uomo, nato di donna, vive pochi giorni, ed è sazio d’affanni. Spunta come un fiore, poi è reciso; fugge come un’ ombra, e non dura. […] Se l’uomo muore, può egli tornare in vita?” (Giobbe 14:1-2, 14).

Come Giobbe, quasi tutti noi siamo stati sfidati da questa domanda. Esattamente, che cosa ci succede dopo la morte? Smettiamo semplicemente di esistere? La vita è una porta girevole di partenza e ritorno alla terra per raggiungere la grandezza personale? Vanno tutti nello stesso posto o andiamo in luoghi diversi? Ci sono davvero un cielo e un inferno o si tratta semplicemente di uno stato d’animo?

La Bibbia ci dice che non solo c’è vita dopo la morte, ma una vita eterna talmente gloriosa da essere stato scritto: “Le cose che occhio non vide, e che orecchio non udì, e che mai salirono nel cuore dell’uomo, sono quelle che Dio ha preparate per coloro che lo amano” (1 Corinzi 2:9). Gesù Cristo, Dio manifestato in carne, è venuto sulla terra per darci questo dono della vita eterna: “Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui e grazie alle sue ferite noi siamo stati guariti” (Isaia 53:5).

Gesù subì il castigo che merita ognuno di noi e sacrificò la Sua stessa vita. Tre giorni dopo, mostrò di essere vittorioso sulla morte risuscitando dal sepolcro, nello Spirito e nella carne. Rimase sulla terra per quaranta giorni e fu testimoniato da migliaia di persone prima di ascendere alla Sua dimora eterna in cielo. Romani 4:25 dice: “[Gesù] è stato dato a causa delle nostre offese ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione”.

La risurrezione di Cristo fu un evento ben documentato. L’apostolo Paolo sfidò le persone a interrogare i testimoni oculari per la sua validità, e nessuno fu in grado di contestarne la veracità. La risurrezione è la pietra angolare della fede cristiana. Poiché Cristo fu risuscitato dai morti, anche noi possiamo credere che lo saremo.

Paolo ammonì alcuni primi cristiani che non credevano in questo: “Ora se si predica che Cristo è stato risuscitato dai morti, come mai alcuni tra voi dicono che non c’è risurrezione dei morti? Ma se non vi è risurrezione dei morti, neppure Cristo è stato risuscitato” (1 Corinzi 15:12-13).

Cristo fu solo la primizia di coloro che saranno risuscitati a nuova vita. La morte fisica venne mediante un uomo, Adamo, al quale siamo collegati tutti. Ma a tutti coloro che sono stati adottati nella famiglia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo sarà data nuova vita (1Corinzi 15:20-22). Così come Dio risuscitò il corpo di Gesù, così i nostri corpi verranno risuscitati al ritorno di Gesù (1 Corinzi 6:14).

Anche se alla fine saremo tutti risuscitati, non tutti andremo in cielo. Dev’essere fatta una scelta da ogni persona in questa vita per stabilire dove andrà per l’eternità. La Bibbia dice che è stabilito per noi che moriamo una sola volta, dopo di che viene il giudizio (Ebrei 9:27). Quanti sono stati resi giusti andranno nella vita eterna in cielo, ma i non credenti saranno mandati al castigo eterno o inferno (Matteo 25:46).

L’inferno, come il cielo, non è solo una condizione esistenziale, ma un luogo letterale e assai reale. È un posto in cui gli ingiusti sperimenteranno l’ira eterna e infinita di Dio. Essi sopporteranno un tormento emotivo, mentale e fisico, soffrendo consapevolmente vergogna, rimpianto e disprezzo.

L’inferno è descritto come un abisso (Luca 8:31; Apocalisse 9:1) e uno stagno di fuoco, che brucia con zolfo, dove i suoi abitanti saranno tormentati giorno e notte nei secoli dei secoli (Apocalisse 20:10). Nell’inferno ci saranno pianto e stridore di denti, stando a indicare angoscia e rabbia (Matteo 13:42). È un luogo “dove il verme loro non muore e il fuoco non si spegne” (Marco 9:48). Dio non si compiace della morte dei malvagi, ma desidera che si ravvedano delle loro vie malvagie affinché possano vivere (Ezechiele 33:11). Però Egli non ci costringerà a sottometterci; se scegliamo di respingerLo, Egli non ha altra scelta che darci quanto vogliamo: vivere senza di Lui.

