San Pietro fu il primo papa?
La Chiesa Cattolica Romana considera Pietro il primo papa su cui Dio aveva scelto di edificare la Sua chiesa (Matteo 16:18). Essa sostiene che egli ebbe l’autorità (il primato) sugli altri apostoli. La Chiesa Cattolica Romana sostiene che, qualche tempo dopo gli avvenimenti riportati nel libro degli Atti, l’apostolo Pietro divenne il primo vescovo di Roma, e che il vescovo romano fu accettato dalla chiesa primitiva come l’autorità centrale fra tutte le altre chiese. Essa insegna che Dio trasferì l’autorità apostolica di Pietro a coloro che, successivamente, occuparono il suo posto come vescovo di Roma. Questo insegnamento secondo cui Dio trasferì l’autorità apostolica di Pietro ai vescovi successivi è definita “successione apostolica”.
La Chiesa Cattolica Romana sostiene anche che Pietro e i papi successivi furono e sono infallibili quando affrontano le questioni “ex cathedra”, cioè dalla loro posizione di autorità papale. Essa insegna che questa infallibilità dà al papa la capacità di guidare la chiesa senza errori. La Chiesa Cattolica Romana afferma di riuscire a risalire, secondo una linea ininterrotta di papi, sin a San Pietro, citando questo passo per dimostrare che essa è la vera chiesa, poiché, secondo la sua interpretazione di Matteo 16:18, Cristo edificò la Sua chiesa su Pietro.
Però, sebbene Pietro sia stato centrale nella prima diffusione del Vangelo (questa è una parte del significato dietro Matteo 16:18-19), l’insegnamento della Scrittura, presa nel contesto, non dichiara mai che egli avesse autorità sugli altri apostoli o sulla Chiesa (avendone il primato). Si vedano Atti 15:1-23; Galati 2:1-14 e 1 Pietro 5:1-5. Né è mai insegnato nella Scrittura che il vescovo di Roma, o nessun altro vescovo, dovesse avere il primato sulla Chiesa. La Scrittura non dice nemmeno esplicitamente che Pietro sia mai stato a Roma. Invece, esiste solo un riferimento nella Scrittura di Pietro che scrive da “Babilonia”, un nome applicato talvolta a Roma (1Pietro 5:13). Prima di questo e dell’ascesa storica dell’influenza del vescovo di Roma, viene l’insegnamento della Chiesa Cattolica Romana sul primato del vescovo di Roma. Tuttavia, la Scrittura mostra che l’autorità di Pietro era condivisa dagli altri apostoli (Efesini 2:19-20) e che l’autorità di “legare e sciogliere” attribuitagli era condivisa similmente dalle chiese locali, non appena dai loro conduttori (Matteo 18:15-19; 1 Corinzi 5:1-13; 2 Corinzi 13:10; Tito 2:15; 3:10-11).
Inoltre, la Scrittura non afferma mai che, per preservare la chiesa dall’errore, l’autorità degli apostoli fosse stata tramandata a coloro che essi ordinarono (la successione apostolica). La successione apostolica è “letta in” questi versetti che la Chiesa Cattolica Romana utilizza per sostenere questa dottrina (2Timoteo 2:2; 4:2-5; Tito 1:5; 2:1; 2:15; 1Timoteo 5:19-22).
Paolo NON chiede ai credenti di varie chiese di ricevere Tito, Timoteo e altri conduttori ecclesiali in base alla loro autorità di vescovi o alla loro autorità apostolica, ma piuttosto in base al fatto che essi erano suoi collaboratori (1 Corinzi 16:10; 16:16; 2 Corinzi 8:23).
