NOSTRA SIGNORA DI KIBEHO 🌹 ( festa; 28 novembre)
Le visioni del veggente di Kibeho
che annunciano il ritorno di Cristo
La località di Kibeho, in Ruanda, non è nota solo per le apparizioni mariane (ufficialmente riconosciute dalla Chiesa)
Ebbe una serie di visioni di Cristo, di cui non aveva mai sentito parlare, Emmanuel Segatashya, un pastorello nato nel Ruanda nel 1967 e cresciuto nel paganesimo tribale.
La guerra civile...
Le visioni e le profezie – è bene sottolinearlo – risalgono agli anni che hanno preceduto la terribile guerra fratricida che ha sconvolto e devastato il Paese africano, con lotte razziali che lo hanno devastato e che hanno portato allo sterminio tra le tribù.
Kibeho è nota per le apparizioni mariane. Ma uno dei veggenti sostiene di aver avuto anche visioni di Cristo. E ha riportato i suoi messaggi rivolti a tutta l’umanità.
La prima apparizione....
A tre mesi di distanza dalla prima visione avvenuta il 2 luglio 1982, il 2 ottobre di quell’anno Emmanuel salì sul podio eretto nel cortile della scuola della città di Kibeho, dove alcune ragazze in estasi avevano da qualche tempo delle apparizioni della Vergine (che poi ebbe anche Emmanuel, di pari passo a quelle di Cristo).
Il coraggio di Emmanuel...
Era la prima volta che Emmanuel si trovava di fronte a un pubblico. Ma non ne era intimidito: il coraggio gli veniva dal fatto che sentiva di dover dire alla gente qualcosa di speciale, di dover comunicare al mondo un messaggio soprannaturale e profetico.
La folla aumenta....
In quel momento, nel cortile, c’erano alcune centinaia di persone. Fu regolato il microfono in modo da abbassarlo, portandolo all’altezza del piccolo Segatashya. Infatti, lui voleva che tutti udissero la sua voce. E via via che parlava le persone da duecento divennero più di duemila.
Il ritorno di Cristo...
Il ragazzo annunciava il ritorno di Cristo sulla terra e si esprimeva con le stesse parole e i medesimi accenti con cui il Cristo si era rivolto a lui:
“Voi riconoscerete il momento del mio ritorno quando vedrete scoppiare le guerre di religione. Quando vedrete questo, sappiate che io sono in cammino. Niente potrà fermare quelle guerre. Sono tempi, quelli immediatamente a venire, nei quali ciascuno dovrà portare la sua croce. Sono tempi di prova. Infatti, preparano la fine del mondo”.
“Abbiate fiducia”...
Il pastorello del Ruanda continuò a parlare a Kibeho, con le parole delle sue visioni: “Non abbiate paura! Abbiate fiducia! Chi farà il bene lo prenderò con me nel Cielo preparato per i buoni. A chi farà del male il fuoco verrà verso di lui. Affrettatevi a fare il bene”.
PREGHIERA DI PAPA BENEDETTO XVI XVI A MARIA PROTETTRICE DELL' AFRICA
Santa Maria, Madre di Dio, Protettrice dell’Africa, tu hai dato al mondo la vera Luce, Gesù Cristo. Con la tua obbedienza al Padre e per mezzo della grazia dello Spirito Santo ci hai dato la fonte della nostra riconciliazione e della nostra giustizia, Gesù Cristo, nostra pace e nostra gioia.
Madre di tenerezza e di saggezza, mostraci Gesù, il Figlio tuo e Figlio di Dio, sostieni il nostro cammino di conversione affinché Gesù faccia brillare su di noi la sua Gloria in tutti i luoghi della nostra vita personale, familiare e sociale.
Madre piena di Misericordia e di Giustizia, con la tua docilità allo Spirito Consolatore, ottieni per noi la grazia di essere testimoni del Signore Risorto, affinché diventiamo sempre più sale della terra e luce del mondo.
Madre del Perpetuo Soccorso, alla tua intercessione materna affidiamo la preparazione e i frutti del Secondo Sinodo per l’Africa. Regina della Pace, prega per noi! Nostra Signora d’Africa, prega per noi!