La vita su questa terra è una prova: una preparazione a ciò che verrà. Per i credenti, questa è la vita eterna nell’immediata presenza di Dio. Pertanto, in che modo siamo resi giusti e messi in grado di ricevere questa vita eterna? Esiste solo un modo: attraverso la fede e la fiducia nel Figlio di Dio, Gesù Cristo. Gesù ha detto: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morirà mai” (Giovanni 11:25-26).

Il dono gratuito della vita eterna è a disposizione di tutti, ma esige che neghiamo a noi stessi alcuni piaceri mondani e che ci sacrifichiamo a Dio: “Chi crede nel Figlio ha vita eterna, chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui” (Giovanni 3:36). Dopo la morte, non ci sarà data l’opportunità di ravvederci dei nostri peccati, perché, una volta che vedremo Dio faccia a faccia, non potremo fare a meno di credere in Lui. Egli vuole che andiamo a Lui con fede e amore adesso. Se accettiamo la morte di Gesù Cristo come il pagamento per la nostra ribellione peccaminosa contro Dio, ci viene garantita non solo una vita significativa sulla terra, ma anche la vita eterna nella presenza di Cristo.

L’inferno è reale? 

Gli studi mostrano che più del 90% della popolazione mondiale crede in un "cielo", mentre meno del 50% in un inferno eterno. Secondo la Bibbia, l’inferno è senza la minima ombra di dubbio reale! Il castigo dei malvagi all’inferno è eterno come la beatitudine dei giusti in cielo. Il castigo dei malvagi defunti all’inferno è descritto da un capo all’altro della Scrittura come un "fuoco eterno" (Matteo 25:41), un "fuoco inestinguibile" (Matteo 3:12), una "vergogna e […] una eterna infamia" (Daniele 12:2), un luogo "dove il verme loro non muore e il fuoco non si spegne" (Marco 9:44-49), un luogo di "tormenti" e "fiamme" (Luca 16:23, 24), di "eterna rovina" (2 Tessalonicesi 1:9), un luogo di tormento con "fuoco e zolfo" dove "il fumo del loro tormento sale nei secoli dei secoli" (Apocalisse 14:10, 11) e uno "stagno di fuoco e di zolfo" dove i malvagi sono "tormentati giorno e notte, nei secoli dei secoli" (Apocalisse 20:10). Gesù stesso indica che la punizione all’inferno è eterna, non semplicemente un po’ di fumo e fiamme (Matteo 25:46).

I malvagi sono sottoposti per sempre alla furia e all’ira di Dio all’inferno. Essi soffrono consapevolmente vergogna, disprezzo e gli assalti di una coscienza accusatrice — insieme all’ira furente della Deità offesa — per tutta l’eternità. Perfino coloro che sono all’inferno riconosceranno la perfetta giustizia di Dio (Salmi 76:10). Coloro che si trovano nell’inferno vero e reale sapranno che il loro castigo è giusto e che la colpa è solo loro (Deuteronomio 32:3-5). Certo, l’inferno è reale. Certo, l’inferno è un luogo di tormento e di castigo che dura per tutta l’eternità, senza fine! Lode a Dio che, mediante Gesù, noi possiamo scampare a questo destino eterno (Giovanni 3:16, 18, 36)!

"In che modo l’inferno è una punizione giusta per il peccato?"

Alla base di questa domanda che turba molte persone, c’è un’incomprensione su tre questioni: la natura di Dio, la natura dell’uomo e la natura del peccato. Essendo uomini caduti e peccatori, ci è difficile comprendere completamente la natura di Dio. La nostra tendenza è di vedere Dio come un essere buono e misericordioso il cui amore per noi copre tutti i Suoi altri attributi. E’ certamente vero che Dio è amorevole, buono e misericordioso, ma Dio è in primo luogo un Dio santo e giusto. Egli è talmente santo che non può sopportare il peccato. Egli è un Dio la cui ira brucia contro i malvagi e i disobbedienti (Isaia 5:25; Osea 8:5; Zaccaria 10:3). Egli non è solo un Dio d’amore, ma è l’amore stesso! Tuttavia la Bibbia dice anche che Egli odia ogni sorta di peccato (Proverbi 6:16-19) e che, anche se Egli è misericordioso, c’è un limite alla sua misericordia: “Cercate il SIGNORE, mentre lo si può trovare; invocatelo, mentre è vicino. Lasci l'empio la sua via e l'uomo iniquo i suoi pensieri; si converta egli al SIGNORE che avrà pietà di lui, al nostro Dio che non si stanca di perdonare” (Isaia 55:6,7).