Quello che la Scrittura DAVVERO insegna è che sarebbero sorti falsi insegnamenti perfino tra i conduttori ecclesiali, e che i cristiani avrebbero dovuto confrontare gli insegnamenti di questi successivi conduttori ecclesiali con la Scrittura, la quale è l’unica a essere infallibile (Matteo 5:18; Salmi 19:7-8; 119:160; Proverbi 30:5; Giovanni 17:17; 2 Pietro 1:19-21). La Bibbia non insegna che gli apostoli fossero infallibili, a prescindere da quanto fu scritto da loro e incorporato nella Scrittura. Paolo, parlando ai conduttori ecclesiali nella grande chiesa di Efeso, avverte della venuta di falsi insegnanti e di combattere contro tali errori, ma NON li affida agli “apostoli e a coloro che avrebbero portato avanti la loro autorità”, ma piuttosto “a Dio e alla Parola della sua grazia...” (Atti 20:28-32). Era la Scrittura a dover essere considerata l’infallibile asta di misurazione per l’insegnamento e la pratica (2 Timoteo 3:16-17), non i successori apostolici. È esaminando le Scritture che gli insegnamenti mostrano di essere veri o falsi (Atti 17:10-12).
Pietro fu il primo papa? La risposta, secondo la Scrittura, è un chiaro e sonoro no. Pietro non rivendica mai la supremazia sugli altri apostoli. Mai nei suoi scritti (1 e 2 Pietro) l’apostolo rivendicò un qualche ruolo, autorità o potere speciale sulla chiesa. Mai nella Scrittura Pietro, o qualunque altro apostolo, afferma che la propria autorità apostolica sarebbe stata trasmessa ai successori. Certo, l’apostolo Pietro aveva un ruolo di guida fra i discepoli.
Certo, Pietro svolse un ruolo cruciale nella diffusione iniziale del Vangelo (Atti 1-10). Certo, Pietro fu la “roccia” che Cristo predisse che sarebbe stato (Matteo 16:18). Tuttavia, queste verità su Pietro non appoggiano in alcun modo il concetto secondo cui Pietro fosse il primo papa o che egli fosse la “guida suprema” sugli apostoli, oppure che la sua autorità sarebbe stata trasmessa ai vescovi di Roma. È Pietro stesso a indicare a noi tutti il Pastore e Vescovo della chiesa, il Signore Gesù Cristo (1Pietro 2:25, Riveduta).
L’insegnamento della Chiesa Cattolica Romana riguardo al papa (“papa” significa “padre”) è fondato su alcuni insegnamenti cattolico-romani che comprendono i seguenti:
1) Cristo fece di Pietro il capo degli apostoli e della chiesa (Matteo 16:18-19). Dando a Pietro le “chiavi del regno”, Cristo non solo ne fece il capo, ma lo rese anche infallibile per agire o parlare da rappresentante di Cristo sulla terra (parlando dalla sua posizione di autorità o “ex cathedra”). Questa capacità di agire per conto della chiesa in modo infallibile nel parlare “ex cathedra” fu trasmessa ai successori di Pietro, dando così alla Chiesa una guida infallibile sulla terra. Lo scopo del papato è di guidare la Chiesa in modo infallibile.
2) Successivamente, Pietro divenne il primo vescovo di Roma. In quanto tale, egli esercitò autorità su tutti gli altri vescovi e conduttori ecclesiali. L’insegnamento secondo cui il vescovo di Roma è al di sopra di tutti gli altri vescovi quanto ad autorità è noto come il “primato” del vescovo romano.
3) Pietro trasmise la sua autorità apostolica al successivo vescovo di Roma, insieme agli altri apostoli che trasmisero la propria autorità apostolica ai vescovi da loro ordinati. Questi ultimi, a loro volta, trasmisero la loro autorità apostolica a quei vescovi che ordinarono successivamente e così via. Questa “trasmissione dell’autorità apostolica” è nota come “successione apostolica”.
4) In base alla rivendicazione cattolico-romana di una catena ininterrotta di vescovi romani, i cattolici insegnano che la Chiesa Cattolica Romana è la vera chiesa e che tutte le chiese che non accettano il primate del papa si sono separate dall’unica vera chiesa delle origini.