Papa Benedetto XVI
(Instrumentum laboris della Seconda Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi)
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“Vi esorto a pregare con fervore affinché questo Santuario di Kibeho possa diventare il luogo da cui sorgerà un popolo rwandese rinnovato nella fede, assetato di amore per il suo Dio, deciso a dimenticare il triste passato della guerra fratricida, i cui segni terribili si riscontrano dappertutto e, in modo particolare, in questo luogo”.
Così esordiva, la mattina del 31 maggio di un anno fa, il Card. Crescenzio Sepe, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, nel consacrare il nuovo Santuario mariano dedicato a “Notre Dame des Douleurs“ a Kibeho, luogo oramai divenuto meta di pellegrinaggi da ogni parte dell’Africa e del mondo fin dall’inizio degli anni Ottanta. Quasi una nuova Lourdes nel cuore dell’Africa nera.
Le apparizioni della Vergine a Kibeho (dal 28 novembre 1981 al 28 novembre 1989) sono le prime che si sono verificate in terra africana e sulle quali la Chiesa ha espresso il suo riconoscimento, giudicandole autentiche, al termine di una lunga inchiesta e di un rigoroso processo canonico.
Una dichiarazione del Vescovo di Gikongoro, la diocesi di appartenenza di Kibeho, preparata in accordo con la Congregazione per la Dottrina della Fede, è stata resa nota in contemporanea, nel maggio 2003, in Africa e in Vaticano, per ufficializzare quello che è un evento straordinario. Un documento lungo ventitre pagine che rappresenta il frutto di una lunga e prudente inchiesta da parte della Chiesa.
“La Vergine Maria è apparsa a Kibeho, nella giornata del 28 novembre 1981 – ha affermato il Vescovo Monsignor Augustin Misago – e nel corso dei mesi seguenti. Ci sono più buone ragioni per crederlo che per negarlo. A questo riguardo, solo le tre veggenti dell’inizio meritano di essere considerate come autentiche; si tratta di Alphonsine Mumureke, Anathalie Mukamazimpaka e Marie-Claire Mukangango”.
La storia di Kibeho cominciò alle 12.35 di un sabato, il 28 novembre 1981, in un Collegio gestito da Suore locali. Quel giorno tutte le ragazze del Collegio erano nel refettorio. La prima del gruppo a “vedere” fu Alphonsine Mumureke, di sedici anni. Secondo quanto lei stessa scrive nel suo diario, stava servendo a tavola le sue compagne, quando udì una voce femminile che la chiamava: “Figlia mia, vieni qui“. Si diresse verso il corridoio, accanto al refettorio, e lì le apparve una donna di incomparabile bellezza.
Era vestita di bianco, con un velo bianco sulla testa, che nascondeva i capelli, e che sembrava unito al resto del vestito, che non aveva cuciture. Era scalza e le sue mani erano giunte sul petto con le dita rivolte al cielo. La Madonna, come lei disse, non era proprio bianca (muzungu) quale si vede nei santini, ma neppure nera. Alphonsine affermerà, nella sua testimonianza, di non riuscire a dire con esattezza di che colore fosse la sua pelle.
Alphonsine le domandò: “Chi sei?”; e lei rispose, in lingua rwandese: “Io sono la Madre del Verbo“.
La Signora a questo punto chiese ad Alphonsine di insegnare alle sue compagne a pregare perché esse non sapevano farlo o non lo facevano abbastanza, nonché a tenere in stima la devozione a Maria, loro Madre. L’apparizione durò circa un quarto d’ora. Alla fine, la Signora scomparve lentamente, alzandosi verso il cielo.
La sera del 12 gennaio 1982, Maria SS.ma apparve ad Anathalie Mukamazimpaka, che aveva allora 17 anni. Due mesi più tardi, il 2 marzo 1982, la Madonna apparve anche a Marie-Claire Mukangango, di 21 anni. Questa apparizione fu determinante, dal momento che Marie-Claire era la più scettica e, data anche la sua maggiore età, esercitava una grande influenza sulle altre compagne del Collegio. Per lei Alphonsine era solo matta. Sosteneva con fermezza di non credere assolutamente alle apparizioni. Ma quando pure lei dovette ammettere di aver visto la Madonna, tutte le collegiali si arresero a tale evidenza.