L’umanità è corrotta dal peccato e quel peccato è sempre diretto contro Dio. Quando Davide peccò di adulterio con Batseba e facendo uccidere Uria, egli pregò in un modo interessante: “Ho peccato contro te, contro te solo, ho fatto ciò ch'è male agli occhi tuoi” (Salmo 51:4). Ma se Davide aveva peccato contro Batseba ed Uria, perché afferma di aver peccato solo contro Dio? Davide comprese che tutto il peccato è, in ultima analisi, contro Dio. Il carattere santo, perfetto ed infinito di Dio viene offeso dal nostro peccato. Anche se, alle nostre menti limitate, sembra che il nostro peccato sia limitato nel tempo, per Dio, che è fuori dal tempo, il peccato che Egli odia dura per sempre. Il nostro peccato è eternamente di fronte a Lui e deve essere eternamente punito per poter soddisfare la Sua santa giustizia.

Nessuno comprende questo meglio di una persona che è nell’inferno. Un perfetto esempio lo troviamo nella storia del ricco e di Lazzaro. Entrambe questi uomini morirono, e il ricco andò all’inferno mentre Lazzaro andò in paradiso (Luca 16). Naturalmente, il ricco sapeva di aver commesso peccati soltanto durante il corso della sua vita. Ma è interessante che egli non obietta mai: “Ma come ho fatto a finire qui?” Quella domanda non viene mai posta nell’inferno. Egli non dice: “Ma mi merito veramente tutto ciò? Non è una punizione esagerata ed estrema?” L’unica cosa che chiede è di mandare qualcuno dai suoi fratelli che sono ancora in vita per avvertirli contro un simile destino.

Come l’uomo ricco, così ogni peccatore nell’inferno si rende conto di meritare il suo destino. Ogni peccatore nell’inferno ha una coscienza informata, acutamente consapevole e sensibile che lo tormenta. Questa è l’esperienza della tortura nell’inferno, ossia quando una persona diventa completamente consapevole del proprio peccato sotto l’accusa incessante della sua coscienza, senza neanche un momento di sollievo. La colpa prodotta dal peccato produce vergogna ed un odio di sé perpetuo. Il ricco sapeva che la punizione eterna per una vita di peccato era una conseguenza giustificata e meritata ed è per questo che non protestò dell’essere nell’inferno.

Le realtà della dannazione eterna, dell’inferno eterno e ella punizione eterna sono motivo di paura e di turbamento. Ma il fatto che siamo terrorizzati non è un male. Anche se ciò sembra un’affermazione dura, c’è una buona notizia. Dio ci ama (Giovanni 3:16) e vuole che siamo salvati dall’inferno (2 Pietro 3:9). Ma dato che Dio è anche giusto, Egli non può permettere che il peccato vada impunito. Qualcuno deve pagare. E nella Sua grande misericordia e nel Suo grande amore, Dio ha provveduto il Suo pagamento per i nostri peccati. Egli ha mandato il Suo Figlio Gesù Cristo a pagare il prezzo del nostro peccato morendo sulla croce per noi. La morte di Gesù è stata una morte infinita perché Egli è il Dio/uomo infinito che paga il nostro debito di peccato infinito, in modo che noi non dobbiamo più pagarlo con un’eternità nell’inferno (2 Corinzi 5:21). Se confessiamo i nostri peccati e mettiamo la nostra fede in Cristo, chiedendo a Dio di perdonarci sulla base del sacrificio di Cristo, allora saremo salvati, perdonati e ci verrà data la promessa della vita eterna in paradiso. Dio ci ha amati così tanto da provvedere un mezzo per la nostra salvezza, ma se rifiutiamo questo Suo dono di vita eterna, pagheremo le conseguenze eterne della nostra scelta.

"Esistono diversi livelli di punizione nell’inferno?"