Avendo passato brevemente in rassegna alcuni insegnamenti della Chiesa Cattolica Romana riguardo al papato, bisogna chiedersi se tali insegnamenti siano in armonia con la Scrittura. La Chiesa Cattolica Romana considera il papato e l’insegnamento autorevole e infallibile della “madre Chiesa” necessari per guidare la Chiesa, e utilizza questo come un ragionamento logico per cui Dio li ha provveduti. Però, esaminando la Scrittura scoprirai quanto segue:
1) Sebbene Pietro sia stato centrale nella diffusione iniziale del Vangelo (questo è parte del significato dietro Matteo 16:18-19), l’insegnamento della Scrittura, preso nel suo contesto, non dichiara mai che egli avesse autorità sugli altri apostoli o sull’intera Chiesa (Atti 15:1-23; Galati 2:1-14; 1 Pietro 5:1-5). Né è mai insegnato che il vescovo di Roma dovesse avere il primato sulla Chiesa. Piuttosto, esiste un solo riferimento nella Scrittura di Pietro che scrive da “Babilonia”, un nome applicato talvolta a Roma, e che troviamo in 1Pietro 5:13. È anzitutto in base a questo, e all’ascesa storica dell’influsso del vescovo di Roma (dovuto al sostegno di Costantino e degli imperatori romani dopo di lui), che deriva l’insegnamento cattolico-romano del primato del vescovo di Roma. Tuttavia, la Scrittura mostra che l’autorità di Pietro era condivisa dagli altri apostoli (Efesini 2:19-20) e che l’autorità di “legare e sciogliere” attribuita a lui era parimenti condivisa dalle chiese locali, non solo dai loro conduttori (Matteo 18:15-19; 1 Corinzi 5:1-13; 2 Corinzi 13:10; Tito 2:15; 3:10-11).
2) La Scrittura non afferma mai che per preservare la chiesa dall’errore, l’autorità degli apostoli sarebbe stata trasmessa a coloro che essi avessero ordinati (secondo l’insegnamento cattolico-romano della "successione apostolica"). La successione apostolica è “letta in” quei versetti che la Chiesa Cattolica Romana usa per avallare questa dottrina (2Timoteo 2:2; 4:2-5; Tito 1:5; 2:1; 2:15; 1Timoteo 5:19-22). Quello che la Scrittura DAVVERO insegna è che i falsi insegnamenti sarebbero sorti persino tra i conduttori ecclesiali riconosciuti e che i cristiani avrebbero dovuto confrontare gli insegnamenti di questi successivi conduttori ecclesiali con la Scrittura, la quale è la sola ad essere indicata nella Bibbia come infallibile. La Bibbia non insegna che gli apostoli fossero infallibili, a prescindere da quanto fu scritto da loro e incorporato nella Scrittura (2Timoteo 3:16; 2Pietro 1:18-21). Paolo, parlando ai conduttori ecclesiali della città di Efeso, mette in guardia rispetto alla venuta di falsi insegnanti, e per combattere contro i loro errori NON li affida “agli apostoli e a coloro che avrebbero portato avanti la loro autorità”, quanto piuttosto “a Dio e alla Parola della sua grazia...” (Atti 20:28-32).
Ancora una volta, la Bibbia insegna che è la Scrittura a dover essere usata come asta di misurazione per discernere la verità dall’errore. In Galati 1:8-9, Paolo afferma che non è CHI insegna, ma QUANTO viene insegnato a dover essere usato per discernere la verità dall’errore. E sebbene la Chiesa Cattolica Romana continui a lanciare anatemi contro che rifiuta l’autorità del papa, la Scrittura riserva tali anatemi per coloro che insegnano un Vangelo diverso da quello che è già stato dato ed è documentato nel Nuovo Testamento (Galati 1:8-9).