Da quel momento la notizia delle apparizioni si diffuse assai velocemente in tutto il Rwanda, attirando a Kibeho una folla sempre più imponente di curiosi e di fedeli.
Secondo il racconto delle veggenti, la Madonna apparsa a Kibeho come “Nyina wa Jambo” – in lingua locale: “Madre del Verbo” o “Madre di Dio” – vuole portare, non solo a Kibeho e alla terra africana, bensì al mondo intero, il suo messaggio evangelico, il messaggio di suo Figlio Gesù, che è poi lo stesso di tutti i tempi e per tutti i luoghi: l‘amore per Dio e per il prossimo, invitando tutti gli uomini alla conversione, alla penitenza e al digiuno. Il frutto di tutto ciò sarà l’unità e la pace. Diversamente non ci potrà essere che odio ed inimicizie.
È significativo, infatti, che in una delle apparizioni, e precisamente in quella del 19 agosto 1982, di fronte a oltre ventimila persone, i veggenti ebbero una spaventosa visione di quello che poi dodici anni più tardi sarebbe accaduto nel loro paese, con il genocidio rwandese.
Quel giorno la “Signora” apparve ai veggenti a turno. Il suo volto era triste, sembrava assai contrariata. Alphonsine, una del gruppo, disse che piangeva. E anche i veggenti cominciarono a piangere e a battere i denti dalla paura.
L’apparizione fu eccezionalmente lunga, ebbe una durata complessiva di circa otto ore; e le immagini della visione furono tremende: “un fiume di sangue, persone che si uccidevano a vicenda, cadaveri abbandonati senza che nessuno si curasse di seppellirli, teste mozzate, un albero immerso nelle fiamme, un mostro spaventoso, un abisso spalancato…”. Fatti terrificanti che poi si sarebbero tristemente avverati allo scoppio della guerra civile fra le etnie degli Hutu e i Tutsi che avrebbero funestato anni dopo il Rwanda. Alcuni dei veggenti scomparvero proprio nei massacri del 1994.
“Il sacrificio di migliaia di persone uccise nella vecchia chiesa e intorno ad essa – ha ricordato il Cardinale Sepe, il giorno dell’inaugurazione del Santuario mariano di Kibeho – grida con voce forte verso tutti noi e ci invita ad incamminarci su una nuova strada, sulla strada della pace, del perdono reciproco delle colpe arrecate e sulla strada della riconciliazione. Il vero popolo di Dio non può nutrire sentimenti di odio, di divisione, di vendette, di disprezzo, che sono estranei a Dio e al suo amore.”
Disse la Madonna a Marie-Claire: “Io mi rivelo dove voglio, quando voglio e a chi io voglio. Io non vengo soltanto per Kibeho, non soltanto per la diocesi di Butare, non soltanto per il Rwanda, non soltanto per l’Africa, ma per il mondo intero. Questo mondo è sull’orlo di una catastrofe. Meditate sulle sofferenze di Nostro Signore Gesù e sul profondo dolore di Sua Madre. Pregate il Rosario, specialmente i Misteri Dolorosi, per ricevere la grazia di pentirvi“.
Alla veggente Alphonsine, Maria disse: “Sono venuta per preparare la strada a mio Figlio, per il vostro bene, e voi non lo volete capire. Il tempo rimasto è poco e voi siete distratti. Siete distratti dai beni effimeri di questo mondo. Ho visto molti dei miei figli perdersi e sono venuta per mostrargli la vera strada…“.
Come per altre apparizioni mariane, il messaggio fondamentale di Kibeho è l’invito alla conversione, alla preghiera e al digiuno.
Nei suoi accorati appelli, Maria sottolinea l’importanza di amare il prossimo e di non sottovalutare il reale potere della preghiera, specialmente del Santo Rosario.
Giovanni 19:25-27
25 Presso la croce di Gesù stavano sua madre e la sorella di sua madre, Maria di Cleopa, e Maria Maddalena. 26 Gesù dunque, vedendo sua madre e presso di lei il discepolo che egli amava, disse a sua madre: «Donna, ecco tuo figlio!» 27 Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!» E da quel momento, il discepolo la prese in casa sua.
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