L’idea che ci siano diversi livelli di punizione nell’inferno deriva dalla Divina Commedia, un’opera scritta da Dante Alighieri tra il 1308 ed il 1321, nella quale il poeta Romano Virgilio guida Dante in un viaggio attraverso i nove gironi dell’inferno. I cerchi sono concentrici, e rappresentano un graduale incremento di malvagità, culminando al centro della terra dove Satana stesso è tenuto prigioniero. In ogni girone i peccatori vengono puniti in base ai loro crimini. Ogni peccatore è afflitto per tutta l’eternità dal peccato principale che ha commesso. Secondo Dante, i gironi partono dal primo cerchi, dove si trovano le anime non battezzate e i pagani virtuosi, fino al centro dell’inferno che viene riservato a coloro che hanno commesso il peccato più grave di tutti, ossia il tradimento verso Dio.

Anche se non lo dice in modo esplicito, la Bibbia sembra indicare che esistono diversi livelli di punizione nell’inferno. In Apocalisse 20:11-15, le anime sono giudicate “in base alle loro opere che sono scritte nei libri” (Apocalisse 20:12). Tutte le persone presenti a questo giudizio, tuttavia, sono gettate nel lago di fuoco (Apocalisse 20:13-15). Quindi, forse lo scopo del giudizio è di determinare quanto sarò severa la punizione nell’inferno. In ogni caso, essere gettati in una parte leggermente meno calda dello stagno di fuoco non è una consolazione per coloro che vi sono condannati per l’eternità. Qualunque siano i gradi di punizione dell’inferno, è chiaro che è un posto da evitare.

Sfortunatamente, la Bibbia indica che la maggior parte delle persone finirà nell’inferno: “Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa. Stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano” (Matteo 7:13-14). La domanda che ci dobbiamo porre è “su quale via sono io”? I “molti” che sono sulla via larga hanno una cosa in comune: hanno rifiutato Cristo come unica via per il paradiso. Gesù ha detto “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6). Quando disse di essere l’unica via, stava dicendo sul serio. Chiunque segua un’altra “via”, che non sia Gesù Cristo, è sulla strada spaziosa che conduce alla predizione e, a prescindere dal fatto se ci saranno o meno diversi livelli di punizione nell’inferno, questo sarà un destino di sofferenza orribile, atroce, eterna e evitabile.

"Dove si trova l’inferno?"

Sono state presentate varie teorie sulla posizione dell’inferno. La posizione tradizionale sostiene che l’inferno si trovi al centro della Terra. Altri propongono che l’inferno si trovi in un buco nero nello spazio cosmico. Nell’Antico Testamento la parola tradotta come "inferno" è Sceol; nel Nuovo Testamento è Ades (che significa "invisibile") e Geenna ("la Valle di Hinnom"). Sceol viene anche tradotto come "fossa" e "tomba". Sia lo Sceol che l’Ades si riferiscono a una dimora temporanea dei morti prima del giudizio (Salmo 9:17; Apocalisse 1:18). Geenna si riferisce ad uno stato eterno di punizione per i malvagi deceduti (Marco 9:43).

L’idea che l’inferno sia sotto di noi, forse al centro della Terra, proviene da passaggi come Luca 10:15: “E tu, Capernaum, che sei stata innalzata fino al cielo, sarai abbassata fin nell’inferno." Inoltre, in 1 Samuele 28:13-15, la medium di Endor vede lo spirito di Samuele “che sale dalla terra”. Bisognerebbe notare, tuttavia, che nessuno di questi passaggi si preoccupa della localizzazione dell’inferno. Che Capernaum venga "abbassata" probabilmente è un riferimento all’essere condannati piuttosto che un luogo fisico. E la visione che la medium ebbe di Samuele era solo questo: una visione.

Nella versione King James della Bibbia, Efesini 4:9 dice che prima che Gesù ascendesse in cielo “era pure disceso nelle parti più basse della terra.” Alcuni cristiani considerano "le parti più basse della terra" come rifermento all’inferno, in cui Gesù avrebbe trascorso il tempo tra la Sua morte e la Sua resurrezione. Tuttavia, la versione New International della Bibbia fornisce una migliore traduzione: “prima era pure disceso quaggiù sulla terra.” Questo versetto dice semplicemente che Gesù venne sulla Terra, ed è un riferimento alla Sua incarnazione, non alla Sua posizione dopo la morte.