3) Benché la Chiesa Cattolica Romana consideri la successione apostolica e il magistero infallibile della chiesa come logicamente necessari affinché Dio guidi infallibilmente la Chiesa, la Scrittura afferma che Dio ha provveduto alla Sua chiesa mediante:
(a) la Scrittura infallibile (Atti 20:32; 2Timoteo 3:15-17; Matteo 5:18; Giovanni 10:35; Atti 17:10-12; Isaia 8:20; 40:8, ecc.). Nota che Pietro parla degli scritti di Paolo facendoli rientrare nella stessa categoria del resto della Scrittura (2Pietro 3:16);
(b) l’eterno sommo sacerdozio di Cristo in cielo (Ebrei 7:22-28);
(c) il dono dello Spirito Santo che ha guidato gli apostoli dopo la morte di Cristo (Giovanni 16:12-14), che dota i credenti per l’opera del ministero, incluso con il dono dell’insegnamento (Romani 12:3-8; Efesini 4:11-16), e che utilizza la Parola scritta come Suo strumento principale (Ebrei 4:12; Efesini 6:17).
Sebbene vi siano stati (umanamente parlando) uomini apparentemente buoni e morali a svolgere il compito di papa della Chiesa Cattolica Romana, inclusi papa Giovanni Paolo II e papa Benedetto XVI, l’insegnamento cattolico-romano riguardo all’ufficio del papa dovrebbe essere respinto perché non è “in continuità” con gli insegnamenti della chiesa delle origini riportati nel Nuovo Testamento. Questo confronto di qualunque insegnamento della chiesa è essenziale, altrimenti potremmo perdere l’insegnamento del Nuovo Testamento sul Vangelo, non perdendo solo noi stessi la vita eterna in cielo, ma conducendo involontariamente gli altri lungo il sentiero sbagliato (Galati 1:8-9).
La Chiesa Cattolica Romana sostiene che la sua origine sia nella morte, risurrezione e ascensione di Gesù Cristo avvenute approssimativamente nel 30 d.C. La Chiesa Cattolica proclama di essere la Chiesa per cui morì Gesù, la Chiesa che fu istituita ed edificata dagli apostoli. È questa la vera origine della Chiesa Cattolica? Al contrario. Persino una lettura veloce del Nuovo Testamento rivelerà che la Chiesa Cattolica non ha origine negli insegnamenti di Gesù o dei Suoi apostoli. Nel Nuovo Testamento, non si accenna affatto al papa, al culto/adorazione di Maria (o alla sua immacolata concezione, alla sua verginità perpetua, alla sua assunzione o al suo essere corredentrice e mediatrice), al chiedere ai santi in cielo le loro preghiere, alla successione apostolica, agli ordinamenti della chiesa che fungono da sacramenti, al battesimo dei bambini, alla confessione dei peccati a un sacerdote, al purgatorio, alle indulgenze o all’eguale autorità della tradizione ecclesiastica e della Scrittura. Pertanto, se l’origine della Chiesa Cattolica non è negli insegnamenti di Gesù e dei Suoi apostoli, per come li troviamo nel Nuovo Testamento, qual è la vera origine della Chiesa Cattolica?
Per i primi 280 anni di storia cristiana, il Cristianesimo fu proibito dall’Impero Romano e i cristiani furono terribilmente perseguitati. Tutto questo cambiò dopo la “conversione” dell’imperatore romano Costantino, il quale “legalizzò” il Cristianesimo con l’Editto di Milano nel 313 d.C. Successivamente, nel 325 d.C., Costantino convocò il Concilio di Nicea nel tentativo di unificare il Cristianesimo. Costantino immaginava che il Cristianesimo fosse una religione che potesse unire l’Impero Romano, che a quel tempo stava cominciando a frammentarsi e a dividersi. Sebbene questo potesse sembrare uno sviluppo positivo per la Chiesa cristiana, i risultati furono tutt’altro che positivi. Così come Costantino rifiutò di abbracciare pienamente la fede cristiana, ma conservò molte sue credenze e pratiche pagane, così la Chiesa cristiana che promosse Costantino fu una miscela di autentico Cristianesimo e paganesimo romano.
Costantino capì che dal momento che l’Impero Romano era così vasto, esteso e variegato, non tutti avrebbero accettato di rinunciare alle proprie credenze religiose per abbracciare, invece, il Cristianesimo. Pertanto, Costantino permise, e perfino promosse, la “cristianizzazione” delle credenze pagane. A credenze completamente pagane e del tutto antiscritturali vennero date nuove identità “cristiane”. Alcuni chiari esempi di questo sono i seguenti:
(1) Il culto di Iside, una religione egizia basata sulla dèa-madre, fu assorbito nel Cristianesimo sostituendo Iside con Maria. Molti dei titoli impiegati per Iside come “Regina del cielo”, “Madre di Dio” e “Theotokos” (“portatrice di Dio”) furono assegnati a Maria. Maria ricevette un ruolo di primo piano nella fede cristiana, ben al di là di quello che le assegna la Bibbia, allo scopo di attrarre gli adoratori di Iside alla fede che, altrimenti, non avrebbero abbracciata. Molti templi di Iside furono, di fatto, convertiti in templi dedicati a Maria. I primi chiari accenni di mariologia cattolica compaiono negli scritti di Origene, il quale visse ad Alessandria, in Egitto, che non a caso era il centro principale del culto di Iside.
(2) Il mitraismo era una religione dell’Impero Romano fra il I e il V sec. d.C. Era molto popolare fra i Romani, specialmente fra i soldati romani, e fu probabilmente la religione di parecchi imperatori romani. Anche se al mitraismo non fu dato mai “ufficialità” nell’Impero Romano, esso fu de facto la religione ufficiale fino a Costantino, e i successivi imperatori romani sostituirono il mitraismo con il Cristianesimo. Uno degli aspetti fondamentali del mitraismo era un pasto sacrificale che comprendeva il fatto di mangiare la carne e bere il sangue di un toro. Mitra, il dio del mitraismo, era “presente” nella carne e nel sangue del toro e veniva mangiato in modo da accordare la salvezza a coloro che condividevano il pasto sacrificale (la cosiddetta “teofagia”, ossia “mangiare il proprio dio”). Mitra aveva anche sette “sacramenti”, così da rendere le somiglianze fra il mitraismo e il Cattolicesimo romano troppo numerose per essere ignorate. Costantino e i suoi successori trovarono un facile sostituto per il pasto sacrificale del mitraismo nel concetto della Cena del Signore o Comunione cristiana. Purtroppo, alcuni primi cristiani avevano già cominciato a legare un significato mistico alla Cena del Signore, rifiutando il concetto biblico di una semplice e devota commemorazione della morte di Cristo e del Suo sangue versato. La romanizzazione della Cena del Signore completò la transizione a una consumazione sacrificale di Gesù Cristo, nota adesso come la messa cattolica o l’Eucaristia.
(3) La maggior parte degli imperatori (e dei cittadini) romani era enoteisti. Un enoteista crede nell’esistenza d molti dèi, ma si concentra anzitutto su un dio in particolare, oppure lo considera supremo sugli altri dèi. Ad esempio, il dio romano Giove era supremo sul pantheon romano degli dèi. I marinai romani erano spesso adoratori di Nettuno, il dio degli oceani. Quando la Chiesa Cattolica assorbì il paganesimo romano, sostituì semplicemente il pantheon degli dèi con i santi. Così come il pantheon degli dèi aveva un dio dell’amore, un dio della pace, un dio della guerra, un dio della forza, un dio della sapienza, ecc., così la Chiesa Cattolica ha un santo che è “incaricato” di ciascuna di queste cose e di molte altre categorie. Così come molte città romane aveva un dio specifico, così la Chiesa Cattolica fornì dei “santi patroni” alle città.