La nozione che l’inferno si trovi da qualche parte nello spazio cosmico, possibilmente in un buco nero, si basa sulla consapevolezza che i buchi neri sono luogo di estremo calore e pressione dai quali nulla, neppure la luce, può fuggire. Un’altra ipotesi è che la Terra stessa sarà il "lago di fuoco" del quale si parla in Apocalisse 20:10-15. Secondo questa teoria, quando la Terra verrà distrutta dal fuoco (2 Pietro 3:10; Apocalisse 21:1) Dio userà questa sfera ardente come luogo eterno di tormento per i malvagi. Ancora una volta si tratta solo di ipotesi.

In sintesi, la Scrittura non ci dice la posizione geologica (o cosmologica) dell’inferno. L’inferno è un luogo vero di tormento reale, ma non sappiamo dove si trovi. L’inferno potrebbe avere una posizione fisica in questo universo, o potrebbe trovarsi in una "dimensione" completamente differente. Qualunque sia il caso, l’ubicazione dell’inferno è molto meno importante del bisogno di evitare di andarci.

"Qual è la differenza tra lo Sceol, l’Ades, l’inferno, il lago di fuoco, il Paradiso e il seno di Abramo? Quali sono i diversi regni dei morti?"

I diversi termini usati nella Bibbia per indicare il Paradiso e l’inferno (Sceol, Ades, geenna, il lago di fuoco, il Paradiso, e il seno di Abramo) sono oggetto di molto dibattito e possono generare confusione.

La parola "Paradiso" viene usata come un sinonimo di "Cielo" (2 Corinzi 12:4; Apocalisse 2:7). Quando Gesù si trovava in punto di morte sulla croce ed uno dei ladroni crocifissi con Lui Gli chiese misericordia, Gesù rispose: "In verità ti dico: oggi tu sarai con me in Paradiso" (Luca 23:43). Gesù sapeva che la Sua morte era imminente e che presto sarebbe stato in Cielo con Suo Padre. Gesù parlò di Paradiso come sinonimo di "Cielo", e la parola è stata associata ad un luogo di grazia e delizia ideali.

Vi è un solo riferimento nella Bibbia al seno di Abramo, nella storia del ricco e di Lazzaro (Luca 16:19-31). Il termine era usato nel Talmud come sinonimo di "Cielo". L’immagine della storia è quella di Lazzaro che, al banchetto celeste, si mette comodo al tavolo e si appoggia sul petto di Abramo, così come Giovanni si appoggiò al petto di Gesù durante l’ultima cena. Ci sono delle differenze di opinione in merito a cosa rappresenti per l’esattezza esattamente il seno di Abramo. Quanti credono che la storia abbia luogo dopo la morte del Messia e la Sua resurrezione, vedono il seno di Abramo come un sinonimo del "Cielo. Quelli che credono che la storia abbia luogo prima della crocifissione vedono "il seno di Abramo" come un altro termine per definire il "Paradiso". L’ambientazione è davvero irrilevante ai fini della storia in sé, ovvero che gli uomini malvagi vedranno i giusti in uno stato di felicità e loro stessi nel tormento, e che tra di loro si trova un "grande baratro", che non potrà mai essere attraversato (Luca 16:26).

Nelle Scritture ebraiche la parola usata per descrivere il regno dei morti è Sceol. Essa significa semplicemente "luogo dei morti" o il "luogo delle anime/spiriti defunti". La parola greca usata nel Nuovo Testamento per "inferno" è Ades, che si riferisce anche al “luogo dei morti”. Anche la parola greca gehena viene usata nel Nuovo Testamento per "inferno" e deriva dalla parola ebraica hinnom. Altre Scritture nel Nuovo Testamento indicano che Sceol/Ades è un luogo temporaneo in cui vengono custodite le anime dei miscredenti mentre attendono la resurrezione e il giudizio finale del Grande Trono Bianco . Al contrario, le anime dei giusti si recano direttamente alla presenza di Dio (Cielo/Paradiso/seno di Abramo) alla loro morte (Luca 23:43; 2 Corinzi 5:8; Filippesi 1:23).