(4) La supremazia del vescovo romano (il papato) fu creata con il sostegno degli imperatori romani. Dato che la città di Roma era il centro governativo dell’Impero Romano e che gli imperatori romani vivevano a Roma, la città di Roma salì alla ribalta in tutti gli aspetti della vita. Costantino, e i suoi successori, diedero il loro appoggio affinché il vescovo di Roma diventasse il capo supremo della Chiesa. Naturalmente, la cosa migliore da fare per l’unità dell’Impero Romano era che il governo e la religione di Stato fossero accentrati nello stesso posto. Anche se la maggior parte degli altri vescovi (e degli altri cristiani) si oppose all’idea che il vescovo romano fosse supremo, alla fine questi ottenne la supremazia, grazie al potere e all’influsso degli imperatori romani. Quando cadde l’Impero Romano, i papi assunsero il titolo che precedentemente era spettato agli imperatori romani: quello di pontifex maximus.
Si potrebbero fornire molti altri esempi. Questi quattro dovrebbero bastare per mostrare la vera origine della Chiesa Cattolica. Naturalmente la Chiesa Cattolica Romana nega l’origine pagana delle sue credenze e pratiche. La Chiesa Cattolica camuffa le sue credenze pagane sotto le mentite spoglie di una teologia complessa. La Chiesa Cattolica giustifica e rinnega la sua origine pagana dietro la maschera della “tradizione ecclesiastica”. Nel riconoscere che molte delle sue credenze e pratiche sono completamente estranee alla Scrittura, la Chiesa Cattolica è costretta a negare l’autorità e la sufficienza della Scrittura.
L’origine della Chiesa Cattolica sta nel tragico compromesso del Cristianesimo con le religioni pagane che lo circondavano. Anziché annunciare il Vangelo e convertire i pagani, la Chiesa Cattolica “cristianizzò” le religioni pagane e “paganizzò” il Cristianesimo. Sfocando le differenze e cancellando le distinzioni, certo, la Chiesa Cattolica si rese attraente ai popoli dell’Impero Romano. Un risultato fu che la Chiesa Cattolica divenne la religione suprema del “mondo romano” per secoli. Tuttavia, un altro risultato fu la forma più prevalente di Cristianesimo che aveva apostatato dal vero Vangelo di Gesù Cristo e dall’autentica predicazione della Parola di Dio.
2 Timoteo 4:3-4 dichiara: “Infatti verrà il tempo che non sopporteranno più la sana dottrina, ma, per prurito di udire, si cercheranno maestri in gran numero secondo le proprie voglie, e distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno alle favole”.
È vero il diavolo sta offuscando tutte le menti degli uomini lontani da Dio.
“Il dio di questo mondo ha accecato le menti, affinché non risplenda loro la luce del vangelo della gloria di Cristo” (2 Corinzi 4:4). Non parla soltanto in modo falso. Egli nasconde ciò che è vero. Non vuole farci vedere il tesoro del vangelo. Ci permette di vederne i fatti, persino le prove, ma non la preziosità.
L' ARMA PIÙ POTENTE CONTRO SATANA È LA PREGHIERA.
Il Nuovo Testamento pone l’accento sulla preghiera come strumento che accompagna ogni battaglia. “Prendete . . . l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio; pregate in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica” (Efesini 6:17–18).
“Non fatevi ingannare da Satana. Dio vede dietro le linee nemiche e ci dice tutto quello che dobbiamo sapere per non ignorare le sue macchinazioni”.
Mentre la fine dell’età presente si avvicina, e Satana infuria, Gesù ci chiama alla preghiera da tempo di guerra: “Vegliate dunque, pregando in ogni momento, affinché siate in grado di scampare a tutte queste cose che stanno per venire, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo” (Luca 21:36). Anche Pietro fa un appello urgente alla preghiera da ultimi tempi: “La fine di tutte le cose è vicina; siate dunque moderati e sobri per dedicarvi alla preghiera” (1 Pietro 4:7).