Il lago di fuoco, menzionato solo in Apocalisse 19:20 e 20:10, 14-15, è l’inferno finale, il luogo di tormento eterno per tutti i ribelli impenitenti, sia angelici che umani (Matteo 25:41). Viene descritto come un luogo di zolfo ardente, i cui residenti sperimentano un’agonia eterna, indicibile e inarrestabile. Coloro che hanno respinto Cristo e si trovano nella dimora temporanea dei morti nell’Ades/Sceol avranno come destinazione finale il lago di fuoco.

Ma coloro i cui nomi sono scritti nel libro della vita dell’Agnello non dovrebbero temere questo terribile destino. Grazie alla fede in Cristo e nel Suo sangue sparso sulla croce per i nostri peccati, siamo destinati a vivere eternamente alla presenza di Dio.

Satana è il signore dell’inferno? All’inferno Satana e i suoi demoni puniscono le persone?"

È opinione comune che Satana sia a capo dell’inferno e che lui e i suoi demoni vivano lì e usino i loro forconi per tormentare le anime in eterno. Questo concetto non ha alcuna base biblica. Infatti, Satana sarà uno dei tormentati nel lago di fuoco, non il tormentatore (Apocalisse 20:10).

Ma allora, da dove viene l’idea che Satana sia il capo dell’inferno, se non dalla Bibbia? L’origine di idee erronee potrebbe essere ricondotta al poema epico di Dante Alighieri, La Divina Commedia. Molte altre opere d’arte e opere letterarie, come il romanzo Inferno di Dan Brown, seguono l’esempio dantesco e dipingono Satana come colui che comanda l’inferno.

Il poema dantesco descrive la brutale discesa dei peccatori negli inferi. Dante viaggia attraverso diversi “livelli” dell’inferno e del purgatorio e alla fine arriva in paradiso. Il poema stesso era un amalgama di miti, idee cattoliche (come il purgatorio) e tradizioni islamiche sulla “notte dell’ascensione” (lailat al-miraj) di Maometto. La visione medievale dell’inferno di Dante è influenzata più dal Corano che dalla Bibbia.

La visione letteraria dantesca dell’inferno è raffigurata da Botticelli nel suo dipinto Mappa dell’Inferno come un imbuto sotterraneo di sofferenza – un misero paesaggio sotterraneo di fuoco, zolfo, liquame e mostri, con Satana stesso in attesa al suo centro. Tutto questo è molto inquietante ed efficace come opera d’arte, ma si basa sull’immaginazione degli uomini, non sulla Parola di Dio.

Satana non è il sovrano dell’inferno. È Dio che comanda. Gesù dice: “«Or dico a voi, amici miei, non temete coloro che uccidono il corpo, ma dopo questo non possono far niente di più. ...Temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geenna” (Luca 12:4-5). Gesù qui si riferisce a Dio. Solo Lui ha il potere di gettare qualcuno all’inferno. Chi detiene le chiavi della morte e dell’inferno? Gesù ha il controllo assoluto su quel dominio (Apocalisse 1:18). Gesù assicura a tutti i credenti che nemmeno le porte dell’Ade prevarranno sulla Sua Chiesa (Matteo 16:18).

Il lago di fuoco, menzionato solo in Apocalisse 19:20 e 20:10, 14-15, è il luogo definitivo di punizione per tutti i ribelli impenitenti, sia angelici che umani (Matteo 25:41). La punizione universale per tutti coloro che rifiutano Gesù Cristo come Salvatore è di essere “gettato nello stagno di fuoco” (Apocalisse 20:15). La Bibbia parla dell’inferno come di un luogo di “tenebre di fuori” dove ci sarà “pianto e lo stridor di denti” (Matteo 8:12; 22:13). Coloro i cui nomi sono scritti nel libro della vita dell’Agnello non devono temere questo terribile destino. Per fede in Cristo e nel Suo sangue versato, siamo destinati a vivere eternamente alla presenza di Dio.

Satana non comanda l’inferno e non guida i suoi demoni nel tormentare coloro che vi sono rinchiusi. In realtà, la Bibbia non dice che Satana sia già stato all’inferno. Piuttosto, il “fuoco eterno” attende Satana; il luogo fu originariamente creato per punire Satana e i demoni (Matteo 25:41), non per dare loro un regno da governare.