Anche Gesù ha combattuto per noi contro il diavolo con l’arma della preghiera. Egli disse a Pietro in Luca 22:31–32: “Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno”. Gesù ci illustra l’opposizione a una specifica minaccia satanica mediante la preghiera.
E, naturalmente, Gesù ci ha insegnato a fare della preghiera un’arma quotidiana per la protezione in generale: “Non ci esporre alla tentazione, ma liberaci dal maligno” (Matteo 6:13). Ossia, liberaci dalle tentazioni del maligno che hanno successo.
Combatti le macchinazioni del diavolo con la potenza della preghiera mirata e risoluta?
NESSUN TERRENO NEUTRALE
La domanda non è se vuoi essere coinvolto in questa guerra. Tutti lo sono. O sei sconfitto dal diavolo seguendo “il principe della potenza dell’aria” (Efesini 2:2) come un bue condotto al macello, o gli stai resistendo. “Resistetegli, stando fermi nella fede” (1 Pietro 5:9).
Non c’è nessun terreno neutrale. O trionfi “per mezzo del sangue dell’Agnello e della parola della tua testimonianza”, o sarai ridotto in schiavitù da Satana. Perciò, “sopporta anche tu le sofferenze, come un buon soldato di Cristo Gesù” (2 Timoteo 2:3), e “combatti la buona battaglia” (1 Timoteo 1:18). Non cessare di pregare!
Il Signore Gesù non è meno guerriero oggi di quanto lo fosse nei giorni antichi. Ti esorto di nuovo: Offriti a lui come soldato volontario del Principe di Pace e impara a dire: “Egli addestra le mie mani alla battaglia” (Salmo 144:1).
CI ATTACCA QUANDO SIAMO PIÙ VULNERABILI (CI SIAMO ALLONTANATI DALLA VERA FEDE O SIAMO LONTANI DALLA FEDE)
Il nostro nemico non dorme, lui va cercando i nostri punti deboli per attaccarci. I vizi, i peccati della carne, ognuno ha delle debolezze che possiamo toglierci solo se viviamo pienamente nello Spirito Santo; altrimenti i giganti come Golia ritornano a seminare il panico. Ricordiamoci che il Re Davide non sconfisse solo Golia, ma, vent’anni dopo anche il fratello Lami e sconfisse anche altri giganti (1 Cronache 20:5). Non pensiamo che una vittoria sul peccato ci libera da esso. Le nostre vecchie abitudini ricompare quando si torna a vivere carnalmente, ed all’allora che diventiamo vulnerabili e pecchiamo.
I LEONI SOLITAMENTE ATTACCANO GLI ANIMALI FERITI, GIOVANI, SOLITARI E DISAVVEDUTI.
"I momenti preferiti dal diavolo per attaccarci sono quando affrontiamo sofferenze e persecuzioni. Quando ci sentiamo soli, deboli, abbandonati, preoccupati per certi problemi fino al punto che dimentichiamo di stare allerta per il pericolo di Satana, allora egli ci attacca per distruggerci."
Il fatto che Satana va in giro come un leone ruggente non significa che Dio non sta a nostro favore per difenderci. A volte Dio stesso si usa di Satana (leggi il libro di Giobbe e capirai) per modellarci.
"Benedite quelli che vi perseguitano. Benedite e non maledite. Rallegratevi con quelli che sono allegri; piangete con quelli che piangono. Abbiate tra di voi un medesimo sentimento. Non aspirate alle cose alte, ma lasciatevi attrarre dalle umili. Non vi stimate saggi da voi stessi.
Non rendete a nessuno male per male. Impegnatevi a fare il bene davanti a tutti gli uomini. Se è possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini. Non fate le vostre vendette, miei cari, ma cedete il posto all'ira di Dio; poiché sta scritto: «A me la vendetta; io darò la retribuzione», dice il Signore. Anzi, «se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere; poiché, facendo così, tu radunerai dei carboni accesi sul suo capo». Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene."
Romani 12:14-21
Vedi il video "il lato oscuro di Giovanni Paolo II"
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