Finché Satana non sarà condannato e gettato per sempre nell’abisso, trascorrerà il tempo tra il cielo (Giobbe 1:6-12) e la terra (1Pietro 5:8). Non avrà sempre libertà di movimento, e lo sa. “Ma guai a voi, abitanti della terra e del mare, perché il diavolo è sceso a voi con grande ira, sapendo di aver poco tempo” (Apocalisse 12:12).

Come posso non andare all'inferno?

Non andare all’inferno è più facile di ciò che pensi. Alcune persone credono che devono obbedire ai dieci comandamenti per tutta la vita per evitare l’inferno. Altre persone credono che devono osservare certi riti e funzioni per non andare all’inferno. Altre ancora credono che non c’è modo di essere sicuri di non finire all’inferno. Ma nessuna di queste opinioni è esatta. La Bibbia rende molto chiaro come si può evitare di andare all’inferno dopo la morte.

La Bibbia descrive l’inferno come un posto terrificante e orribile. L’inferno è descritto come “il fuoco eterno” (Matteo 25:41), “un fuoco inestinguibile” (Matteo 3:12), “una eterna infamia” (Daniele 12:2), un posto dove “il fuoco non si spegne mai” (Marco 9:44-49) e una “distruzione eterna” (2 Tessalonicesi 1:9). Apocalisse 20:10 descrive l’inferno come uno “stagno di fuoco e di zolfo” dove i malvagi sono “tormentati giorno e notte, nei secoli dei secoli” (Apocalisse 20:10). Ovviamente, l’inferno è un luogo che tutti vorremmo evitare.

Perché dunque esiste l’inferno, e perché Dio ci manda alcune persone? La Bibbia ci dice che Dio “ha preparato” l’inferno per il diavolo e per gli angeli caduti dopo la loro ribellione contro di Lui (Matteo 25:41). Coloro che rifiutano il perdono di Dio subiranno lo stesso destino eterno del diavolo e degli angeli caduti. Perché l’inferno è necessario? Ogni peccato, in ultima analisi, è contro Dio (Salmo 51:4) e dato che Dio è un essere eterno ed infinito, l’unica pena sufficiente è una pena eterna e infinita. L’inferno è il posto dove vengono attuate le misure corrispondenti alla santità e alla giustizia di Dio. L’inferno è dove Dio condanna il peccato e tutti coloro che Lo rifiutano. La Bibbia rende chiaro che tutti abbiamo peccato (Ecclesiaste 7:20; Romani 3:10-23) e che, come conseguenza, tutti meritiamo di andare all’inferno.

Cosa dobbiamo dunque fare per non andare all’inferno? Dato che l’unico pagamento sufficiente è di natura infinita e eterna, così è necessario che venga pagato un prezzo eterno ed infinito. Dio è diventato un essere umano nella persona di Gesù Cristo. In Gesù Cristo Dio è vissuto tra di noi, ci ha insegnato tante cose e ci ha guarito; ma quelle cose non erano la sua missione finale. Dio è diventato un essere umano (Giovanni 1:1,14) in modo da poter morire per noi. Gesù, Dio in forma umana, è morto sulla croce. Essendo Dio, la Sua morte ebbe un valore eterno ed infinito, e ha dunque pagato il prezzo completo per il peccato (1 Giovanni 2:2). Dio ci invita a ricevere Gesù Cristo come Salvatore, accettando la Sua morte come il pagamento pieno e giusto per i nostri peccati. Dio promette che chiunque crede in Gesù (Giovanni 3:16) e mette la sua fiducia esclusiva in Lui come Salvatore (Giovanni 14:6), sarà salvato e non andrà all’inferno.

Dio non vuole che nessuno vada all’inferno (2 Pietro 3:9). Ecco perché Dio ha compiuto il sacrificio finale, perfetto e sufficiente per noi. Se non vuoi andare all’inferno, ricevi Gesù come tuo Salvatore. E’ semplice. Di’ a Dio che ti riconosci un peccatore e che meriti di andare all’inferno. Dichiara a Dio che metti la tua fiducia in Gesù Cristo come tuo Salvatore. Ringrazia Dio che ha provveduto per la tua salvezza e per la liberazione dall’inferno. La fede semplice e la fiducia in Gesù Cristo come Salvatore sono il modo di non andare all’inferno.




 

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